Come non avrei voluto fare, sono obbligato a raccontare nella sua essenzialità come e perché è accaduto che un giornale on line d’inchiesta ICalabresi libero, ma fedele a fonti certe e verificate, al punto da ricevere in un anno due querele solo, una archiviata e l’altra che non avendo comunicazioni dovrebbe aver avuto lo stesso esito.
Per rispetto alla Magistratura, che deve pronunciarsi con un processo in corso sul merito, mi riferirò solo a dati di fatto quali risultano da verbali e da mail certificate, ma non riservate, del neopresidente della Fondazione Walter Pellegrini.
Il titolo di questo articolo è lo stesso con cui l’allora membro del CdA il 30 maggio 2022 definì ICalabresi: “Il giornale è un un danno per la Fondazione”. Camillo Giuliani, redattore capo e nei miei programmi prossimo, a breve, Direttore responsabile, riferì con puntualità e chiarezza i risultati positivi oltre ogni previsione fatti registrare dal giornale a meno di un anno dalla pubblicazione, il19 luglio 2021 che con una coincidenza di pessimo gusto, sarebbe coincisa con la sua fine, pudicamente chiamata “sospensione”.
Dalle parole di Giuliani, peraltro comunicate già da tempo e più volte,
ICalabresi registravano 2 milioni e 400.000 lettori, presenti per più della metà in Calabria e i restanti nel resto d’Italia, in Europa e ovviamente con percentuali minime in mezzo mondo.
Questi numeri che a fine anno sarebbero diventati 3.500.000 di lettori
perché il trend mensile conduceva a queste previsioni, rendevano possibile l’entrata nel mercato pubblicitario nazionale e dal febbraio 2023 l’accesso ai finanziamenti pubblici per la stampa on line.
Come sa chi ha una vaga idea del ciclo di crescita economica di una Start Up l’editrice Calavria posseduta interamente dalla Fondazione per il tramite del giornale avrebbe in meno di un anno annullato “il passivo” di € 60.000,00, della cui metà il fondatore e Direttore si sarebbe fatto carico appena possibile e che sarebbe stato annullato con un attivo in crescita e copertura totale dei costi nel 2024.
Questo modesto sforamento era dovuto quasi esclusivamente ai costi di promozione sulla rete, essenziale per promuovere il giornale in tutt’Italia.
Un economista più che qualificato già Responsabile delle “Strategie” di FS e poi della società Cargo per il trasporto merci, Direttore Generale del Interporto di Bologna, il più grande e importante Polo logistico italiano e tra i primi in Europa, Direttore Generale e risanatore di Telethon, Presidente dell’Autorità Portuale di Napoli e altro ancora nel CdA aveva dichiarato che il solo asset in grado di produrre un utile compreso tra € 150.000 e 200.000,00 era il Giornale con Calavria editrice il cui capitale iniziale di € 20.000,00 era lievitato applicando la metodologia di valutazione più affidabile a circa € 240.000,00.
Nonostante questo Walter Pellegrini ha proceduto alla sua “chiusura”, ha liquidato Calavria per la quale erano pervenute da due seri imprenditori locali manifestazioni di interesse per partecipare al capitale sociale, ha ceduto a tre redattori la testata che solo dopo alcuni mesi hanno ripreso la pubblicazione de ICalabresi, con una evidente e comprensibile modifica del progetto editoriale, ma con la solita e apprezzata professionalità.
Da ultimo, per introdurre un elemento comico, nei giorni scorsi mi è pervenuta una Citazione con la quale – se mi consentite con una “faccia di bronzo inarrivabile – mi viene richiesta la somma di € 269.000,00 per il “danno patrimoniale” procurato dal giornale.
Siamo veramente su “scherzi a parte”.
Nel CdA tutte le uscite erano giustificate, in gran parte relative alla gestione della sede fisica di Villa Rendano, non toccati gli emolumenti di due dipendenti familiari dello stesso neopresidente e neppure quelli percepiti fino al dicembre 2021 come consulente con il titolo di Direttore del Progetto Villa Rendano che non aveva più motivo di essere sia per la mia presenza stabile a Cosenza sia perché il 2020 fu l’anno del lockdown e della conseguente messa in cassa integrazione per mesi del personale e nel 2021 si poté solo mettere in campo un progetto di mensile cartaceo, con tiratura reale di 500/1000 copie con direttore designato Antonio Nicaso, saggista e giornalista da decenni residente in Canada, autore e amico del Pellegrini W., (un progetto sbagliato per mia responsabilità perché il cartaceo è in crisi inarrestabile) il cui numero di prova fu però bocciato e per mia decisione ritirato definitivamente. Il budget previsionale stilato da W. Pellegrini in quanto delegato alle attività ipotesi avrebbe raggiunto 12.000 lettori., un costo annuo di € 193.000,00 abbellito con una dose di fantasia con € 40.000,00 di introiti pubblicitari (ndr. ICalabresi con i numeri indicati forse vi sarebbero riusciti).
Ma c’erano evidentemente altre ragioni per mettere in crisi il vertice della Fondazione e quindi rendere possibile far tacere una voce libera e non comprimibile .
E ne scriverò nei prossimi giorni. Per riuscire a “entrare” in una realtà blindata dai buoni risultati e dalla trasparenza gestionale occorre che ci sia chi vuole entrare ma non ci riesce e quindi si mette alla ricerca di uno o più traditori felloni trovandoli