Il Movimento 5 Stelle in questi mesi, ma soprattutto di recente, ha riacceso il riflettore sulla “questione morale” in politica e nei partiti. Una iniziativa lodevole, se non fosse a macchia di leopardo.
Dalla questione morale (mancata)…
A Cosenza, città della maestrina-coordinatrice regionale Anna Laura Orrico, ad esempio, dopo l’inchiesta della Dda di Catanzaro, all’epoca guidata da Nicola Gratteri, denominata “Reset”, tutto l’establishment pentastellato, incluso il presidente Giuseppe Conte, ha postato sui social l’indignazione rispetto alle questioni che erano emerse dalle investigazioni (e che hanno portato, lo scorso giugno, allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Rende).
“Un plauso da parte mia va alla DDA per la più estesa indagine su Cosenza riguardante la mafia, insieme al mio pieno sostegno al Procuratore Nicola Gratteri (…)Noi del Movimento restiamo dalla parte della legalità, dalla parte giusta” dichiarò, invocando subito una commissione d’accesso antimafia, l’allora parlamentare Alessandro Melicchio, oggi ricandidato per le “europarlamentarie”, il voto online su piattaforma per decidere i candidati alle europee.
Solo proclami? In effetti si, se si pensa che l’inchiesta “Reset” ha “pizzicato” amministratori di Rende, tra cui il sindaco Marcello Manna, ma anche l’assessore comunale con delega alla polizia municipale e alla manutenzione del Comune di Cosenza, Francesco De Cicco, accusato di associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso e intestazione fittizia.
Per la Dda di Catanzaro De Cicco avrebbe stipulato un patto criminoso con Daniele Chiaradia, presunto capo di un’associazione a delinquere finalizzata al gioco d’azzardo, e Mario “Renato” Piromallo, organico al clan “Lanzino” di Cosenza. Sul punto si è registrato il silenzio assordante del M5S che nella Giunta comunale di Cosenza, a fianco a De Cicco, siede con l’assessora al welfare Veronica Buffone, che non ha nessuna intenzione di rinunciare alla poltrona. Questo ha fatto storcere il naso a molti, tant’è che il presidente di “Legalità-Democratica”, avvocato Maximiliano Granata, ha dichiarato alla stampa “Il M5S governa con De Cicco e si scopre garantista, ci prendono per fessi!”.
Per non parlare del silenzio imbarazzante (e imbarazzato) sui rapporti del consigliere regionale del M5S Francesco Afflitto con personalità vicine al “magico mondo” della ‘ndrangheta cirotana, come Nicastri e Cornicello. E come dimenticare l’intercettazione agli atti dell’inchiesta della Dda di Catanzaro “Stige” che “pizzica” Afflitto insieme a Mario Lavorato, già pregiudicato oggi condannato in Appello a seguito di quell’inchiesta per associazione mafiosa e estorsione a 8 anni e 8 mesi. In tale intercettazione (ordinanza di custodia cautelare di Stige del 2017 (pag. 387) Lavorato inneggiava al clan Farao. Non una cosa di poco conto, ma forse di poco Conte, dato che il Presidente ne è a perfetta conoscenza. Insomma, le mosse grilline in Puglia rischiano di essere una semplice scossa pre-elettorale e non una problematica sulla quale andrebbe scavato di più, non glissando su una dovuta auto-critica.
… alla questione di genere
I grillini in passato hanno dimostrato di essere moderni e di non “soffrire” di questioni ataviche che attanagliano i vecchi partiti. Del resto, hanno portato all’elezione la prima sindaca donna della capitale, Virginia Raggi.
Ora, però, forse, il “vento sta cambiando” (Raggi dixit). Lo ha evidenziato il Corriere della Sera qualche giorno fa: alle “europarlamentarie” del M5S c’è stato sì, un crollo generale del numero di candidati, ma, in particolare, nel numero di donne. In 11 Regioni, tra cui la Calabria, le candidate donne variano da 0 a 2. Per il Corriere nel complesso sono state 73 le donne candidate al primo turno.
