Ho iniziato a leggere l’ultimo libro di Luca Ricolfi, classificato non so se per marchiarlo o se per definirlo: sociologo e intellettuale di sinistra. Se lo fosse sarebbe un marziano non un cortese signore piemontese, pacato nel parlare e nello scrivere, perché nonostante ci siano milioni di italiani che addirittura chiamano comunista il PD, non avendo capito che D non sta per “democratico”, ma per “democristiano” si fa fatica a trovare una forza politica progressista. Forse altrove le cose vanno meglio ma noi che abbiamo avuto la ventura di nascere in Calabria e con mossa improvvida di tornarvi a vivere per pochi anni vedo “a sinistra” una copia mal riuscita di una forza moderata e neppure virginale.
Ma torniamo al tema del libro e per farlo riporto con una lunga citazione di una brava giornalista, Concita De Gregorio.
“Non mi faccio una ragione che la sinistra si debba opporre al merito. Ma veramente dite? Adesso dopo l’identità, giustizia, sicurezza, legalità – continuate voi l’elenco – anche il merito lo dobbiamo regalare alla destra, siamo impazziti? Ragazzi davvero. Ragioniamo. Per quale ragione al mondo il merito dovrebbe essere un demerito, per quale obbliquo tragitto dire che bisogna dare opportunità chi sa fare meglio le cose dovrebbe essere in contraddizione con l’evidenza che tutti debbono avere la possibilità di dimostrare quel che possono fare e, dunque, farlo”.
Non fa una piega. Questo è il tempo dell’esaltazione dell’ignoranza e spesso anche della incompetenza.
Un avvocato che sembra essersi laureato al CEPU al soldo dell’avv. Mungari nella guerriglia becera contro di me ha scritto su una citazione che piena di falsità o invenzioni ho presentato senza modifiche alla Procura della Repubblica che “l’avv. Pellegrini al quale non basta, per bramosia (o altro termine simile) percepire una pensione di € 7.500,00 lordi”, cioè netti poco più di € 4.500,00 solo reddito familiare e via cazzeggiando, è un piccolo esempio. Inutile spiegargli che ho fatto nella mia vita professionale cinque concorsi pubblici vincendoli, che ho due lauree, che tolte le spese di affitto bollette e condominio a Cosenza, ancora per poco, il netto si riduce a € 3.500,00, è inutile perché le parole merito, fatica, notti in bianco per studiare, gli incubi notturni, comuni a tanti della mia generazione, ripensando ai nostri esami di maturità: 4 prove scritte, tutte le materie all’orale con richiami anche a programmi degli ultimi due anni, abilitazione all’insegnamento poi all’avvocatura e infine concorso a cattedra, oggi una bizzarria impensabile.
Perché questo sia accaduto ha molte spiegazioni. Penso che il libro di Don Milani che diceva cose giuste sul disagio dei ragazzi di famiglie povere sia stato utilizzato per un populismo di sinistra devastante. Il mitico ’68 avrà certo posto fine ad una cultura e ad una concezione della vita bacchettona, ma ha distrutto scuola e università. Il terrorismo ha fatto poi il resto.
Oggi scopriamo che gli insegnanti pagati come un lavoratore manuale non qualificato sono o accoltellati o picchiati o sputati in faccia.
Le aziende private – è un dato che viene occultato – nelle assunzioni di laureati hanno saltato due generazioni e quel che il privato ha negato l’ha rimpiazzato il pubblico. Gli esiti si vedono con una burocrazia, la più anziana, che stenta a usare il computer. In banca a Cosenza anni fa, chiarisco nel 2000 o poco più dovetti fare un bonifico. L’impiegato dopo cinque tentativi andati a vuoto disse che quel giorno non era possibile. Aveva sbagliato a digitare l’IBAN. A San Pietroburgo a pochi anni dalla caduta dell’URSS entrai in una banca per cambiare valuta. Il cassiere in un ambiente cadente usava il pallottoliere. Questo per dire che molti altri paesi rivelavano la impreparazione a utilizzare i nuovi mezzi informatici quando li avevano, nel caso dei paesi dell’est ne ignoravano l’esistenza. Ma Cosenza non era uscita dalla dittatura sovietica.
