Onorevoli e Senatori
di tutti i gruppi politici, leali e corretti rappresentanti del Popolo, se avrete la sensibilità e la doverosa onestà intellettuale leggerete almeno un volta questo giornale on line I Nuovi Calabresi che ha superato in un anno il milione di lettori calabresi e non ancora chiuso, come accaduto con il suo progenitore ICalabresi, da chi si arroga il diritto di decidere vita e morte del diritto alla libera informazione, che è sancito dall’art. 21 della Costituzione repubblicana.
A questa pretesa di violenza e illegalità è stata assoggettata anche una Fondazione privata che, con un impegno finanziario di molti milioni di euro di un mecenate cosentino e con quello direzionale e realizzativo del sottoscritto, aveva realizzato in una città di provincia ricca di storia – ma oggi povera di stimoli culturali, di partecipazione attiva alla vita della comunità, offesa da un’insana commistione tra massomafia, istituzioni locali e politica – un polo culturale, civico e museale multimediale di livello internazionale.
Tutto questo e altro ora sottoposto al vaglio dei Magistrati del Tribunale di Roma, in sede civile e penale, è stato reso noto ai vertici istituzionali della Repubblica, alla stampa nazionale, al Prefetto di Cosenza – denunciata per omissione dei doveri d’ufficio – senza aver suscitato alcun interesse, perché “della Calabria non frega niente a nessuno”.
Ancora più grave che i parlamentari calabresi, ai quali era stata indirizzata una lettera pubblica su I Nuovi Calabresi non abbiano mosso ciglio.
Ora ci aspettiamo che gli onorevoli destinatari di questa nota, che potrà essere integrata dalla lettura di numerosi articoli di denuncia su I Nuovi Calabresi reperibili anche su Google, decidano se la Calabria, che si avvia ad un progressiva desertificazione per assenza di diritti e di opportunità per i suoi giovani migliori privi di sacri lombi, è un problema nazionale o solo una solitaria e testarda battaglia civile di un 78enne calabrese, tornato a casa dopo 70 anni vissuti a Roma e da casa obbligato a ripartire perché intollerabile la sua pretesa di libertà e legalità.
Vi ringrazio.
Francesco Pellegrini
Direttore responsabile