Ho letto stamane un commento da parte di Saverio Paletta, che è stato collaboratore e redattore de ICalabresi (lo è tutt’ora), del quale ho perso le tracce, forse perché l’articolo si è autodissolto per la vergogna.
Ma poiché nonostante la mia “senilità”, come la definisce Paletta con un’eleganza che non conoscevo, ricordo i punti salienti provo a replicare. Lo faccio con un post perché il messaggio è villano e inqualificabile, ma non privato.
Tutto nasce nella mente eccitata di Paletta da un post Facebook, che vi prego di rileggere, che dice “Senza alcuno spirito polemico o acrimonia verso i colleghi che hanno condiviso con me l’esperienza de ICalabresi” – cito a memoria – “noto che il giornale è fermo al 14 ottobre e mi piacerebbe saperne il motivo che probabilmente è un’ordinaria manutenzione”.
Camillo Giuliani ha ripetuto le solite parole che dice da oltre un anno, il Paletta va più in là. Se dovessi titolare il suo messaggio scriverei “L’ urlo della pecora”.
Cosa dice Paletta: “tu ce l’hai con la Fondazione attuale per la naturale attitudine alla “belligeranza”.
Sembrerebbe che, se non fossi belligerante, nel CdA del 30 maggio 2022 i quattro traditori, con un accordo preparato per tempo non avrebbero votato contro, senza uno straccio di motivazione, bocciando il bilancio consuntivo 2021 identico a quello preventivo già approvato.
Per fortuna ho la videoregistrazione del CdA che è a disposizione di chiunque la richieda.
Il Paletta, poi, dimenticandosi che lui era stato assunto regolarmente come redattore del giornale, dimentica anche che lo stesso – il cui successo diffusionale e patrimoniale è noto e certificato – in quell’occasione fu definito dal principe dei traditori, ora Presidente che porterà per irrilevanza e per eccesso di marchette (è lui che nella nota di bilancio che scrive “la missione fondamentale della Fondazione è avere positivi rapporti con le forze politiche e sociali, cioè “mettersi a disposizione”) alla fine della Fondazione in meno di 5 anni, è stato partecipe del presunto “danno per la Fondazione”.
Non si capisce peraltro in cosa consisterebbe il “danno” – forse è quello che ha fatto WP sciogliendo l’editrice e regalando la testata a tre giornalisti, certificati entrambe con procedura conforme alla prassi legale per un valore patrimoniale di € 500.000,00 – ma non capisce il Paletta che di quel “danno”, uscito dalle mani di maga Magò, lui sarebbe corresponsabile. Come e più di me perché lui è stato doverosamente retribuito con contratto a tempo indeterminato ed io sono stato pure retribuito ma con la somma di € 5000,00 lordi per esigenze assicurative.
Se qualche imbecille tira fuori la storia della donazione che come tanti parenti e amici ho avuto ma tardi e a malincuore – la gratitudine non era tra le virtù di Sergio Giuliani – per lavori non pagati, per aver accettato di fare “l’amministratore di sostegno” di fatto in un tour permanente tra ospedali, centri clinici in varie città, e non a sbafo, collocandomi tra il 10^ e il 15^ posto nella classifica dei beneficiari, lasciandolo solo per qualche settimana quando ero bloccato in terapia intensiva per il rifiuto di tutti familiari e amici di prendere il mio posto.
L’ultima ingiuria nelle intenzioni di Paletta è rivolta a I Nuovi Calabresi, definito “blogettino”: ora, a parte che se volessi registrarlo come testata giornalistica mi basterebbe riempire un modulo (sono iscritto all’ Ordine dal 1978), cosa cambierebbe? Sarebbe più attraente? Non credo che i quasi 350.000 lettori si moltiplicherebbero se scrivessi “iscritto nel registro della stampa del Tribunale di Cosenza” e poi, se leggo ICalabresi, vedo che siete in attesa di registrazione da quasi un anno, quindi al momento ICalabresi sarebbero un blog. Contro ogni evidenza un blog è un giornale se pubblica articoli e viene letto, altrimenti può anche chiamarsi Times della Calabria, ma non se lo filerebbe nessuno.
Un dubbio. Vuoi vedere che Paletta è come tanti sorpreso (e molto incazzato) che una persona da sola ha dato continuità e vita a ICalabresi prima edizione, riproponendo per quanto possibile lo spirito del giornale d’inchiesta libero? Quello spirito che è contrattualmente precluso ai miei ex colleghi perché, come si legge nella nota al bilancio, il giornale è obbligato a promuovere e far conoscere le iniziative di Villa Rendano, a costo di inventarle perché iniziative degne poche, marchette tante.