Il sottoscritto che ha una pensione una volta definita d’oro, ora declassata ad argento e prossima al bronzo è tra il 5,8% dei contribuenti sui quali gravano le tasse a vario titolo non pagate da tutti gli altri, non evasori fiscali.
Non me ne sono accorto perché altrimenti dovrei rivendicare i privilegi e le attenzioni riservate alle corporazioni. Una corporazione di pensionati che pagano le tasse per il resto del Paese avrebbe un senso e una giustificazione. Ma in questa strana Italia come non esistono le corporazioni delle minoranze che le tasse le pagano non esistono, o sono poco considerate, quella degli scienziati, dei direttori d’orchestre prestigiose, non quella dei medici ospedalieri che si fanno un mazzo così e in cambio specie nei Pronti soccorso sono mazziati dal primo energumeno che passa da quelle parti.
Ci sono invece corporazioni che contano, mettono all’angolo politici e sindaci, che se sono in agitazione fermano le città e mezz’Italia.
Parlo dei taxisti che contro l’evidenza negano di essere pochi rispetto alla domanda dei cittadini, che prendono a bordo solo clienti che hanno destinazioni che gli fanno comodo, che sono attaccati al telefono costringendo il povero passeggero ad ascoltare conversazioni di estremo interesse, a Roma si preferisce parlare di calcio, o meglio da Roma e da Lazio, cioè “voi mette i lupi con sti burini de laziali”.
Ma a parte questo, poiché anche i tassisti invecchiano, ma non rinunciano alla licenza manco morti trovi taxisti che – sempre restando a Roma – non conoscono le strade principali e per andare al Colosseo ti fanno girare tutt’intorno alla città.
Ma la loro corporazione resiste, mette in crisi i sindaci, ne promette la fine politica e li induce a fare marcia indietro.
Poi la corporazione per eccellenza: i gestori degli stabilimenti balneari. È noto che la maggioranza paga allo Stato canoni risibili e invece fanno pagare ai bagnanti tariffe stellari.
Stamane ho fatto una passeggiata a Follonica in Maremma e dove c’erano 4 file di ombrelloni l’uno attaccato all’altro ora ce ne sono 5 o 6. Un carnaio anche senza clienti a maggio.
Ma occorre allargare il concetto di corporazione. Ad esempio chi è iscritto alla Massoneria che comanda un po’ dappertutto è una casta o un club segreto o una corporazione?
La risposta non è facile, perché casta, club segreto e corporazione hanno profili diversi ma un obiettivo comune: contare più della politica, degli intellettuali, manco a dirlo dei cittadini comuni.
Gli avvocati e i magistrati, quest’ultimi sono già una corporazione intoccabile, se sono massoni deviati, cioè in combutta con i mafiosi ricchi di risorse, sono una corporazione o una presenza oscura, potente, intoccabile? L’esperienza di regioni come la Calabria che ha più logge che balconi ci dice che sono il Potere che fa, disfa, promuove, emargina, ammette nei salotti che contano o relega in case di due camere e servizi.
Cosa significa in queste condizioni che valgono per tutt’Italia parlare di democrazia, di parità di diritti, di fiducia nella Giustizia? Nulla.
Non posso non citare l’esperienza amara della Fondazione Giuliani e lo smantellamento di Villa Rendano. Se mi chiedete se è probabile che i quattro cialtroni che l’hanno usurpata paghino la loro arroganza belluina rispondo di sì. Ma se mi domandate che Villa Rendano tornerà ad essere un polo di grande cultura, di concerti con artisti internazionali, un museo multimediale e le sue articolazioni di livello nazionale e in alcuni casi internazionale, se mi domandate se una grande storica dell’arte eccellente direttrice di Consentia Itinera potrà tornare a fare il suo lavoro e non cedere il posto a qualche guitto del PD compagno di una presenzialista per mestiere la mia risposta è NO, non accadrà.
Perché sarebbe il segno che la cupola massomafiosa può anche perdere una partita.
E questo che scrivo nel libro di prossima presentazione in una sala non prestigiosa ma pubblica e ciò che sarà la missione della costituenda Associazione “E venne il giorno della Calabria”; è questo che continuerò a scrivere su I nuovi calabresi. Sono tutti mezzi che in una terra normale richiamerebbero l’attenzione e l’intervento del Parlamento e del Governo nazionale. Ma la Calabria non sa cosa è la normalità. Salteranno le mezze cartucce come Walter Pellegrini massoncino di pochi carati, ma di gente come lui ci si serve non ci si batte.