Gentile Sindaco Caruso,
Le scrivo – come ho fatto con il Suo predecessore sen. Occhiuto – per renderla partecipe di alcune considerazioni che avrei voluto fossero occasione di un incontro diretto.
Non è stato possibile per i suoi impegni istituzionali e forse anche perché quel rapporto amichevole che avevamo stabilito, soprattutto per la comune fedeltà ai valori del socialismo riformista, si è esaurito.
Me ne rammarico, ma non me ne sorprendo. Citando la leader del Governo della Scozia, dimissionaria, “la politica è brutale”. Sono persuaso infatti che la “politica” in senso lato è causa di questo suo cambiamento.
L’assalto per la “conquista” della Fondazione Giuliani e la successiva sospensione del giornale on line ICalabresi, per il quale Le avevo chiesto se non meritasse un commento o un giudizio, anche di consenso nei confronti degli autori del “beau geste” (si fa per dire), Lei è rimasto silente. Così ha fatto quando a Corso Mazzini con Lei presente per un incontro con cittadini, non so bene su quali temi, il giornalista Sergio Pelaia, tra l’altro il solo che ha fatto sentire la sua voce avendo collaborato con il giornale per poi andare presso un’altra testata, la invitò a pronunciarsi su un rozzo attacco alla libertà di stampa. Anche in quella occasione Lei scelse la via del silenzio. Sia chiaro che Lei è stato in ottima e numerosa compagnia, tutti ammutoliti e presi da altri impegni, a riprova che Cosenza e la Calabria, non ICalabresi, hanno un grosso problema che chiama in causa buona parte della classe dirigente di questa città.
Ma la libera informazione ad alcuni, non certo la maggioranza, fa venire le vertigini, come accade di norma agli ipertesi se si avventurano in montagna oltre una certa quota.
Ciò che vorrei farle rilevare è che in un Paese libero, dove la libertà dell’informazione è ad un tempo un diritto dei cittadini e un dovere di chi ha incarichi istituzionali, il fatto che un giornale non si voti al conformismo, alla selezione più comoda delle notizie e dei commenti non dovrebbe creare né scandalo né fastidio. Il potere deve essere per natura trasparente, per essere giudicato dai cittadini, premiato o criticato. Se poi tutto questo, che non è una bizzarria individuale, ma un diritto sancito all’art. 21 della Costituzione, dà fastidio a poteri per natura occulti, ma non meno attivi e onnipresenti, la cosa non dovrebbe importare più di tanto.
La soluzione non è la “repressione” in qualunque modo mascherata.
Ora, vorrei andare sul concreto. Lei in quanto Sindaco della città, sebbene non sia stato coinvolto in prima persona al tempo in cui la Fondazione fu convinta dal suo predecessore, secondo me opportunamente, a impegnare le importanti risorse che il fondatore Sergio Giuliani metteva a disposizione di un progetto utile alla città natale per acquistare Villa Rendano, salvandola dall’inevitabile degrado, era scontato che la città con i suoi Sindaci e Amministratori avrebbe curato, valorizzato e protetto un bene che è giuridicamente privato, ma secondo il principio di sussidiarietà assolve a funzioni pubbliche. Favorisce il dibattito civile e politico, costruisce opportunità formative, mette a disposizione un’offerta culturale non banale e, come accaduto con “ICalabresi”, produce un’informazione libera.
Quindi, caro Sindaco, Lei a mio parere non può essere né a favore di manovre che, come accaduto, cancellano le ragioni che hanno giustificato un dono importante a Cosenza e ne stravolgono il progetto che nel tempo è stato costruito – anche se condivide quelle manovre e ha simpatia per gli esecutori – , né assumere pilatescamente una posizione neutrale.
Io credo da cittadino italiano, che Lei abbia il dovere civico per la sua alta carica di dire se sta con i “buoni” – chiunque essi siano – o con i “cattivi” che hanno assaltato virtualmente Colle Triglio.
Da socialista, senza altri aggettivi e senza altre appartenenze, credo che lei non possa non dirsi d’accordo con queste banali osservazioni.
Cosa potrà accadere se Villa Rendano rimanesse preda di chi oggi la occupa?
Cosenza perderà Villa Rendano, perché una sua utilizzazione banale e strumentale significa la sua fine.
Perché senza un progetto e una gestione di qualità le risorse, non ingentissime, su cui può oggi contare la Fondazione si esauriranno a breve.
L’espulsione o la mortificazione delle poche risorse professionali pregiate, fatte o in fieri, sono la ferita più grave per la Fondazione se vuole crescere nel consenso e nella ricchezza dei suoi progetti che hanno consentito a Cosentia Itinera di essere partner di prestigiose istituzioni museali e culturali in Italia e in Europa.
La chiusura de ICalabresi è stata uno schiaffo alla verità: mi è stata persino inviata una Citazione con la richiesta di oltre € 250.000,00 perché il giornale è stato considerato “danno patrimoniale”, avendo raggiunto un numero di milioni di lettori, avendo rivalutato il patrimonio della editrice della Fondazione e nelle previsioni di un economista e top manager autorevole in grado di produrre utili a medio termine di € 100.000/150.000,00. Inutile dire che il budget per un mensile cartaceo affidato ad un noto saggista amico, con diffusione massima di 6000/12000 copie annue predisposto dall’attuale presidente della Fondazione pari a € 193.000,00 era un affare!
Anche questo concorrerà a minare la continuità di Villa Rendano.
A Lei oggi e a suoi successori (pochi) assumersi la responsabilità politica e amministrativa di questo probabile esito.
Ma mi consenta, per quanto importante possa essere la Fondazione Giuliani, il vero oltraggio ricadrà sulla città, sulla sua politica, sulle lobbies, sui poteri occulti – ma mica tanto – , su una Università che meritoriamente si occupa di intelligenza artificiale e sfide scientifiche, ma se ne sta chiusa nel Campus e tace tace tace.
Una versione innovativa e bizzarra della “terza missione” delle Università, che nella definizione dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca “ha come propensione delle strutture all’apertura verso il contesto socioeconomico, esercitato mediante la valorizzazione e il trasferimento delle conoscenze”.