Scrivere di economia e cioè, per quanto ci riguarda, di debito fuori controllo, di ritorno al rigore e alla cinghia più stretta, non è facile e soprattutto non è attraente per i lettori.
Ma è proprio quello che ora dobbiamo fare nel nostro piccolo, ma con l’impegno ad essere chiari, sinceri, non portatori di sfiga ma di un po’ di sana verità e serietà. Materia quest’ultima che è scarsa in tutt’Italia perché la politica vive di “consenso” dove la parte sbagliata è ciò che di solito manca: il “senso”, la ragionevolezza di quello che chi governa fa e di quello che non fa.
Allora provo a essere come promesso chiaro e il meno noioso possibile.
L’Italia da quasi mezzo secolo, dagli anni ’80 almeno, pensa di poter spendere e spandere perché tanto c’è sempre “uno zio d’America” ricco e un po’ fregnone che è pronto a darci una mano.
Per intenderci una replica infinita del Piano Marshall che i due terzi degli italiani neppure sanno cos’è. Allora per loro ricordo che usciti con le ossa rotte e con rovine ovunque dalla guerra che avremmo dovuto vincere con l’alleato Fuhrer in poco tempo l’America – lo zio d’America appunto – riempì l’Italia e l’Europa di un mucchio di soldi che ci permise prima di sopravvivere e poi di riprenderci poco alla volta.
Quella generazione alla quale, bambino, appartengo anche io è stata la migliore, la più seria, la più votata alla fatica e al sacrificio, la più solidale con gli altri, poveri e sbandati.
Le cronache dell’economia sono lette prevalentemente dagli addetti ai lavori, ma l’economia cambia e condiziona la realtà della vita sociale e individuale.
Dalla Unione Europee ci è stato assegnato un compitino per niente facile che fa fatica ad arrivare all’attenzione dei cittadini.
Provo a semplificare: abbiamo sperperato € 200miliardi per il superbonus che è stato concesso a cani e porci senza controlli, senza selezionare gli immobili che giustificassero interventi radicali e in conformità agli obiettivi di ridurre le fonti fossili per l’energia, con l’atteggiamento da benefattori dei governanti, Conte in primo luogo, ma con la condivisione tacita e conclamata di tutte le forze politiche. Chi è quel cattivone che nega centinaia di migliaia di euro a condomini in buono stato, abitati da persone agiate e collocati in zone residenziali? Nessuno, sempre per quel benedetto consenso che manda a ramengo la finanza pubblica, accentua anziché ridurre le sperequazioni tra i cittadini, rendono poco credibili le promesse di ridurre un debito pubblico che è difficile quantificare.
Torniamo al “compitino”: dobbiamo ridurre il debito pubblico in tre anni che significa dover contare su € 60miliardi di meno a disposizione per i prossimi anni. Ovviamente il peso maggiore ricadrà sulle regioni meridionali più povere, spesso male amministrate, la Calabria in testa, e a questo salasso il Sud dovrà aggiungere una perdita di € 75miliardi che con l’autonomia differenziata traslocheranno da Sud a Nord.
I numeri non hanno anima, non ti trasmettono la povertà di 6 milioni di poveri assoluti, non ti libera dall’obbligo per i giovani di tornare all’antica pratica dell’emigrazione dei loro nonni e padri. Oggi si emigra con il trolley non con le scatole di cartone che facevano colore e denigrazione da parte dei connazionali a nord del Po.
Se trovate queste banali informazioni nel dibattito politico calabrese, o nelle 73 testate che vivono dei benefici che porta loro il silenzio omertoso fatemelo sapere.
I calabresi vivono nell’inconsapevolezza, sperano nella raccomandazione di qualche trombone politico “poco raccomandabile”.
C’è sempre un “santo in Paradiso” che risolverà tutto o uno zio d’America che come negli anni Trenta e seguenti manderà ai compaesani rimasti a casa qualche decina di dollari, o pacchi alimentari o vestiti dismessi.
Peccato che lo zio d’America ha fatto sapere al mondo votando e forse rivotando Trump che l’America se ne frega dell’Europa e dell’Italia. Si deve armare? Ci pensi l’Europa. L’embargo a danno della Russia non fa un baffo a Putin? Ci pensi l’Europa.
E se l’Europa non ci pensa perché è un coacervo di amici-nemici che si fa? Noi abbiamo lo zio casareccio, il noto frottoliere Salvini, che votano in un empito di autolesionismo persino i calabresi.