Altro che ICalabresi, il giornale che voleva Walter Pellegrini era “Lotta dura senza paura” (si intende al Potere).
Di seguito il testo del febbraio 2021 e QUI il pdf originale.
Progetto editoriale della Fondazione Giuliani – Calavria
a cura di Walter Pellegrini
Informazioni generali
La Fondazione, che ha come scopo, tra l’altro, quello di organizzare e gestire attività culturali o artistiche di interesse sociale, incluse attività museali, editoriali, e di promozione e diffusione della cultura sotto qualsiasi forma per al valorizzazione di una coscienza civile, ha dichiarato fin dall’inizio, in un contesto assai incerto, di volere offrire progressivamente un progetto complesso ed articolato di tipo identitario, coerente con la definizione di Villa Rendano come luogo/opportunità di cultura, di promozione di una partecipazione attiva e consapevole dei cittadini alla vita della comunità.
La Cultura è, quindi, al centro delle finalità della Fondazione.
Ma quale cultura?
Cultura non è quella dell’acquiescenza ai luoghi comuni e alla banalità ingannevole. Non è quella che, contrabbandata come comunicazione pubblica, serve a sopire, condizionare o precludere la vocazione critica, che sola rende possibile e attuabile un modello di cittadinanza attiva.
Cultura vuol dire riflettere sul nostro territorio e sulle sue componenti storiche, economiche, urbanistiche, culturali e sociali e, con serietà e spirito critico, progettarne possibili traiettorie di sviluppo, favorendo un confronto aperto con i cittadini singoli e organizzati. La Cultura ha una forte rilevanza civica, deve favorire l’esercizio della democrazia; deve alzare li velo che cela le ambiguità, le mistificazioni, l’inazione delle istituzioni.
La Fondazione per essere fedele all’impegno assunto nei confronti del suo fondatore, Sergio Giuliani, deve favorire l’esercizio della democrazia e, attraverso l’azione di sussidiarietà, promuovere al cittadinanza attiva; innescando processi virtuosi per creare nuove opportunità per la società contemporanea.
Per queste ragioni e per quanto sotto meglio specificato, nasce l’idea di creare un Giornale della Fondazione che segni il “cambio di passo”.
I tempi non stanno cambiando: sono già cambiati. L’informazione no.
Servono scelte coraggiose e servono adesso perché dopo potrebbe essere troppo tardi. In Calabria è più che mai necessario un cambio di passo, soprattutto per quanto riguarda l’approfondimento dei fatti, li giornalismo d’inchiesta. Non esiste un periodico indipendente che possa svolgere questa importante funzione in una regione caratterizzata dalla presenza di tre quotidiani (la storica Gazzetta che dal 1952 ha un piede al di qua delo Stretto, il Quotidiano del Sud e il Giornale della Calabria). Molte sono le testate online e importante è anche il ruolo dell’informazione digitale (Corriere della Calabria, Il Dispaccio) e televisiva (LaC, Telereggio, Telespazio, VideoCalabria, TenTv, Telemia, ecc.). Si avverte, però, sempre più la necessità di raccontare i fatti, adeguandosi alla trasformazione sociale, economica e culturale di una regione che, da almeno un decennio, occupa gli ultimi cinque posti in Europa per tasso di occupazione.
L’idea di un periodico nasce proprio dall’«urgenza del fare» che si coniuga efficacemente con quell’altra idea, efficacemente espressa da Vito Teti nel libro Pietre di pane e riconducibile all’«antropologia del restare». Chi resta deve poter dialogare con chi spera di tornare in Calabria per combattere li degrado urbanistico e paesaggistico, ma soprattutto per stimolare una politica, sempre più innervata in una spirale di inconcludente pochezza.
È opportuno riscoprire – vale la pena ribadirlo – l’«urgenza del fare», affrontando senza esitazioni i temi più spinosi – come la lotta alla corruzione e alla criminalità mafiosa ed economica – proponendo le riforme necessarie per rimettere in piedi una terra che deve essere necessariamente liberata da quelle ambigue articolazioni di potere dedite alla propria conservazione, pronte a saccheggiare qualsiasi risorsa calpestando ogni cosa, anche la speranza.
Sono tanti i mali della Calabria, dalla malasanità alla corruzione, dal degrado del territorio alla mancanza di adeguate politiche di sviluppo. Non è più possibile far finta di niente. Lo ricordava con parole diverse anche Edmund Burke nel 1751, sostenendo che «l’unica cosa necessaria perché il male trionfi è che i buoni non facciano nulla».
Il cambiamento è possibile, senza staccare lo sguardo dalla realtà; una realtà che preoccupa e che deve necessariamente e urgentemente spingere ciascuno di noi ad agire, a fare, ad assumersi le proprie responsabilità. Solo il coraggio degli onesti può accendere la speranza.
