Mi è stato inoltrato un commento della sig.ra Giulia Zampina che legittimamente dichiara di non aver apprezzato l’articolo della collega Bausone che ama ricordare i legami di amicizia e stima che uniscono, senza che ciò possa creare scandalo, molti cittadini di Catanzaro che frequentano gli stessi posti, ambienti di lavoro comuni, insomma che vivono una sorta di simbiosi che è comune alle città di provincia, in molti casi un indice di qualità di vita, in altri esposti a giudizi e commenti che immagino non sempre in buona fede.
Se questo non è piaciuto alla sig.ra Zampina me ne rammarico e, per quanto sta a me, me ne scuso.
Debbo però a mia volta correggere parole come anonimo blog (nel senso che pochi sanno della sua esistenza), che fa capo ad “un altrettanto anonimo personaggio romano”.
Il blog che lei considera una sorta di spazio tossico (in un anno letto da 550mila lettori) è stato da me creato dopo aver avuto il privilegio che, nel quadro di un disegno condiviso da politici da strapazzo detentori di poteri oscuri o addirittura maleodoranti, quattro traditori da me nominati abbiano preso il governo di una Fondazione e della sua sede prestigiosa, Villa Rendano, divenuta un polo culturale, civile e museale multimediale di livello internazionale. Non bastando l’unicum di ente no profit realizzato per fini di utilità della città (frutto di € 13milioni di donazione di un mecenate) e da me realizzato in 11 anni come DG e poi presidente, gli stessi traditori (Cosenza come vede non è migliore di Catanzaro e di altre città calabresi) hanno chiuso il giornale on line ICalabresi, letto in un anno ovunque da milioni di lettori in tutt’Italia, e quindi da migliaia di Catanzaresi.
Questo per dirle che se il nostro articolo non le è piaciuto (ed io per stile non commento le valutazioni altrui) anche lei ha qualche lacuna informativa.
L’anonimo romano è un 77enne nato a Cosenza e tornato nella sua città natale dopo 68 anni per avere l’accoglienza di cui le ho fatto cenno. Solo per completezza sono stato capo della Comunicazione come consulente della Sip (ora Telecom per sette anni) e capo della Comunicazione prima e dei rapporti internazionali dopo nelle FS. A latere, per pura passione, avvocato sempre e solo pro bono. Per l’abilitazione alla professione forense ho conosciuto bene l’Università Magna Grecia e taluni docenti. Di alcuni di essi ho un pessimo ricordo, perché villani, arroganti, benedetti diciamo dalla “fortuna” per le loro mirabili carriere.
Come vede, gentile signora e credo collega, motivi di rammarico, dolore, delusione ne abbiamo in tanti noi calabresi. E la cosa più saggia che farò quanto prima è di lasciare la mia terra natale, non prima di aver battuto per la vergogna e per la ipotetica giustizia italiana i tanti calabresi indegni, a Cosenza come a Catanzaro. Forse a loro dovrebbe guardare con maggiore severità.