Tra i 500 candidati (già molti meno rispetto al 2019) “il rapporto tra donne e uomini era di circa 30 a 70” ha dichiarato, invece, il buon ex parlamentare Vito Crimi, oggi collaboratore del M5S nazionale.
Tenuto conto che nel primo turno si votava su base regionale (solo nel secondo su base circoscrizionale), alcune donne, tra cui due calabresi, sono passate di diritto al secondo step, mentre altre sarebbero state espunte dalle liste prima ancora del voto online.
Certo, nel secondo turno si avranno 40 uomini e 35 donne al voto, oltre il grappolo di candidati voluti da Giuseppe Conte e catapultati direttamente nelle liste, previa ratifica virtuale. Dei nomi noti annunciati fin d’ora, vi sono il capolista al sud, di origine calabrese, Pasquale Tridico (ex presidente INPS), il capolista alle isole, Giuseppe Antoci (ex presidente del Parco dei Nebrodi), e il capolista nel nord-ovest, Ugo Biggeri (ex presidente Banca Etica). Tutti ex e tutti uomini.
Le candidature “pop”: la sessuologa e la scrittrice erotica
Anche in Calabria, come si è detto, le candidature femminili alle “europarlamentarie” hanno latitato. In verità, alcune non sono arrivate nemmeno al voto, essendo state espunte, nonostante un curriculum di qualità. Tra queste l’ex candidata regionale del 2020 e architetta reggina, Maria Laface (che, però, per regolamento, essendo stata referente di gruppo territoriale, non poteva candidarsi) e l’ex candidata comunale Maristella La Manna, storica attivista cosentina, molto popolare sulla piattaforma e con un profilo internazionale. La stessa si definisce “Professionista multilingue delle relazioni internazionali”, lavora nell’area internazionalizzazione dell’Unical e parla regolarmente inglese, francese e spagnolo. Nonostante la regolare presentazione della autocandidatura sul portale grillino, il suo nome è sparito senza nemmeno una previa comunicazione. “Siete diventati peggiori di quelli che volevate combattere” si è sfogata in una delle poche chat di attivisti non “militarizzate”.
Insomma, sulla piattaforma (con diritto di accesso diretto al secondo turno di “europarlamentarie” risultavano solo due donne calabresi: la catanzarese Monica Riccio e la cosentina Gilda Immacolata Stelitano.
La prima è stata candidata alle comunali di Catanzaro a sostegno di Nicola Fiorita nel 2022 ottenendo 84 preferenze personali. Iscritta all’albo degli psicologi in Calabria, è anche una sessuologa. Nel suo curriculum afferma di essere “consulente sessuologa” e di occuparsi, tra le altre cose, di “terapia di coppia e disfunzioni sessuali”. Sempre nel suo pubblico curriculum vanta una collaborazione con l’azienda farmaceutica Bayer per la quale ha relazionato a “convegni regionali sulle disfunzioni sessuali”. In più, si dichiara presidente del Centro di Sessuologia della Calabria ONLUS dal 2007.
La Riccio nel suo curriculum vanta solo pubblicazioni inerenti la sfera della sessuologia, come quelle sulla testata “Panorama Sanitario” dal titolo “Eiaculazione precoce” (n. 6 – giugno 2001, pag. 13), “Fantasie erotiche” (n. 4 – aprile 2002, pag. 13), “Anorgasmia” (n. 5 – maggio 2002, pag. 13) e “Frigidità” (n. 7 – luglio 2002, pag. 13). Senza contare la pubblicazione (indicata nel curriculum) su “Top girl”, nota rivista per adolescenti, dal titolo “Passeresti la notte con uno sconosciuto?” (n. 89 – giugno 2005, pag. 30); quella sul Giornale Italiano di Medicina Sessuale e Riproduttiva (Vol.14 N° S1 giugno 2007 pag.S 54 P 49) dal titolo “Gli step dei disturbi sessuali della donna nella terza età” e quella dal titolo “sessualità nella terza età” su “Bollettino SIGG Calabria” (n. 1 del 12 dicembre 2011, pag. 7). Un suo contributo, datato 2010, sulla “Eiaculazione ritardata” si trova anche sulla testata “Catanzaroinforma.it”.
