Il programma dell’associazione tra calabresi e amanti della Calabria (in costruzione)
Ai calabresi d’Italia e del mondo, ai quali fanno fede: la terra d’origine, la speranza del ritorno, il giudizio sereno sugli uomini e sulle cose, l’esame spassionato dei fatti non travisati da intenzioni calunniose, le virtù dell’azione pacifica.
La domanda più amara per chi ama la Calabria non è retorica, né di maniera.
«Perché una terra così bella, così ricca e così ospitale è diventata sinonimo di scandalo, di realtà sociale ed economica degradata, di regione che non sta al passo con i tempi?
Perché “calabrese” può impunemente essere usato in tono dispregiativo?
Forse il cuore della risposta sta nell’apatia con cui i calabresi sono costretti a convivere da decenni. O forse nella lontananza dei molti che hanno scelto di partire per lavorare. Nei silenzi strozzati di quelli che hanno scelto di restare, ma separati, in dispetto di tutto e di tutti. O forse ancora nella connivenza dei prudenti che ossequiano i prepotenti per calcolo. Nei timori dei pavidi asserviti all’inerzia del quieto vivere.
La risposta civile non consiste nel tratteggiare l’ennesima anatomia di un declino. All’analisi deve seguire una proposta, un progetto, un programma che metta al centro la parola, la denuncia, il racconto per dire ciò che molti vorrebbero tacere.
Ai calabresi va restituito il coraggio e la forza della verità, il potere della parola, l’energia di quell’idioma culturale comune che le stanche aristocrazie politiche e le consorterie rampanti hanno ridotto ad apatico dialetto elettorale.
Ma la voce ha bisogno di corpi, di persone animate da una sincera volontà di riscatto. Persone capaci di restituire la parola allo sdegno ammutolito dalle cronache del malaffare e dell’inerzia. Per denunciare, per esortare, per indirizzare il pensiero e l’azione di tutti coloro che hanno la Calabria nel cuore.
Qui di seguito i punti programmatici del nostro modo di progettare il presente e pensare ai tempi di un possibile riscatto.
Dichiarare il nostro amore per la Calabria, per la verità, per la giustizia significa per noi impegnarci a informare, criticare, denunciare e svelare la verità. Raccontare e riportare nell’ordine del discorso pubblico i fatti e i traffici taciuti alla pubblica opinione. Denunciare il rumore mediatico delle chiacchiere asservite all’omertà di fatto.
Troppo spesso si coprono gli scandali con notizie tanto clamorose quanto vane. Scandali di una notte sola. Appetitosi orrori della solita cronaca. Polemiche puerili. Comizi di livore. Così mentre la superficialità, il disinteresse e l’incostanza cavalcano la cresta dell’onda, negli abissi del non detto vagano i mostri dell’immobilismo e del declino.
Parlare di ciò di cui “sarebbe meglio tacere”, denunciare ad alta voce il malaffare, sbattere i fatti in prima pagina, svelare i segreti delle consorterie. Sono questi i punti cardinali di un progetto che immagina una Calabria libera dalla cattività di un regionalismo dimezzato e umiliato dalle pagelle di una cieca efficienza. Basta con le graduatorie, le percentuali, le classifiche. Si torni alla logica della qualità della vita non come pura e semplice durata.
Siamo solo agli inizi di un’era in cui l’informazione digitale giocherà un ruolo decisivo. Internet ci permette oggi di vivere il lavoro e l’informazione come flusso continuo di comunicazioni in tempo reale. La rete, se intesa come infrastruttura dell’interesse collettivo, nella logica dell’economia della conoscenza, consente di promuovere la cultura, il lavoro e la storia. Favorendo i saperi e le arti, valorizzando le nostre radici, non a fini identitari, ma come contributo al sale delle differenze, unico rimedio alle disuguaglianze mute.
Il lavoro, la cultura, la scuola e la solidarietà sono i punti cardinali del nostro progetto. Un progetto ambizioso che ha il fine di contrastare una politica culturale servile e lontana dalla gente. La libertà di parola, al servizio di un’opinione pubblica franca, è la sfida che lanciamo e proponiamo di raccogliere per contare.
Per noi contare significa partecipare.
1 Comment
La amo la Calabria. Ma non mi sottraggo dal criticarla. Quanti dolori ha dato a me che sono lontano da più di 60 anni. Tutti gli anni visito la chiesa di Taverna ed i dipinti di Mattia Preti ,ma nelle promozioni del turismo regionale, nessuno ne parla!