Ma al netto dei guasti fatti dall’uso smodato di internet e altre diavolerie degli iPhone esiste una sorta di ostilità a valutare competenze e cultura, che sono costate e costano fatica e sacrifici, come un orpello inutile, addirittura un modo per accentuare le disparità e le iniquità sociali.
Il grido viva l’incompetenza ha fatto vincere il M5S di Grillo, con i risultati che ben conosciamo, oggi con Giuseppe Conte è stata tolto almeno la dannazione delle competenze e quindi anche del merito.
Ma è nella cultura falsamente egualitaria del dopo ’68 e nello spirito del cattolicesimo una delle fonti di questo pregiudizio che bizzarramente nel suo ordinamento è prevalente il criterio gerarchico che si spera non sia fatto per favorire gli incolti.
Di questo passo noi ci avvicineremo al modello della sinistra americana di cui riporto alcune informazioni tratte da un libro di Federico Rampini. Qui siamo oltre il disconoscimento del merito. Ma vi sono analogie per noi incomprensibili.
A coronamento di un vasto programma dell’attuale sindaco di NY Alexandria Ocasio-Cortez” ingiunge di esercitare la solidarietà (che è una decisione individuale e politica) perché siamo noi bianchi. Colpevoli delle sofferenze dei poveri.
(…) è stata demolita la figura di Cristoforo Colombo- non si celebra più il Columbus day- perché il suo sbarco nelle Indie (in realtà l’America centrale all’altezza di San Salvador) perché a lui si attribuisce l’inizio dell’invasione dell’ abominevole uomo bianco con i suoi peccati: razzismo, sessismo, aggressività, xenofobia”.
È vero che i nativi americani sono stati attaccati, perseguitati, alla fine quasi sterminati ma che a Colombo, che non era uno stinco di santo con gli indigeni si debba imputare tutte le colpe del mondo. È una forzatura da sinistra radicale.
Parliamo dei nostri emigrati in America. Furono accolti da una diffusa ostilità, fatti segno del razzismo contro gli europei del Sud.
Furono sfruttati per fare lavori umili e sottopagati.
Con un effetto paradossale, alla bisnipote di uno di questi poveri disgraziati, una dodicenne di origine italiana viene insegnato che in quanto bianca (già questo è un passo in avanti perché i bruni calabresi e siciliani bianchi non erano del tutto considerati) deve pentirsi ed espiare i peccati della sua razza.
È vero che il razzismo non è la stessa cosa del mancato apprezzamento del merito, ma se si parte con il pregiudizio razziale pensate che sia facile farsi apprezzare per il merito e le capacità?
Essere bianchi per molti americani fortemente ideologizzati non è sinonimo di innocenza ma in una società fortemente orientata al business il merito e le capacità vengono rispettate.
In Italia specie nell’estremo sud non abbiamo la macchia di un razzismo conclamato ma in compenso confondiamo merito e capacità con l’albero genealogico delle persone: figli di padri, nipoti di nonni, fidanzati o compagni di figlie di padri.
È meno odioso del razzismo ma è parimenti nocivo e tossico per la società e per i giovani in partolare.
2 Comments
E’ bello e giova leggere articoli come questo, con richiami a tanti accadimenti, vicini e lontani, che fanno parte delle nostre conoscenze e che allargano la visione delle cose che ci circondano e quindi rendono la nostra mente più pronta a cogliere determinati accadimenti onde migliorare le avversità o le novità che si susseguono ad un ritmo sempre più veloce.
Ciò detto, ed avendo colto la sua passione per gli studi in generale e quelli storici in particolare, mi permetto di farle “conoscere” un mio antenato che ne trattò e pubblicò un libro dal titolo “Della cronologia elementare”. A parte l’inizio di detto libro, che tratta della determinazione del tempo onde poi collocare gli accadimenti degni di memoria, la seconda parte riguarda una vera ed approfondita analisi della STORIA conosciuta sino ad allora. La sua lungimiranza, le sua cultura definita “enciclopedica” gli hanno consentito anche tante valutazioni dei tempi futuri, ad iniziare dalla prima guerra mondiale ed a seguire. Le allego il link per poterlo leggere o stampare. Lo storico del tempo, poi Presidente della Repubblica Francese THiers lesse ed elogiò quest’opera Ma “nemo profeta in patria”.
Il link del libro non è trasmissibile tramite questa via, mi scusi, ma lo farò tramite email al suo indirizzo di posta elettronica Buon pomeriggio