Tanti municipi ma una sola anima. È questo lo scenario che accompagna da decenni il dibattito sull’area urbana cosentina, tematica sulla quale si sono consumate e si consumano tuttora battaglie politiche e intere campagne elettorali.
Finora, però, a regnare sovrana è stata soprattutto la confusione. Accompagnata da scontri al calor bianco tra le diverse amministrazioni del territorio, da veri e propri muri innalzati per impedire sgradite “invasioni” e da incredibili paradossi. Eppure, ciò che ancora veramente manca a un’area urbana dai più percepita come un organismo complesso e policentrico sono servizi pubblici integrati a beneficio della cittadinanza: dai trasporti alla sanità, dall’offerta culturale fino alla gestione dei rifiuti.
Dare forma concreta alla Grande Cosenza non può quindi prescindere da un’approfondita analisi a tutto campo, che affonda le sue radici in un passato troppo spesso messo in secondo piano.
Opinioni di amministratori e pareri di esperti si trasformano così nello scenario di un viaggio con lo stile del reportage nei meandri di un’area urbana che attende solo di essere realizzata nei fatti.
Questo scrivevamo in un libro del 2015 della Fondazione Giuliani scritto da Fabio Melia e Mauro Minervino con un saggio di un urbanista di fama, Bruno Forte.
Cosa è stato fatto nel frattempo? Nulla, meglio una produzione industriale di chiacchiere spesso in cattiva fede, andando contro la realtà che la città unica Cosenza Rende Castrolibero l’ha già vista attuata. Impotenza della politica? Anche. Paura di perdere 120 posti di consiglieri comunali e forse assessori? Sicurissimo. Arroganza e presunzione di un personale politico da due meno meno? Scontato.
Poi la sorpresa: Roberto Occhiuto presenta un disegno di legge che detta le norme, i tempi, i passaggi per l’istituzione della Città unica. Il testo legislativo è corretto, ben formulato, non elusivo, quindi le critiche che da Franz Caruso e dalla ff di Sindaco di Rende, con Greco sindaco di Castrolibero al seguito, sono tecnicamente infondate. Ciò che a noi interessa è capire perché Roberto Occhiuto ha voluto e fatto approvare questa “forzatura”, che dopo 20 e più anni di parole vuote e spesso in malafede, forzatura non è.
Come al solito occorre indagare il non detto, i messaggi non espliciti, le guerre formalmente non dichiarate.
Franz Caruso, Sindaco evanescente di Cosenza, come riporta Cosenzachannel ha dichiarato: «Barbarie legislativa che impugneremo in tutte le sedi». Dopo la modifica alla proposta di legge regionale approvata ieri da Palazzo Campanella, Franz Caruso parla di “fusione e freddo” e denuncia: «Non si può calpestare la volontà popolare. Deluso da importanti esponenti del centrodestra cittadino che finora stimavo».
Ora quando il Sindaco si dichiara deluso da “importanti esponenti del centrodestra cittadino che finora stimavo” si può legittimamente presumere che si riferisca a Mario Occhiuto, che in teoria dovrebbe essere avversario di Caruso, mentre ne parla come di un amico, una specie di “compagno di merende” – niente in comune con gli omonimi toscani – che l’ha imprevedibilmente deluso. In tal modo sembra dare corpo ad una vulgata, che noi riteniamo del tutto falsa e denigratoria, che lo slogan che ha portato Franz Caruso a primo cittadino di Cosenza sia stato efficace, ma forse non del tutto veritiero.
Il dato obiettivo è che Roberto Occhiuto ha colto l’occasione per una iniziativa, peraltro fondata e legittima, profittando del fatto che i Comuni di Cosenza e Rende per motivi diversi sono con guida debole, nel caso di Cosenza non per incapacità del Sindaco ma per il condizionamento che lo opprime dal fronte PD, che come al solito governa ma per timidezza o impresentabilità preferisce stare dietro le quinte. Stamane ho incontrato casualmente Francesco Alimena e non ho resistito alla tentazione di chiedergli a voce alta se fosse soddisfatto del suo ruolo di dominus del Centro storico in attesa dei cantieri finanziati dai 100 milioni di euro procurati dalla benemerita Laura Orrico e soprattutto se avesse qualche difficoltà a “guidare” l’azione del Sindaco Caruso. Non ho avuto risposta, come immaginavo, almeno gli ho fatto andare storto il caffè che si accingeva a bere.
Franz Caruso, e lo dico con dolore solo temperato dalla sua complicità di fatto con un tale omonimo presidente abusivo della Fondazione Giuliani (guarda che combinazione in sintonia con il suo predecessore Mario Occhiuto) è riuscito a far rimpiangere l’ex Sindaco, che almeno nel corso del primo mandato aveva dato attuazione a parte del programma di Giacomo Mancini. Un vero miracolo, considerata l’avversione, forse anche eccessiva, dei cittadini nei confronti dell’architetto sindaco creativo e portatore di una visione onirica della città.
A parte il beneficio atteso dalla possibile riunificazione formale, dopo quella sostanziale, già compiuta di tre città almeno, l’obiettivo politico degli Occhiuto è chiaro. Capitalizzando l’avversione crescente dei cittadini nei confronti del sindaco di Cosenza e dell’ex Sindaco di Rende, Occhiuto Mario potrà decidere se gli conviene fare il senatore o prendersi la rivincita diventando Sindaco, non di una sola città, ma di almeno tre. Non una comunità in calo di 65.000 persone, ma una che da sola avrebbe 110.000 cittadini e l’Unical come quarta cittadella a disposizione.
In politica il vuoto non può esistere e tanto meno durare. In questo caso il pieno sarà o sarebbe tutto targato Occhiuto, tutto Forza Italia e il povero Orsomarso sarà chiamato a rapporto a Roma dai vertici di FDL per chiedergli come ha fatto a rendere, solo qui da noi, il maggior partito di governo un satellite con le batterie scariche.