Nella congiura che ha portato all’appropriazione indebita della Fondazione Giuliani e della Villa Redano, immobile storico pregevole, sottratto al degrado e all’abbandono, come oggi è, ridotto alla minutaglia miserevole delle marchette – mi viene ripetuto decine di volte da persone che io appena conosco – ci sono stati e ci saranno tentativi da legittimi e illegittimi rappresentanti di Sergio Giuliani, che si lasciò convincere da Mario Occhiuto di alzare di molto l’asticella dell’impegno economico al quale aveva inizialmente puntato.
Ma questa è la parte che già nota, mentre si attendono sviluppi che a me sono noti e provati, ma che voglio accompagnare con elementi solidi: parlo di accordi in sede processuale, di politiche assunzionali di tipo familistico, di un ipotizzato nuovo giornale con caratteristiche e con riferimenti politici e non solo ai soliti “amici”.
Ne ho scritto partendo da un generico cenno in una delle mail non amorevoli ricevute in questo caso da Camillo Giuliani e da una chiusura di un’azione legale avviata sul nulla e chiusa con un accordo per il quale attendo di leggere il testo.
Ma non di questo voglio tornare a parlare. Ora è tempo di attesa di nuovi sviluppi, magari più protetti da possibili intromissioni esterne (che – assicuro i sacerdoti della giustizia – esistono e operano efficacemente).
Debbo strappare la tenda della discrezione e del rispetto della sfera privata che mi sono imposto sino ad ora. Lo posso e debbo fare per non lasciarne il monopolio e l’uso strumentale ai pirati, in primo luogo Walter Pellegrini.
Dunque ieri mi è arrivato con PEC,da parte di un avvocato della “nuova” Fondazione un “precetto” che non sono riuscito ad “aprire e leggere”, ma che immagino sia la richiesta di pagare per spese attribuitemi al termine di un processo farsa (se volete saperne di più leggete l’articolo a latere) che NON intendo pagare, perché legate ad un processo farsa appunto, unico a mio parere nel suo genere.
Ma ora parliamo del richiedente e altro ancora Walter Pellegrini, perché lo conosciate meglio e se vi piace riempitelo di like sulla pagina Facebook.
Quando a febbraio del 2020 mi sono trasferito a mie spese da Roma a Cosenza, anche perché sapevo ormai prossima la scomparsa di Sergio Giuliani, che avrebbe comportato un mio diretto e complesso impegno, a poche settimane dal lockdown, il ruolo di Walter Pellegrini come “rappresentante sul territorio” della Fondazione veniva meno. Non per questo avrei pensato di non dargli un ruolo importante, ma come per tutti non retribuito.
Quello di consulente invece era retribuito con € 45.000,00 lordi annui. Decisi tuttavia non solo per il 2020, ma anche per 2021 e il 2022 di confermarlo sia pure un po’ ridotto, fino alla sua rinuncia in previsione della carognata prevista per il 30 maggio.
Lo feci, così come sotto la mia responsabilità pagai la differenza tra indennità di disoccupazione per i mesi di lockdown e lo stipendio dei dipendenti.
Non toccai la somma destinata a Walter, perché mi era stato detto che togliendola avrei creato difficoltà economiche alla sua famiglia.
Mi dispiace dover parlare del privato, ma WP non solo ne ha parlato ma ha fatto largo uso di cinismo, cattiveria, falsità.
Come si è comportato lui a pochi giorni dell’appropriazione illecita della Fondazione? Ha comunicato che l’affitto dell’appartamento (non le spese condominiali, le bollette, ecc…) che – solo rimborso – era a carico della Fondazione (€ 600,00) con effetto immediato era mio compito pagare. Era una richiesta anche legalmente contestabile perché il trasferimento era avvento nella previsione (teorica) della durata decennale dell’incarico di Presidente, violata con un atto illegittimo ora con processo pendente.
Mi ha ingiunto di restituire con immediatezza l’auto della Fondazione al “fine di evitare il prelievo con la polizia locale”. L’auto era già stata messa a disposizione come comunicato da almeno due settimane.
Lo stesso WP senza neppure informarmi aveva rinnovato il leasing di un’auto con cambio automatico, che non ho mai potuto usare perché abituato solo alla guida tradizionale.
Avevo scoperto che l’assunzione del genero di WP era stata fatta con nomina a firma di quest’ultimo. Era quindi nulla, perché il solo con diritto di firma era il sottoscritto. Ho finto di non essermene accorto sia per non recare danno al giovane sia per non mettere in concreta difficoltà suo suocero.
Lo stesso è avvenuto – nel periodo di lontananza per ragioni di salute – con l’assunzione del nipote con contratto privo di ogni firma. Stessa scelta: fingere di non sapere. Se non avessi fatto così avrei dovuto licenziare delle persone che non erano responsabili delle azioni di WP.
Stessa cosa per la signora colf di famiglia assunta con contratto a tempo indeterminato part time (sempre esclusi sabato e domenica, giorni particolarmente affollati) con una retribuzione lorda di € 1100,00, una cifra che purtroppo molti cosentini si sognano pur se diplomati o laureati.
Ho trovato una previsione di bilancio 2020 di oltre € 335.000,00. Il contributo annuale di Sergio Giuliani era di € 200.000,00 e con fatica riuscivo talvolta ad ottenere altri € 50.000,00. Tagliai spese per oltre € 115.000,00 di cui € 54.000,00 per un contratto a tempo INDETERMINATO per un rifacimento dei loghi e della testata e impaginazione di Facebook. Ricordo che tutto il lavoro di costruzione del sito, della grafica de ICalabresi e degli adempimenti connessi curato da un ottimo professionista toscano (l’amico che di fatto quasi gratis cura la grafica e la pubblicazione de I Nuovi Calabresi) non superò € 5.000,00.
Da ultimo, per non annoiare e infierire su un livido e infedele personaggio, cito una frase in una pec che mi comunicava il licenziamento voluto dalla consigliera Catanese al termine di mesi di mobbing di una giovane e brillante assunta (la sola con la Cipparrone passando dal CdA) e preannunciandomi i danni (???) che avevo procurato con questa assunzione – la più indovinata e produttiva – mi diffidava dal non recare danni “alla salute della Consigliera” replicai inviandogli copia della mia cartella clinica di circa 70 pagine. Se n’era dimenticato eppure due anni prima venuto a trovarmi in Ospedale Gemelli in terapia intensiva e quindi poco lucido si presentò – così mi hanno riferito al cardiochirurgo che mi aveva operato – che lui, che era cugino, ma che dico “fratello” del ricoverato, disse “voglio sapere tutta la verità sulle sue condizioni”.
Questo è solo un piccolo estratto della storia recente di Giuda rivisitata nella città dei due fiumi.