Illustre Procuratore Gratteri,
ho manifestato come migliaia di Calabresi apprezzamenti e gratitudine per la sua battaglia contro la delinquenza mafiosa calabrese, ma anche contro insospettabili – forse da parte di chi non voleva e non vuole vedere e capire – che sono entrati in politica, una pessima politica, in magistratura – una bestemmia per chi crede nella legalità, nella economia e nella cosiddetta società civile.
Detto questo mi consentirà di manifestarle il mio rammarico, che ho celato perché avevo bisogno di tempo per renderlo giustificato e credibile. Lei aveva con sollecitudine e cortesia accolto subito la mia richiesta di incontrarla per presentare il primo giornale di inchiesta, libero da ogni condizionamento ICalabresi che aveva sostituito il progetto editoriale cartaceo affidato ad un bravo giornalista e saggista, coautore di molti saggi da lei pubblicati sulle mafie che infestano mezzo mondo, Antonio Nicaso.
Non era in discussione la professionalità del suo amico d’infanzia e come ci siamo detti qualche settimana fa in una lunga telefonata Italia – Canada si è trattato solo di una valutazione di non sostenibilità economica per un mensile cartaceo che, come tutti i suoi confratelli, oggi non ha più lo spazio indipendentemente dalla sua qualità.
Lei ha annullato subito quell’incontro presumibilmente perché informato di questa vicenda, in modo parziale e fuorviante.
Potrei dire che un Magistrato così autorevole e stimato forse avrebbe potuto sentire anche la mia versione. Ma non era obbligatorio. Ma ora debbo richiamare la sua attenzione non sul bravo collega Nicaso ma su un meno bravo, anche lui un suo amico – che ne fa continuo sfoggio urbi et orbi – il soggetto Walter Pellegrini, figlio dell’editore galantuomo Luigi con cui ho avuto il privilegio per 50 anni di essere chiamato e amato come un fratello.
Forse lei non lo sa, ma il 30 maggio 2022 il suddetto Pellegrini – non comparabile al suo papà – con altri tre, da me nominati membri del Cda della Fondazione Giuliani, senza uno straccio di motivazione sostituita da una produzione seriale di falsi, minacce, diffamazioni, si sono impadroniti senza averne titolo e motivo se non la propria bramosia di potere (?), peraltro solo apparente per la prima volta in Italia di un Ente del Terzo settore convinto dal sindaco del tempo Mario Occhiuto, ora noto alle cronache giudiziarie, ad acquistare e salvare dal degrado Villa Rendano che lei ha avuto modo di frequentare. C’è dal 2017 un nuovo Codice del terzo settore che impone all’art 50 al partner pubblico legato al privato da un rapporto di sussidiarietà orizzontale collaborazione, condivisione leale e coprogrammazione. Esattamente il contrario fatto dal Comune di Cosenza e dal neo senatore Occhiuto, divenuto killer con i quattro consiglieri infedeli della Fondazione spogliata già del suo patrimonio materiale ed immateriale. In aggiunta a quanto sopra ICalabresi che aveva raggiunto in un anno risultati diffusionali, economici e patrimoniali è stato chiuso e regalato a tre redattori felloni. Alla faccia dell’art 21 della Costituzione, il sig. Walter Pellegrini ha osato definirlo un “danno per la Fondazione”.
Fin qui siamo su fatti oggettivi ma non dirimenti. E allora passiamo ad un campo, quello giudiziario, che Lei conosce alla perfezione.
La prima mia reazione – non per interesse personale ma per tenere fede all’impegno assunto con il Fondatore Sergio Giuliani – è stata quella di affidarmi a un illustre avvocato locale per contestare in Tribunale a Roma il compimento di “un abuso di diritto”.
Poi visto che anche a Cosenza gli avvocati debbono essere testati sul piano dell’indipendenza e della correttezza mi sono rivolto ad un avvocato di Grosseto che nulla sapeva del contesto tossico calabrese. Poi ho deciso di essere avvocato di me stesso – sono iscritto all’Ordine di Roma da 20 anni – e le cose sono cambiate.
Il suo amico con faccia di tolla e privo di argomenti ha cominciato ad eccedere con i falsi e le invenzioni e s’è spinto ad accusarmi di “aver violato la legge”. Così il giudice civile gli ha imposto di trasmettere la citazione alla Procura che l’ha archiviata o cestinata lasciando a me l’onore di presentare due denunce alla Procura, una per vessazione, che ha prodotto come previsto due anni fa da un cardiologo che ritenne di dovere scrivere una parere prognostico pro veritate, la mia invalidità “grave al 100%”, una per malversazione e una terza in itinere per omissione dei doveri d’ufficio del Prefetto di Cosenza considerando che la manovra criminale di WP e soci è stata di sicuro sostenuta e protetta dalla massomafia con l’omertà di tutta la Calabria peggiore.
ICalabresi sono di fatto morti e I Nuovi Calabresi da me fondato e diretto ha superato in un anno il primo milione di lettori.
Il 13 giugno presenterò il libro scritto con l’amico milanese Giuliano Corti titolato “Calabria stelle e buchi neri – Il declino colpevole di Cosenza” che sarà promosso e distribuito in tutt’Italia. Il giorno prima, 12 giugno, sarà costituita l’Associazione civica “E venne il giorno della Calabria”, un nome tratto da una bella poesia di Leonida Repaci. Se come spero e credo saranno migliaia ad aderirvi per rivendicare il nostro diritto di avere tutti i diritti costituzionali, darà voce e coraggio ai calabresi. Il suo amico W. Pellegrini sarà ricordato come il profittatore del rapporto unico tra me e il Papà, come affossatore in compagnia di massomafiosi e politici da marciapiede di una realizzazione costata 13milioni di euro, 11 anni di fatica e di impegno di due professioniste eccellenti fatte fuori dal killerino rabbioso Pellegrini W che non vuole in Villa se non suoi parenti e altri nullafacenti adattissimi a gestire a Villa Rendano il mercato delle marchette.
Lei di questo non ha alcuna responsabilità, come ovvio, ma se mi consente prima di giudicare e virtualmente condannare sarebbe bene conoscere, valutare torti e meriti, perché l’amicizia è un bene prezioso se l’amico la merita e la ricambia con onore.
Cordiali saluti e auguri e complimenti per il prestigioso incarico al servizio della giustizia e della legalità.