La citazione contro il Comune di Cosenza in persona dei Sindaci pro tempore Mario Occhiuto, in particolare, e Franz Caruso – al quale si riferisce il titolo di quest’articolo preannunciato da alcuni giorni – avrà naturalmente un termine in sede giurisdizionale con una condanna o con un’assoluzione dei due politici.
In realtà l’esito processuale, che arriverà quando e se il giudice designato deciderà che è il caso di emettere una sentenza (i precedenti anche recenti fanno della giustizia italiana “un terno al lotto”) è quello che meno interessa. Questa citazione, oltre tutto, è il primo atto legale relativo alla violazione degli obblighi etici, politici, giuridici dei partner, uno Pubblico, il Comune in persona del Sindaco, e uno Privato, la neonata Fondazione Giuliani in persona del Fondatore e di chi quella Fondazione ha fatto nascere dalla stesura del primo Statuto fino alla rapina compiuta nel CdA il 30 maggio 2022.
Gli effetti più importanti, che non dipendono dai Giudici, ma che con piccolo “aiutino” da parte mia e de I Nuovi Calabresi, si potranno manifestare (io che non sono un ottimista per natura) e si manifesteranno sono di altra natura.
Uno giuridico ed etico allo stesso tempo perché il caso della Fondazione “rapita”, come la famosa “secchia del Tassoni” che ci portiamo dietro dai tempi del liceo, è un unico, sicuramente il primo che ha violato quel che prima mancava, l’art. 55 del Codice del Terzo settore approvato nel 2017, e specificamente il D.L 3 luglio 2017 n. 117.
Ve lo riporto nelle parti essenziali: in attuazione dei principi di sussidiarietà, cooperazione, efficacia ed economicità, omogeneità, copertura finanziaria e patrimoniale (…) le amministrazioni pubbliche (…) nell’esercizio delle proprie funzioni di programmazione e organizzazioni (…) assicurano il coinvolgimento attivo degli Enti del Terzo settore attraverso forme di co-programmazione e co-progettazione e accreditamento (…).
Non c’è bisogno di “prove” per affermare che si operasse sulla base di una Convenzione tra Comune e Fondazione, in piena coerenza con i principi di “sussidiarietà” (spiego rozzamente: il Comune non ha un euro, ma è interesse della città che un edificio storico, Villa Rendano, da anni abbandonato, e quindi il Sindaco benemerito in questo caso propone di acquistarlo a Sergio Giuliani presidente della Fondazione, che a tutto pensava tranne che a spendere una cifra milionaria per acquistare un edificio di cui gli stessi cosentini avevano una conoscenza approssimativa e capivano di cosa di trattasse solo se gli dicevi che era il palazzo “dove si pagano le bollette”). Ma Giuliani, ignorando – credo per la prima volta le mie perplessità (che presto si dimostrarono fondate) rispose di SI “cosi è tutto bell’e fatto” (sic!).
È lo stesso Mario Occhiuto che ricorda in un empito di orgoglio “per quanto riguarda la Fondazione, che sono stato il sindaco che ha prontamente recepito la volontà dell’apertura della sede che all’inizio era stata prospettata come donazione (ricorda male, si parlava di “dono” alla città, non di donazione che avrebbe prosciugato le casse comunali solo per la gestione della Villa) indicando l’edificio e interloquendo con Italgas fino ad accompagnarvi a Napoli per le trattative dell’acquisto”.
Mario Occhiuto supera se stesso quando fa un comunicato stampa che dice: “Sento di dovere esprimere i miei sinceri complimenti al presidente Sergio Giuliani e al direttore generale Francesco Pellegrini per l’encomiabile attività di rivitalizzazione culturale svolta in questi anni dalla Fondazione Onlus Attilio e Elena Giuliani”. Ad affermarlo è il sindaco e presidente della Provincia Mario Occhiuto. “Magari” – aggiunge il primo cittadino – “ce ne fossero di personalità come Sergio Giuliani nella nostra società. A quest’ora ad esempio avremmo davvero risolto i problemi di degrado che affliggono il centro storico. Solo con la lungimiranza delle visioni di taluni è possibile infatti gettare solide basi per la costruzione del futuro. Dal restauro conservativo di Villa Rendano, restituita alla città, fino alla lunga serie di iniziative culturali realizzate o in cantiere, la Fondazione Giuliani rappresenta oggi un importante e prestigioso riferimento di crescita. Per la città di Cosenza” – conclude il Sindaco – “è un grande motivo di vanto”.
Ora come si giustifica che il laudator persino di me all’improvviso cambia idea e da benemerito sostenitore ne diventa acerrimo nemico e arriva poi a essere mandante con il fido Franz Caruso (quest’ultimo più che mandante ipocrita sostenitore) della “rapina” di Villa Rendano per mano di un manipolo di traditori? Rapina che non si risolve con l’espulsione di Franco Pellegrini che tutti sanno ha realizzato il desiderio di Giuliani dall’inizio, dal 2011 alla fine 2022 accompagnando e guidando la trasformazione della Villa un polo culturale, civico e con Consentia Itinera, brillantemente diretto da Anna Cipparrone, un museo multimediale prestigioso e quindi in grado di partecipare con successo a bandi di gara per il finanziamento pubblico.
