Nel “racconto” estivo non può mancare il Sindaco Franz Caruso. Ne ho scritto anche con poca benevolenza, ma vi confesso che anche ora mi sento a disagio nel parlarne.
Non perché non sia purtroppo vero ciò che dicono tutti o quasi tutti in città, che cioè il primo anno di sindacatura è stato deludente, confermando quanto si diceva e si sapeva che nel background del Comune ci sono i veri protagonisti tutti della nidiata Adamo – Bruno Bossio. E sempre secondo le voci che circolano – che comunque vanno sempre prese con le pinze – il suo “avversario” Mario Occhiuto, che Caruso ha attaccato in campagna elettorale promettendo la “discontinuità” rispetto alla decennale sindacatura del “senatùr”, sarebbe stato tra i suoi sponsor per non so quale ragione. O meglio forse lo so ma non posso dirlo.
Perché questo inusitato disagio? In ciò che scrivo non insolentisco nessuno, se una persona è un traditore lo scrivo perché è verità storica comprovata, ma non faccio neppure sconti perché semper veritas.
Ora torno al Sindaco Caruso con cui ebbi una gradevole conversazione telefonica prima ancora che ufficializzasse la sua candidatura. Ebbi l’impressione, che confermo, di una persona cortese e, nei limiti che consente la politica, sincera.
L’essere socialista (non sapevo in quale delle innumerevoli versioni sopravvissute al tifone Mani Pulite) – come sono sempre stato e come sarò sempre nella sola versione che conosco bene, quella seguita da Giacomo Mancini – me lo rese subito simpatico pur non avendolo neppure visto prima in fotografia.
Per un buon periodo si stabilì un disinteressato rapporto di stima che prevedeva incontri e contatti telefonici. Non avevo nulla da chiedere per me come ho cercato di fare nella mia vita.
Ma la prima incrinatura la colsi quando mostrò un certo disappunto perché su ICalabresi avevo criticato la sua iniziativa del tutto inopportuna di chiedere un provvedimento disciplinare a carico del dirigente scolastico che aveva manifestato come è scontato si possa fare in democrazia contro la riapertura di via Misasi, dinanzi la sua scuola.
Nella mia visione utopica sono convinto che i diritti della democrazia valgano anche in Calabria (cosa che non è affatto vera e gli esempi anche personali non mancano) e che nel DNA di chi è e non solo si proclama socialista non c’è alcuna simpatia per le punizioni “per lesa maestà”.
Ho frequentato con vari incarichi ovviamente non retribuiti (è un vizio genetico) la Direzione nazionale del PSI e non ho trovato un posto dove funzionari o dirigenti autorevoli esprimevano i giudizi più sferzanti verso le scelte del partito perché nessuno avrebbe voluto e potuto impedirlo o addirittura sanzionarlo. È a via del Corso a Roma che ho appreso il gusto della libertà e della verità.
Franz Caruso, a forza di andare a braccetto di ex comunisti vecchia maniera, ha dimenticato il sentimento libertario.
Lo ha confermato in maniera eclatante partecipando con ostentazione ai pochi e insignificanti eventi, cioè dibattiti sul nulla tra oratori del nulla, organizzati da uno pseudo presidente del nulla a Villa Rendano, prefigurandone la miserabile fine.
È stato imbarazzante quando un bravissimo collaboratore de ICalabresi che decise di lasciarci perché la Gazzetta del Sud gli offriva un rapporto di lavoro stabile e retribuito al termine di una manifestazione non so su quale tema, con poche decine di spettatori nei pressi del Comune, ebbe la dignità e qui si direbbe “il coraggio” di denunciare la storiaccia della Fondazione e del giornale chiuso con il metodo in uso nel ventennio e chiese al Sindaco presente di dire la sua opinione. Muto e immobile come una mummia egizia. Il gradevole Franz Caruso, con la falsa etichetta di socialista, si rivelò quel che ora i cittadini dicono e scrivono nei commenti a I Nuovi Calabresi, che non ho voluto sottolineare – eppure vi assicuro che sono molte decine e severi o irridenti – per non contraddire così radicalmente quella breve stagione di entante cordial.
Sicuramente non gli sarà rimproverata la sua partecipazione attiva all’esproprio di Villa Rendano anzi ne rafforzerà l’alleanza con Mario Occhiuto, gli Adamo e in pratica con tutti gli abitanti del microcosmo cosentino del potere o dei poteri specie occulti. La sua dichiarata appartenenza alla Massoneria è molto più solida e credibile della sua identità socialista.
Ognuno sceglie dove collocarsi nella vita, nel girone degli infingardi o in quello non dei coraggiosi, che sarebbe troppo, ma di chi non svende la propria dignità.
Lui ha optato per la soluzione più comoda e in voga a Cosenza.
2 Comments
Sei un grande
Scusi,perché,Cosenza ha un sindaco❓pensavo fosse commissariata,visto l’abbandono in cui regna…….per non parlare delle periferie..😠🤔