Un mensile d’inchiesta in Calabria
L’idea è quella di creare un giornale che non sia caratterizzato per “vicinanza” a qualche area politica, ma che possa costruttivamente incalzare gli schieramenti politici, diventando interlocutore utile e necessario per la soluzione dei problemi, capace soprattutto di fustigare i comportamenti politicamente e amministrativamente discutibili. La logica è quella del pluralismo trasversale, capace di dare voce a chi è interessato esclusivamente al rilancio di una terra che deve riscoprire la propria identità, attraverso una contro-narrazione. Vanno rilanciate le politiche di sviluppo territoriale, partendo dalla storia e dalla geografia, coniugando bellezza e arte. Vanno censurati tutti i comportamenti che contribuiscono a rallentare crescita e sviluppo. Vanno incoraggiati tutte quelle esperienze che passando dal volontariato alla cooperazione, possano gettare le mani per un nuovo umanesimo, basato sul dialogo, sul rispetto delle diversità e sulla voglia di mettersi in gioco per promuovere il bene comune.
Il giornale, in questa ottica, dovrebbe saper leggere le dinamiche sociali e culturali, interpretando e sollecitando le esigenze di cambiamento di chi ancora non ha perso la speranza di voltare pagina. Dovrebbe essere esclusivo, originale, capace di approfondire temi attuali con inchieste, spiegazioni, informazione di servizio e opinioni in grado di orientare il lettore. La formula dovrebbe essere quella di ridurre la parte di informazione ormai azzerata dal web, sostituendola con analisi, approfondimenti, grazie a inchieste di peso su argomenti come occupazione, lavoro, sanità, sviluppo territoriale e politica amministrativa, ma anche costume, cultura e sport.
I tempi sono già cambiati. E la Fondazione, anche con il Giornale, deve interpretare lo spirito del tempo, risvegliando quell’entusiasmo che ancora esiste e che, per troppo tempo, è rimasto nascosto tra le pieghe della rassegnazione.
Organizzazione della struttura aziendale
Per la creazione di un nuovo giornale, si propone la realizzazione di una Società per Azioni Unipersonale, una società a responsabilità limitata che ha come unico socio la Fondazione che metterà a disposizione i capitali utili al fine di creare la società.
Tale proposta si fonda sia su fattori organizzativi (non interferire nelle iniziative tipiche della Fondazione, gestione separata personale, contabilità ecc), che sulla necessità di proteggere il socio unico da tutti i rischi aziendali.
Un ulteriore fattore positivo collegato a questa particolare struttura, consiste nel fatto che l’imprenditore ha il pieno controllo dell’azienda.
La Società realizzerà: Editoria Giornalistica, libraria e televisiva; produzione e commercializzazione di audiovisivi, prodotti multimediali, agenzia di stampa e quant’altro possa collegarsi alla produzione di prodotti culturali e afferenti alla comunicazione.
La sede operativa della società sarà Villa Rendano.
Organizzazione del lavoro e pianta organica
Gli elementi essenziali della nuova organizzazione del giornale dovranno passare necessariamente da un desk centrale che, attraverso riunioni settimanali, dovrà pensare ai contenuti, ma soprattutto al taglio da dare alle diverse notizie. Oltre alla figura del Direttore, deve essere prevista quella del Redattore Capo, li quale sarà affiancato da collaboratori esterni. Un’altra figura importante sarà quella del Responsabile Settore Cultura, il terzo perno dell’organizzazione interna. Alla cultura infatti va dedicata un’attenzione simile a quella riservata all’attualità e alle inchieste. È opportuno prevedere un programma graduale di rafforzamento e crescita di giovani competenze per dare qualità e valore sulle diverse piattaforme, cartacea e digitale. Sarà opportune formare le risorse umane già esistenti in Fondazione.
PRODOTTO – GIORNALE MENSILE
lI Giornale sarà realizzato in cartaceo e digitale. È indispensabile una veste grafica che metta in rilievo l’approfondimento delle notizie, attraverso concetti-guida come la semplicità, al chiarezza, la valorizzazione dei contenuti esclusivi e dell’immagine.
È altrettanto importante, cominciare a predisporre anche un sito web, da affiancare al giornale cartaceo. Il web dovrebbe favorire gli eventi live, le inchieste, i servizi corredati da interviste video, la copertura di avvenimenti a 360 gradi: non tanto un complemento informativo ma un asse portante del sistema che dalla carta arrivi al web, al mobile, ma capace anche di tornare alla versione cartacea. A questo proposito si potrebbe progettare una sorta di contenitore-piattaforma in grado di accogliere (con la dovuta moderazione) quei contenuti visivi generati dagli utenti che altrimenti troverebbero spazio solo su piattaforme come YouTube. È, inoltre, importante sfruttare le opportunità offerte dai social network con account specifici in grado di promuovere il giornale e le inchieste che via via andranno realizzate. La trasformazione che sta determinando Internet nella professione giornalistica è anche legata all’essere sempre più immersi in una comunità di cittadini dove l’essere chiusi è sinonimo di autoesclusione. Fondamentale sarà la rubrica di dialogo dei lettori con il Direttore.