Franco Bartucci commenta così l’articolo Una strana e utile commistione tra pubblico e privato.
Caro Francesco, mi trovo in treno ritornando da Bologna e ho letto con geande attenzione ciò che hai scritto.
Mi addolora ci che ti è accaduto con la Fondazione.
La tua sofferenza è stata anche la mia e ti capisco standoti vicino.
Noi non ci conoscevamo ed un bel giorno mi hai invitato per sapere dell’Unical e di come questa è avverita dalla città.
È stata una lunga conversazione condividendo molto vari punti ed argomenti.
Mi sono reso conto che tu amavi la tua Cosenza ed io la nostra Università.
Ci siamo detti tante cose e al di sopra di tutto si materializzò un comune sogno, quello di lavorare insieme per giungere alla realizzazione della grande Cosenza con al centro il cuore palpitante dell’Ateneo e di tanti giovani da sostenere e valorizzare.
Anche io ho lasciato prima del tempo, due anni, quel grande tesoro nel rispetto della mia libertà, dignità e professionalità.
Certo a distanza di anni quel nostro sogno è stato rinchiuso in un cassetto rallentando di molto il diritto allo sviluppo di un territorio, ma anche della società.
Ricordati comunque che la “Verità” come valore non potrà mai essere distrutta e beati coloro che lottano per farla emergere grazie anche al valore della “Giustizia”.
Ti saluto con stima ed affetto e chissà se ci capiterà di incontrarci e riprendere la nostra conversazione partendo da lì dove l’avevamo lasciata.