Nel 2019, inoltre, come sessuologa ha partecipato come relatrice alla presentazione del libro di Antonio Iannicelli, “Curiosità erotiche e salute pubblica in Calabria”. Anche nel maggio 2023 in altro evento la Riccio si è definita “una delle prime sessuologhe che si sono specializzate nel territorio catanzarese”.
Politicamente, la Riccio è vicina al sonnecchiante consigliere comunale del M5S Danilo Sergi ma anche al cognato di Fiorita, Rocco Mazza, alias “rocchino il cognatino”, iscritto al Grande Oriente d’Italia, i cui amici hanno parecchie fortune alle latitudini di Palazzo De Nobili (un suo socio e la moglie hanno avuto due affidamenti diretti dal Comune, mentre l’ex amministratrice di una sua società è presidente dei Revisori dei Conti del Comune, per dire). La “fortuna” è arrivata anche per Monica Riccio che con determinazione n. 3446 del 4 dicembre 2023 del Settore personale e Organizzazione del Comune di Catanzaro, è entrata a far parte dello Staff del Sindaco Fiorita, come “responsabile delle relazioni interne ed esterne” per 18 ore settimanali. Da qui, forse, l’idea di pensare in grande, magari verso Bruxelles? (pur difettando, da curriculum, di competenze linguistiche?).
L’altra candidata, la cosentina Gilda Immacolata Stelitano, non ha un curriculum pubblico sulla piattaforma del M5S (in altre epoche sarebbe stata esclusa di default). Da LinkedIn pare abbia conseguito una laurea triennale in scienze motorie in sei anni (dal 2014 al 2020), mentre su X (ex Twitter) si chiama “PickolaaStellaa” in quanto fan di Luciano Ligabue, cantante dalla stessa definito “cucciolo” e nel cui film “Made in Italy” è stata comparsa nel 2018.
In uno dei suoi molteplici profili Facebook la Stelitano si definisce una “aforista”, ma è anche poetessa e scrittrice. Nel maggio 2022 ha pubblicato il libro “Toccami” edito da lei stessa e in vendita su Amazon, nella cui descrizione si legge: “Pensieri erotici femminili contemporanei”.
Insomma, architette e dipendenti pubbliche poliglotte escluse dalle liste, sessuologhe e scrittrici erotiche alla prova del voto online. Una scelta politica o un macroscopico errore?
Al sud altri ex, stavolta parlamentari, ci riprovano
Altri ex all’orizzonte. Dopo il taglio dei parlamentari e le percentuali elettorali meno corpose delle ultime politiche, molti deputati e senatori del M5S al primo mandato non ce l’hanno fatta ad avere un secondo giro di giostra romana.
A riprovarci in Calabria, tentando il viaggio verso Bruxelles, è Alessandro Melicchio, uno dei deputati più attivi della precedente legislatura che arrivò a chiedere lo scioglimento del consiglio regionale della Calabria per la mancata calendarizzazione della legge “Taglia-privilegi”. Oggi che alla torta di Palazzo Campanella mangia anche il M5S, Melicchio è molto meno loquace sul punto (e su molti altri).
Molto gettonata, invece, è l’avvocata pugliese Valentina Palmisano che dopo l’esperienza parlamentare si è candidata alle amministrative di Ostuni divenendo presidente del consiglio comunale nel 2023. Un buon trampolino di lancio.
Altra pugliese che ci riprova è Anna Francesca Ruggiero di Bitonto, ex portaborse dell’allora deputato grillino Francesco Cariello (poi silurato dalle “parlamentarie” del 2018) e poi divenuta essa stessa deputata, con un passato, prima della politica, da “portalettere e fattorino postale” e da “addetta alla vendita”. In corsa anche la ex senatrice campana, già membro della commissione permanente politiche dell’Unione Europea, Felicia Gaudiano, oltre che l’avvocata abruzzese ed ex deputata Valentina Corneli. Insomma, sessuologhe a parte, il collegio sud potrebbe essere (anche) il collegio delle seconde opportunità.