Co-autrice Alessia Bausone
Prosegue il nostro racconto sul PD che in Calabria presenta gli stessi limiti e errori moltiplicati x 10.
La sola parziale anomalia è che se fallisce, come pare già, la Schlein, messa ridimensionata dai soliti e sempreverdi big in buona parte ex DC (notoriamente più esperti nella conquista di posti di potere), il Partito democratico rischia di essere declassato al secondo posto, dopo il M5S di Conte, nella mini classifica dell’aria “progressista”, tale per grazia ricevuta da Zingaretti e Bettini, di mestiere guru soggiornante nell’esotica Thailandia.
La Calabria è più generosa, è di bocca buona, ciò che altrove è giudicato rancido – e il PD di rancido in senso lato ne ha tanto in corpo – da noi viene declassato e reso più accettabile a “gusto particolare”.
È ovvio che non parlo di yogurt, ma di personale politico che con Nicola Adamo, abile e potente regista dietro le quinte, al riparo da possibili ma sempre più improbabili azioni giudiziarie, e con la consorte Bruno Bossio anche fuori dal Parlamento più determinata che pria, tirano le fila del governo cittadino a Cosenza e estendono la loro influenza nel resto della regione.
Anche esponenti che erano stati favoriti da Madame Fifì (copyright di Carchidi), appena mostrano anche timidi segni di autonomia, sono puniti per lesa maestà e quindi messi ai margini provocando un insolito piglio decisionista persino al sindaco Franz Caruso.
Di lettori e commenti, quasi tutti ostili, quelli favorevoli, legittimi come i primi, sono piuttosto spezzoni di dichiarazioni di fedeltà, come era nella tradizione comunista, ma – mi hanno fatto notare che non c’è un solo esponente degli organi di partito cittadino, provinciale e ragionale. Senza alcun piacere, la destra è destinata all’eternità a livello nazionale, in casa nostra continueranno i rapporti amorosi neanche clandestini come sempre.
Ma siccome la mia conoscenza del PD fuori dalla città di Alarico è modesta, cedo la parola alla collega Alessia Bausone che farà da guida anche nelle altre città capoluogo.
Il “Nuovo Pd” di Catanzaro è la fotocopia di quello vecchio
La tanto decantata (ed ennesima) novità politica con annesse promesse di rinnovamento in casa Pd non trova certo cittadinanza a Catanzaro. Una provincia che seppur comprensiva del capoluogo di Regione è relegata a semplice “avamposto” degli appetiti politici reggino-cosentini, limitandosi a qualche briciola e postazione gentilmente concessa.
Giuseppina Iemma
Tra le figure maggiormente rappresentative vi è la Presidente del Pd regionale (segretario Nicola Irto), Giuseppina Iemma detta Giusy.
Quest’ultima è stata Presidente del Pd della Provincia di Catanzaro dal 2014 al 2016, ex “cicontiana” di ferro è tornata in gran spolvero alle regionali del 2021 sotto l’ala dell’allora commissario regionale del Pd e oggi deputato campano, Stefano Graziano. Nel 2022 si candida alle comunali di Catanzaro ottenendo un ottimo risultato, correndo in “tandem” con Fabio Celia, segretario cittadino del Pd (ora dimissionario) e già segretario cittadino dieci anni prima. Diventa vicesindaca, numero 2 di Nicola Fiorita, posto che le sta assai stretto, tant’è che brama una corsa alle imminenti europee. Il di lei fratello, Andrea, è stato portaborse dell’ex vicepresidente del Consiglio regionale Vincenzo Ciconte.
La delega più rilevante data alla Iemma è quella all’Urbanistica che, però, fanno notare i maligni, risulterebbe svuotata da quella ai “lavori pubblici e gestione del territorio” data ad un assessore tecnico. Risultati? Solo qualche sventolio di bandiera blu.
Domenico Giampà
Un segretario provinciale trasparente. Eletto nel 2022, aveva concorso alla carica da giovanissimo nel 2013 (con una faida politicamente sanguinaria con quello che fu Presidente della Provincia, Enzo Bruno, risolta dal Pd nazionale a favore di quest’ultimo).
Ex oliveriano di ferro e portaborse dell’assessore regionale alle infrastrutture Roberto Musmanno, oggi è Sindaco del piccolo paese di San Pietro a Maida. Vicino oggi politicamente al segretario questore del Consiglio regionale, Ernesto Alecci, è da considerarsi vicino anche ad Enza Bruno Bossio e Nicola Adamo.
Brama una ricandidatura a Sindaco e per questo si è messo a fare le fusa all’area Schlein di Jasmine Cristallo.
Jasmine Cristallo
Esiliata a Roma. Molto vicina politicamente e personalmente ad Elly Schlein è entrata nel Pd di recente e ne è divenuta componente della direzione nazionale. Invisa da tutto l’establishment piddino regionale, ogni volta che tenta di portare ventate di novità o di attrarre nuove personalità nei territori si ergono levate di scudi e lamentele sussurrate contro di lei in zona Sant’Andrea delle Fratte.
La Schlein subì il veto su di lei per le posizioni pubbliche dalla Cristallo espresse sulla guerra e le armi. È un prodotto televisivo, ma conta la politica. Vive della nostalgia delle comunali di Catanzaro 2011-2012 senza considerare che è passata un’era geologica.
Il Sindaco del capoluogo Fiorita e il suo inner circle la vedono anche loro come fumo negli occhi. Tutti attendono una sua candidatura alle europee per remarle contro, ma in politica non si può mai sapere.
Ernesto Alecci
Esponente di Base Riformista e molto vicino all’ex Ministro dello Sport, Luca Lotti. Enfant prodige e simbolo della “New Generation” di sinistra. Dopo gli studi alla Bocconi di Milano e fino al 2007 è stato coordinatore cittadino della Margherita e venne definito da alcuni il “Rutelli soveratese”. Membro dell’assemblea costituente del Partito Democratico. È stato eletto Sindaco di Soverato per tre volte a ha governato con esponenti di tutti i partiti. Alle elezioni regionali del 2020 ha dichiarato pubblicamente di aver votato Forza Italia, mentre nel 2021 si è candidato lui ed è stato eletto Consigliere e segretario questore del Consiglio regionale.
Brama candidatura alla Presidenza della Regione per il centrosinistra, senza trascurare le sue doti di trasversalismo. È l’Anti-Schlein calabrese.
Amalia Bruni & Aquila Villella
Le cognate del PD lametino. La prima candidata alla presidenza della Regione per il centrosinistra nel 2021 e oggi consigliera regionale del Pd, vicina all’area di Stefano Bonaccini, l’altra candidata a tutto (eletta tre volte al Comune a Lamezia Terme, la prima nel 2010; eletta alla Provincia nel 2016, candidata al Senato nel 2018 e alle regionali nel 2021). La prima ha come portaborse la responsabile provinciale delle donne democratiche, Lidia Vescio, l’altra si è dimessa dagli incarichi comunali perché incompatibile con la carriera universitaria (a seguito di inchieste de I Nuovi Calabresi) che, tutt’oggi, porta la medesima ad aver qualche problemino per il cumulo di cariche ricoperte.
Bruni, invece, è vicepresidente della commissione anti-‘ndrangheta e vicepresidente della commissione sanità. Risultati oltre le passerelle? Non pervenuti.