Santo Mungari,
lascio da parte l’aspetto morale della tua scelta di essere il regista tecnico del colpo di palazzo per la conquista della Fondazione di cui sei stato fin dall’inizio, per mia scelta, consulente e avvocato di riferimento. Sul punto mi limito a ricordare che la fiducia e la stima nei tuoi confronti erano così solide da chiederti di fare l’esecutore testamentario in occasione di mia premorienza, non perché abbia chissà che tesori da lasciare, ma per tutelare – e tu sai perché – mia moglie.
Sei un buon professionista, hai una naturale capacità di sfruttare la rete di relazioni che so essere ampia e potente, ma che in un paese che abbia un Giustizia degna di questo nome non dovrebbe contare, e molto, sull’esito di denunce, esposti e citazioni.
Sei più esperto di me, sei capace di essere concavo e convesso, sei un perfetto esemplare del democristiano – oggi ce ne sono tanti ma camuffati da altra casacca – e ne fai un buon uso.
Sono virtù e capacità naturali di cui come sai sono quasi del tutto privo. Democristiani in senso antropologico si nasce, non si diventa.
Ma possederle non rende né obbligatorio né lecito farne uso o abuso: e qui si esce dalla sfera morale e si entra in quella politica e legalitaria.
Tu hai preparato per tempo il ruolo che avevo disegnato con un notaio con ben altre garanzie e finalità – e per questo non hai nascosto la tua ira (non ti piace vedere che qualcuno che aveva il diritto e soprattutto il dovere di farlo metta mano a ciò che avevi proposto, è il caso di un investimento presso le Generali, di soli € 500.000,00 che in soli 4 mesi nel 2021, con borse attive, aveva perduto oltre € 4000,00 (quasi il 10%) e alla prima occasione l’hai utilizzato offrendo una qualificata consulenza e regia giuridica.
Hai violato in modo grave i tuoi doveri deontologici tradendo il rapporto fiduciario e consulenziale con la Fondazione che, come tutto dimostra, era stata da me creata, gestita e amministrata con il massimo della trasparenza. E infatti hai fatto firmare ad altri avvocati del tuo studio memorie e citazioni che sono state da me trasformate in denunce penali, perché costruite integralmente su dati falsi, ricostruzioni fantasiose, mancando il supporto di elementi veritieri. Non hai osato metterci la faccia.
Tutto ciò che nella tua condotta, a mio parere, viola gli obblighi deontologici l’ho ripetuto in un esposto all’Ordine degli Avvocati di Roma che dopo oltre 2 anni si guarda bene dall’esaminarlo. Chissà se questo passo lento non sia un benefit della tua abilità relazionale, dal PD e Zingaretti che ti aveva dato un incarico di prestigio nell’Istituto giuridico C.A. Jemolo al fronte teoricamente opposto. Ho tratto l’impressione in due casi che tu abbia potuto fare buon uso di tanto prestigio.
Ma cosa importa giocare sporco e vincere per una compagnia di manigoldi, uno dei quali ha capitalizzato per fini indegni il grande affetto che mi legava al magnifico papà?
Cosa ci hai guadagnato favorendo la fine irreversibile della Fondazione che Giuliani con un buon carico di ingenuità aveva voluto e poi dotato di progetti più ambiziosi fidandosi del Sindaco Occhiuto, contro il mio parere; con questa affermazione: “Così abbiamo tutto bello e pronto!”.
Il cinismo e l’allergia alla verità di un volpone come Occhiuto hanno avuto la meglio, ma non ha avuto pari effetto nella realizzazione di un progetto culturale civile e museale (quello che Giuliani chiamava “bello e fatto”) difficile, ambizioso e vincente. Tu hai deciso da amico fidato e da consulente retribuito di aiutare i barbari ad affossare quel progetto.
Pur di far male, contando sulla mala fede di un noto avvocato di Cosenza, hai tirato fuori una bestialità indegna di una matricola di Giurisprudenza. Hai fatto passare come retribuzione per il mio impegno da Direttore Generale che sai non essere stato retribuito né compensato con legato testamentario anziché come tardivo e non spontaneo riconoscimento di ciò che tu conosci perfettamente: l’ accettazione su designazione del notaio di essere in concreto e in continuità sino alla morte amministratore di sostegno di Sergio sfruttato da molti e abbandonato da tutti quando su mio incarico chiedesti se qualcuno dei beneficiati fosse disponibile a prendere il mio posto perché ridotto ai minimi termini da una serie di interventi chirurgici e mesi di ricovero.
Nessuno rispose e come ben sai in pieno covid a meta agosto (come era accaduto decine di volte) ero alla Clinica Columbus per carpire notizie su Sergio e riceverne dal prof Gambaro che è parte della compagnia dei traditori.
Tu hai ignorato l’azione persecutoria da parte di Linda Catanese che ti era stata raccontata su mia richiesta dalla vittima. Non hai neppure svolto quel ruolo di controllo che sarebbe spettato al responsabile dell’Organo di controllo, soggetto terzo, non pagato dalla Fondazione lasciato vacante per attribuirtelo in un organismo bizzarro pensando così di non cadere nell’incompatibilità insanabile a norma dell’art 2399 che farà cadere tutto il castello di carta che avete costruito confidando nella “distrazione” benevola di una funzionaria della Regione Lazio. Peccato che io non sia affatto distratto e pur consapevole che avete compiuto “l’omicidio perfetto” a danno di un ente no profit costato 15milioni di euro compresi gli oltre € 300.000,00 “ufficiali” percepiti dal capo banda mio omonimo e tuo complice.
Come dovresti sapere solo la malferma salute, del cui aggravamento siete responsabili, potrà fermarmi. Senza illusioni ma con tutta la memoria del falso e del marcio da voi condiviso, prodotto e utilizzato. Così anche tu da crotonese ti sei meritato la cittadinanza onoraria di Cosenza, ahimè diventata preda della massomafia e della viltà di molti suoi nativi dai “colletti bianchi”.