Ci deve essere stato una ragione grave per fare o far fare una porcata unica a danno di una Fondazione benemerita.
Fallito e svelato il tentativo di WP di truccare le carte e inventarsi un passivo milionario che esiste, ma non per la gestione folle di Franco Pellegrini, ma solo perché la Fondazione era nata con un capitale di soli € 10.000,00 e tutte le spese dall’acquisto e ristrutturazione di Villa Rendano, pagate sotto forma di prestiti, sanati in sede testamentaria da Giuliani in automatico andavano a gonfiare la voce “passivo”. Il budget annuo da me sempre rispettato (non sarebbe stato possibile non farlo) era sceso da € 250.000 annui e dal 2017 (guarda caso l’anno del testamento “befana” con la “ badante“ miracolata con un legato di € 1milione e seicentomila!) per scendere a € 200.000,00, del tutto insufficienti a coprire almeno le spese fisse incomprimili.
Allora quale è il motivo grave per il quale l’ex Sindaco e ora a maggior tutela senatore Occhiuto ha deciso che la Fondazione non gli garbava più?
Ecco spiegato l’arcano con le parole dello stesso Occhiuto: “Inoltre sono stato sempre vicino alla direzione della Fondazione e alla proprietà (ricordo la cittadinanza onoraria contro la volontà anche degli altri componenti della famiglia del compianto Giuliani) pur nella consapevolezza che i vari comitati interni che guidavano la Fondazione erano praticamente stati formati con soggetti pregiudizialmente contrari (e avversari) della mia Amministrazione. L’unico punto di contatto leale e concreto devo dire che è stato per me Walter della famiglia Pellegrini”.
Dunque si butta nel cestino un Accordo Pubblico-Privato che ha dato ai Cosentini non solo un edificio storico di straordinario fascino ma anche un polo culturale, museale, informativo (do you remember ICalabresi, primo giornale libero di inchiesta che dall’unanime apprezzamento è divenuto per il capo dei masnadieri, sfortunatamente mio omonimo “un danno per la Fondazione”) perché nel Comitato scientifico a presiederlo era stato eletto (non nominato da me, eletto dai colleghi del Comitato) niente di meno il prof. Massimo Veltri, noto sovversivo che per giunta mi ha mandato elegantemente a quel paese due volte: quando mi ha scritto che si dimetteva “perché così non si trattano nemmeno i cavalli” – una bell’immagine che non ho mai capito rivolta a me che ero andato a Camigliatello per pregarlo di non dimettersi e l’altra quando fatto fuori dalla direzione de ICalabresi con i quali aveva collaborato s’è affrettato a manifestare la sua fiducia e soddisfazione al giornale che de ICalabresi porta solo il nome.
Queste motivazioni sono assurde, infondate e ridicole in ogni caso non degne chi occupa, ha occupato o occuperà una carica istituzionale. Sono cose che possono accadere in qualche remoto Paese del quarto mondo!
Quindi il mistero della misera fine della Fondazione, che era nata con un accordo pattizio – una Convenzione – ora normato dal Codice del terzo settore è risolto: un’incazzatura per lesa maestà del senatore, mica roba da poco.
Ragioni importanti di tipo istituzionale o para istituzionale? Non pervenute, ma si sa che a Cosenza le istituzioni spesso sono per finta e per i ca… voli degli occupanti.
Ora è il momento di far sapere alle 343mila e passa imprese no profit con oltre 800mila dipendenti di stare attente a non fare incazzare il sindaco di turno sennò le manda a farsi fottere, come accaduto a Cosenza perché il Pellegrini di nome Walter è stato a suo dire più educato e rispettoso di quello che di nome fa Franco, peraltro scomparso dalla scena per due anni 2018 e 2019 per motivi di salute e nel 2020 per quella cosetta chiamata Covid.
Ho scritto che faremo di tutto per far uscire la incredibile e ignobile manovra a danno di una Fondazione dal cortile sporco e pieno di erbacce di Cosenza. Non sarà facile per la nota ragione che della Calabria non frega niente a nessuno (perché considerata irrecuperabile), ma noi puntiamo a informare il mondo del Terzo settore che, con gli Occhiuto Mario e i Franz Caruso e i loro cloni in giro, il Privato si cauteli con ogni mezzo quando fa patti con certi soggetti pubblici. Ammirevole e intelligente il contratto di comodato del benefattore Bilotti per le opere esposte al MAB che sono tutelate da un documento che sottopone al consenso degli eredi anche un cambio di collocazione nel MAB (a parte piazza e vie intestategli in città).
Un po’ di più della ricordata “cittadinanza onoraria a Sergio Giuliani” concessa con molta riottosità per non fare arrabbiare niente di meno Vittorio Giuliani e famiglia.
1 Comment
come della Calabria non interessa niente a Nessuno?? con Robertino occhiuto avete avuto una ribalta nazionale soprattutto in RAI…basta vedere il palinsesto e le occasioni che vi verranno date nei prossimi mesi..Per il resto una sola e semplice domanda: ma chi li vota o ha votato tutti questi bei personaggi politici che rappresentano la Calabria????