Ne ho scritto e parlato fin troppo di Walter Pellegrini, ma perché chi vuole abbia memoria del suo ritratto a partire da fine maggio 2022 ne faccio un breve aggiornamento.
Walter Pellegrini, al quale avevo dato fiducia e spazio, un po’ perché non bastava fare il pendolare da Roma, occorreva una presenza costante a Cosenza, per dare progressiva attuazione al “Progetto Villa Rendano” tutto da inventare, molto perché, pur infastidito da piccoli precedenti, è il figlio di Luigi Pellegrini. Non ripeto più quel che è stato il mio rapporto con quest’ultimo.
Il primo a dimenticarlo, a dileggiarlo, è stato il figlio. La rabbia per la perdita di un ruolo monocratico a Villa Rendano a seguito del mio trasferimento a Cosenza ha prevalso. A nulla è servito che abbia come primo atto della mia presidenza dato ampie deleghe ai quattro consiglieri. A nulla è servito che non abbia volutamente toccato il suo compenso di consulente sebbene non avesse più ragion d’essere per il Covid e per la mia presenza a Cosenza. L’ho addirittura confermato nel 2021 e nel 2022. La sua rinuncia ha anticipato di un paio di mesi il CDA fatale di fine maggio 2022.
A riprova della sua perdita di ogni freno inibitorio in pochi giorni mi ha riempito di PEC senza logica che ora gli si rivolgeranno contro: una per anticiparmi il licenziamento (camuffato da dimissioni) di una giovane di grande valore e per minacciarmi di verificare la mia correttezza nell’assumerla dopo aver avuto il consenso del CdA, oltre a rimproverarmi per aver, non si sa come, non avuto rispetto delle precarie condizioni di salute della persecutrice seriale della nostra collaboratrice. Un vero autogol giacché venivo da quasi due anni di interventi chirurgici, ricoveri e in particolare da ottobre a metà gennaio 2020 da cinque interventi di cardiochirurgia e un mese di terapia intensiva.
Mi ha ingiunto di restituire la macchina della Fondazione altrimenti “avrebbe provveduto al ritiro giudiziale”, ignorando che il primo giugno, a 24 ore del Cda fatale, l’avevo messa a disposizione della Fondazione.
Mi ha comunicato che il solo rimborso che avevo ottenuto, il rimborso per affitto di un piccolo appartamento con un canone di € 600,00 cessava con decorrenza immediata. Avrei potuto replicare che un trasferimento a mie spese e l’arredo pure spartano a mio carico era stato deciso perché la carica di presidente sarebbe dovuta durare 10 anni non 16 mesi e comunque il mio comportamento nei suoi riguardi era stato ben altro.
Il 21 febbraio il caso ha voluto che fosse la data di nascita mia e di Luigi Pellegrini. Avevo titolo per ricordarlo, con altre persone, in una manifestazione fatta alla terrazza Pellegrini. Non fui invitato con la seguente motivazione “trattandosi di un evento della casa editrice ho dovuto tener conto della compatibilità (ndr mia) con il suo profilo”. Insomma lui membro del CdA, pagato dalla Fondazione riteneva che io, presidente e da lui chiamato “cugino”, anzi “fratello” non ero compatibile. Non mi ha mai spiegato in cosa consistesse la mia presunta incompatibilità.
Sempre a proposito del suo ruolo, avendo assunto nel 2019 l’mpegno di sanare con urgenza le carenze ai fini della sicurezza di Villa Rendano notificate con termini perentori dai VV.FF apprendo nel 2021 dal verbale che mi era ignoto che avevamo tenuta aperta la Villa con centinaia di bambini e ragazzi che l’affollavano in una condizione di illegalità, che comportava a mio carico un reato penale grave. Chiusi Villa Rendano e con l’aiuto di un ingegnere amico tornammo nella legalità dopo due anni.
Infine la cosa che più mi ha addolorato ed è imperdonabile: il padre considerandomi, non solo lui, “membro della famiglia” (Luigi e mio padre, somiglianti, nati entrambi a Cleto non credo fosse una bizzarra casualità) mi chiese più volte che a tempo debito le mie ceneri venissero collocate nella sua Cappella di famiglia. Rifiutai pur apprezzando la proposta dettata da affetto. Quando lo ricordai al figlio usurpatore di sentimenti veri e profondi prima che di Villa Rendano egli mi rispose: “Un spazio per un mucchietto di cenere non si nega a nessuno”.
Ora ciascuno si faccia la sua opinione.