Nel 2012 il Sindaco Mario Occhiuto convince Sergio Giuliani, neo presidente della Fondazione Attilio e Elena Giuliani, ad acquistare da SNAM/Italtel Villa Rendano, già utilizzata impropriamente come sede commerciale “dove pagare le bollette”, destinata ad un irreparabile degrado. Franco Pellegrini, che aveva scritto lo Statuto della Fondazione, manifesta la sua contrarietà.
Il problema che pone Pellegrini è che la Fondazione ha una missione molto limitata – finanziare entro un certo limite manutenzione straordinaria di strutture pubbliche, scolastiche e assistenziali, di proprietà comunale. Il capitale della Fondazione è solo di € 10.000,00 e non ha un progetto valido per l’utilizzo eventuale dell’edificio storico.
Occhiuto bofonchia il Campo tecnologico di Trieste che ha un non precisato Programma formativo pronto per l’uso.
Occhiuto organizza l’incontro a Napoli con la sua diretta partecipazione con la Proprietà per l’inizio delle trattative.
A testimoniare l’impegno del Comune sottoscrive una convenzione con la Fondazione che si qualifica come “sussidiarietà orizzontale”. Il codice del Terzo settore prescrive che tra Pubblico e Privato si stabiliscano rapporti di collaborazione, coprogrammazione e reciproco impegno per il raggiungimento di obiettivi di pubblica utilità.
Acquistata Villa Rendano per circa € 2 milioni si procede con selezione tra le più accreditate imprese di restauro di edifici storici ad affidare il compito di una radicale ristrutturazione con progetto approvato dalle BB.AA. di Cosenza.
Come prevedibile il Progetto del Parco tecnologico di Trieste – che avrebbe dovuto dare un senso e una funzione a Villa Rendano – era un bluff perché già venduto lautamente alla Regione Calabria per la neonata Società CalabriaInnova chiusa dopo meno di tre anni dalla sua costituzione.
I lavori terminano alla data prefissata 10 luglio 2013 – per un costo di un milione circa – che vengono finanziati dal fondatore con un prestito a lungo termine che come tutte le uscite successive, sotto forma di prestito nella misura tra € 250.000 e dal 2017 € 200.000, saranno iscritte a bilancio come “passività”.
Dopo aver preso con un’azione illegittima e immotivata il possesso della Fondazione nel maggio 2022, Walter Pellegrini, collaboratore retribuito con € 45.000,00 annui come Direttore del Progetto Villa Rendano presente sul territorio, il passivo solo nominale prodotto dalla modalità di finanziamento scelta dal Giuliani, sarà presentato in due azioni legali come “conseguenza di mala gestio” da parte del DG Franco Pellegrini. È un falso clamoroso che sarà con fatica dimostrato tale nel processo per abuso di diritto, la cui udienza finale è in conseguenza anticipata dal 2026 al 16 settembre 2024. La stessa accusa viene riproposta in una Citazione composta solo di falsi con il corredo di presunte “violazioni di legge” da parte del DG e Presidente Franco Pellegrini, che inducono correttamente il Giudice a chiedere prioritariamente la trasmissione alla Procura della Repubblica per acquisirne il parere. Non risulta che il PM abbia esaminato la Citazione e quindi si deve ritenere “archiviata”. La denuncia a nome del sottoscritto per vessazione è invece munita del sigillo rosso che comporta il tempo massimo per la trasmissione al GIP di 12 mesi. Seguiranno altre tre denunce penali per “malversazione” uso improprio di risorse pubbliche per. € 300.000 acquisite con bandi pubblici curati con autonoma iniziativa dalla dott.ssa Cipparrone, eccellente direttrice del museo multimediale e di molti altri progetti di successo, ricompensata con la riduzione ILLEGITTIMA dello stipendio (peraltro modesto) perché “disposto dal DG e Presidente che non ne avrebbe avuto il potere! E l’allontanamento con una vergognosa azione di mobbing. Altre denunce penali ipotizzano che l’azione di rapina della Fondazione si sia compiuta con metodi e consenso mafiosi e diffamazione aggravata e false comunicazioni. In precedenza è stata obbligata a dimettersi una brava giovane professionista di Milano come “vittima designata” da dare in pasto alla consigliera Linda Catanese non soddisfatta dall’ azione persecutoria che non più consentita dal Presidente Franco Pellegrini gli è valso la sua partecipazione alla congiura.
Ora i soli dipendenti della Fondazione sono il nipote e il genero di Walter Pellegrini, privi di specifiche competenze (il genero in “sciopero bianco” a seguito della rottura del vincolo coniugale con la figlia di WP).
Il filmato integrale disponibile del CdA del 30 maggio 2022 – che determino grazie alla regia dell’avv. Mungari che abusando della mia fiducia s’ era creato un Organo di Garanzia succedaneo dell’Organo di Controllo obbligatorio e lasciato vacante- prova la totale malafede dei consiglieri impegnati nell’attuazione di un progetto eversivo coperto, garantito, condiviso de facto dalla cupola massomafiosa che con l’apporto di una classe politica indegna domina la vita e l’economia di Cosenza divenuta “città della ’ndrangheta”.
Concludo questo excursus parziale ricordando che un esposto che denunciava l’incompatibilità insanabile dell’avv. Mungari nel ruolo di fatto di Organo di Garanzia a norma dell’art 2399 CC perché privo della obbligatoria terzietà, in quanto consulente retribuito della Fondazione, è stato respinto dalla Direzione Terzo Settore della Regione Lazio in palese e sfacciata contraddizione con le prescrizioni per un controllo di merito art. 25 CC e art. 90 Codice TS dettate con comunicazioni scritte inviate a me per conoscenza dal Direttore Generale TS del Ministero del Lavoro e dalla stessa Direttrice regionale del Lazio che, con un triplo tuffo carpiato, rinnega e contradice se stessa e finge che un inutile e non richiesto “controllo della carte” presentate per l’iscrizione al Registro Unico Terzo settore (fatto già a marzo 2023) rendano legittima una bocciatura dell’esposto, che è evidentemente frutto di un’interferenza indebita esterna come già tentata in sede giudiziaria. Sarà presentata dopo la sosta agostana Denuncia penale per abuso d’ufficio con dolo eventuale, falso ideologico e altri reati che la Procura di Roma dovrà valutare.
La via della vergogna dovrebbe continuare citando le istituzioni locali e nazionali, inutilmente informate in ossequio ai principi di legalità e tutela degli Enti no profit, i parlamentari di tutte le forze politiche, la stampa locale e nazionale, Ordine Avvocati Roma e Ordine Giornalisti Calabria tutti non pervenuti.
La ragione? Quella corrente è che “della Calabria non frega niente a nessuno”, quella sostanziale è che in questo Paese i diritti vengono solo conclamati quando creerebbero imbarazzo o peggio ai potenti veri o di cartapesta.