Breve sintesi dell’occupazione della Fondazione Giuliani con una manovra di palazzo, chiusura e cessione de ICalabresi, violazione del patto di sussidiarietà Giuliani – Occhiuto.
Con un ritardo scandaloso, il Giudice, quasi alla vigilia della chiusura feriale dei Tribunali, non ha ancora pubblicato a due mesi di distanza dell’ultima udienza l’Ordinanza con la quale pronunciarsi, accogliendo o respingendo, la domanda per un provvedimento cautelativo urgente per la sospensiva delle delibere del CdA che hanno cambiato il vertice della Fondazione Giuliani.
Non sottovaluto il peso che potrà avere la prima decisione del Giudice, ma considero molto più importante l’effetto che ha già prodotto il colpo di mano, appoggiato da Mario Occhiuto e Franz Caruso, ma potrei dire da tutti i soggetti che hanno ruoli importanti a Cosenza e in Calabria, la stampa compresa, perché tacendo sono diventati corresponsabili per convenienza e omertà.
Prima che si pronunci la Giustizia enumero i danni già inferti e quelli che potranno essere inferti.
1) L’obiettivo, per il modo con cui si è messa in piedi una vera e propria congiura era la chiusura del giornale ICalabresi, nonostante risultati di diffusione, autorevolezza e rivalutazione patrimoniale, procurando un danno economico certificato, sommando rivalutazione del capitale della editrice e quella del valore medio di mercato della testata, superiore a € 500.000,00.
Siccome chi tradisce non ha limiti, il capo della congiura ha chiesto che il Presidente della Fondazione e Direttore de ICalabresi paghi € 160.000, 00 perché solo in questo caso non si tratta di un investimento riuscito ma di “un danno economico”.
Il progetto invece di un mensile cartaceo che avrebbe forse venduto qualche centinaio di copie nel budget predisposto dal capo della congiura Walter Pellegrini, uno sgradevole caso di omonimia, per il Direttore designato Antonio Nicaso, coautore di molti saggi con il dr. Gratteri, pari a € 193.000,00, era “un guadagno”.
2) Villa Rendano che non ha introiti e un capitale da investire (in questi tempi!) insufficiente perché il Fondatore ha preferito contro il suo interesse per la Fondazione disperderne la metà a favore di persone improbabili (una badante rumena divenuta milionaria) o ostili.
Un Progetto di alta formazione cui avevano aderito tre, Università, Unical, Trento e Barcellona, accademici, urbanisti, architetti e designers, che assicurava dal primo anno la parziale copertura dei costi insostenibili della sede, la sola sede, di Villa Rendano pari a € 160.000,00 non è stato neppure esaminato.
3) Con una azione che definire mobbing è riduttivo, trattandosi di vera e propria vessazione, è stata costretta a dimettersi una giovane di 25 anni che aveva dimostrato un talento e una capacità realizzativa non comune. Il sindaco Caruso sapeva che tutto l’apparato informativo del MAB plurilingue era stato opera di questa giovane.
Ma a Caruso, e non solo, la qualità e il rispetto per il lavoro non interessa evidentemente. L’aggettivo “socialista” accanto al suo nome sembra un orpello senza valore.
La Direttrice del Museo multimediale, ammesso di recente nel sistema museale nazionale, che partecipando a bandi con partners prestigiosi ha ottenuto risorse pubbliche mai viste prima pari a circa € 300.000,00, s’è vista ridotto lo stipendio (in violazione alla legge) per indurla a dimettersi.
È stata “fermata” prima che lo facesse dalla solidarietà di centinaia di lettori de I Nuovi Calabresi.
4) Mario Occhiuto sindaco, è stato il promotore dell’acquisto di Villa Rendano e del suo restauro, non previsto nei programmi della neonata Fondazione.
Questa intesa de facto tra Privato e Pubblico si chiama “sussidiarietà” e prevede che il privato finanzi un’opera utile ai cittadini e il Pubblico, nel caso di specie il Sindaco Mario Occhiuto pro tempore, non ti freghi. È esattamente ciò che ha fatto entrando addirittura nel CdA su cui incombe un possibile giudizio per “abuso di diritto”.
Occhiuto ha una strana visione del ruolo del Sindaco, che deve esserlo per tutti i cittadini. Non deve essere così se in un whatsapp del 2019 – in un contesto di rapporti personali corretti e cordiali – il sen. Occhiuto, oltre a enumerare i suoi meriti (compreso quello di aver concesso la cittadinanza onoraria a Sergio Giuliani nonostante l’opposizione del fratello Vittorio) il solo rimprovero, letale, che mi rivolse è stato quello di aver dato spazio a persone a lui contrarie. Posto che non ho, non abbiamo fatto (in questo caso anche e soprattutto con Walter Pellegrini) la selezione con criteri diversi dalle competenze che avrebbero dovuto portare alla Fondazione, ritengo che Occhiuto si riferisse al prof. Massimo Veltri, personalità stimabile, che il giorno prima – come risulta da foto di rito – era stato ricevuto dal Sindaco in pompa magna. Per non irritare il sen. Occhiuto lo informo ora che il prof. Veltri che non partecipò alla conferenza stampa che il Sindaco poi non tenne in occasione della presentazione del museo multimediale, si dimise dalla presidenza del Comitato scientifico (ruolo non politico con tutta evidenza) perché ritenne offensiva la sua esclusione, con una mail non amichevole che si chiudeva con una frase iconica: “Non si trattano così neppure i cavalli”.
Ha dunque fatto bene il mecenate Bilotti a cautelarsi con un protocollo per cui se il Comune di Cosenza sgarra nella gestione e tutela del MAB gli eredi possono imballare le opere e portarle se vogliono anche a Vipiteno.
Questa violazione in teoria sarebbe perseguibile in sede di ricorso al TAR di Roma ma tutti capiscono che l’intera vicenda della Fondazione è un atto di violenza politica che personalità autorevoli che non mancano a Cosenza debbono sanare.
Questa sintesi che non introduce grandi novità è solo propedeutica ad una previsione per me certa, anche se non auspicata: sic stantibus rebus Villa Rendano diverrà un monumento alla inutilità e alla banalità, quanto meno, e Cosenza si fregerà del titolo della prima città nella quale chi ha bene operato è stato truffato e svillaneggiato, chi ha seguito la sua voglia ingovernabile di non perdere le luci della ribalta e di fare “il presidente” perché suona meglio viene protetto, come si fa con i membri di una banda, che di solito infatti non si cura del superfluo, per esempio cultura, spirito civico, rispetto per un atto donativo alla città del Fondatore con il conferimento di oltre € 13.000.000,00.
La prossima tappa, se non si sanerà l’attuale situazione di illegittimità, come già si percepisce, vedrà Villa Rendano tornare al degrado, all’irrilevanza, al mercatino dei favori.