L’articolo che apre il giornale odierno con la notizia dell’avvenuta denuncia del Prefetto di Cosenza non è di poco conto, porta fascine nuove alla definizione – non mia – di Cosenza “città della ’ndrangheta”, un accostamento che addolora noi cosentini e conferma ciò che più volte ho scritto, vox clamantis in deserto, che è tempo di chiedersi e chiedere anche alle istituzioni politiche nazionali come sia potuto accadere il diffondersi di questa metastasi nel disinteresse generale e con la complicità attiva o omissiva della classe dirigente di questa città.
Premetto che una denuncia non è una condanna, ma vi assicuro che prima di presentarla ho consultato molti professionisti in grado di valutare la legittimità e il fondamento di un’iniziativa così inusuale e dirimente.
Ora in sintesi e con la massima chiarezza alcune precisazioni:
- mi rammarica molto che abbia dovuto denunciare la dott.ssa Vittoria Ciaramella che avevo incontrato a Villa Rendano in occasione di una sua visita e che avevo apprezzato per il garbo e per la inusuale modestia, avendole chiarito che io per principio non uso il termine feudale di Eccellenza (e farebbe bene anche la Chiesa cattolica perché non si può essere “servi” del Signore e poi usare termini così incongrui);
- ho inviato almeno due o tre PEC al Prefetto, di fatto destinate ai suoi più autorevoli collaboratori, denunciando la gravità dell’assalto criminale ad una Fondazione privata con la conseguente distruzione del patrimonio economico e culturale a danno della città. Nessuno ha risposto quando ho preannunciato una possibile azione legale – salvo una risposta a firma di un dirigente di un ufficio che mi sembrava del tutto incompetente. Mi chiedo se anche tra le mura degli uffici di vertice della Prefettura aleggi lo spirito di don Abbondio o dei “bravi” di manzoniana memoria;
- se leggerete alla fine del libro di prossima presentazione il lungo elenco delle personalità, giornalisti, uomini delle istituzioni locali e nazionali, Unical, persino l’Ordine dei giornalisti della Calabria e l’Ordine avvocati di Roma, tutti – dicesi tutti – i parlamentari eletti in Calabria troverete che il silenzio o l’indifferenza hanno fatto 100 su 100. Compreso il Ministro dell’Interno da cui dipendono i Prefetti. Troppo poco importante un’aggressione ad un ente no profit? Troppo scontato che in Calabria accadano “cose da pazzi”?
- non avevo chiesto al Prefetto di fare altro che una verifica conoscitiva il cui esito sarebbe stato utile alla Prefettura di Roma a quel tempo responsabile della vigilanza di tutti gli enti del Terzo settore. Nulla di più. Il vice Prefetto di Roma incaricato del settore molto cortesemente ha replicato con tempestività e correttezza alle mie segnalazioni informandomi che le competenze erano in via di cambiamento. La nuova Direzione del Terzo settore del Ministero del Lavoro e delegata alla Regione Lazio ha usato la stessa diligenza e pare imminente l’esito dell’esame del mio Esposto presentato 4 mesi e più fa;
- l’illusione cullata da molti, cittadini compresi, che il cambio della guardia tra due Pellegrini, uno legittimo l’altro solo bramoso di servire da cameriere del potere il piatto con le frattaglie della Fondazione Giuliani e del giornale d’inchiesta più performante ICalabresi, potesse passare sotto silenzio è fallita con la nascita de I Nuovi Calabresi e il comportamento non di molti ma almeno di due avvocati di grido locali che definire scorretto e sleale mi inducesse ad arrendermi era ed è rimasta solo una vergogna per la classe forense.
- La nascita imminente dell’Associazione “E venne il giorno della Calabria” e la presentazione del libro che racconta i meriti, ma non cela e giustifica colpe e demeriti della Calabria, faranno il resto che brutalmente definisco “il marciume al potere”;
- sarò io a farlo? No di sicuro, preparo gli strumenti, scriverò senza timori fino a quando potrò. La scommessa di Walter Pellegrini e soci che con la salute malconcia dopo mesi di interventi chirurgici e degenze ospedaliere non mi facesse reagire è nella sostanza fallita, ma non del tutto se a vergogna sua e dei sodali ora posso fregiarmi del titolo di “invalido civile grave al 100%”.
2 Comments
Ho avuto la sfortuna di incrociarmi come Mario Occhiuto È ci ho rimesso 15.000,00 €uro quindi non mi meraviglio più di tanto, franz e Mario a pranzo..termino se no vomito..ciao 🖐
Ho avuto la sfortuna di incrociarmi con Mario Occhiuto È ci ho rimesso 15.000,00 €uro quindi non mi meraviglio più di tanto, franz e Mario a pranzo..termino se no vomito..ciao 🖐