Diario di bordo del viaggio di un manipolo di traditori e delinquenti con meta finale: la fine di una Fondazione, di Villa Rendano e de ICalabresi, un giornale libero.
Partenza: CdA del 30 maggio della Fondazione, si scrive a verbale che il Voto sul bilancio consuntivo viene rinviato “per una verifica” (poi risolta con una telefonata).
Il CdA, video registrato, dichiara di NON approvare il bilancio, cioè il contrario di quanto risulta a verbale perché solo “rinviato”. Il giorno dopo dalle parole ai fatti: dimissioni generali dei consiglieri e grazie alla regia preparata dall’avv. Mungari abusando della fiducia del Presidente Franco Pellegrini il CdA decade in blocco. L’obiettivo di “far fuori Franco Pellegrini” è raggiunto.
Le motivazioni sono di fatto assenti. È una sporca congiura che segnerà la fine progressiva della Fondazione Giuliani, di Villa Rendano e del giornale ICalabresi, definito dall’omonimo congiurato Walter Pellegrini “un danno per la Fondazione”. I numeri dei lettori, 2 milioni e mezzo in un anno, l’autorevolezza scomoda del giornale, le prospettive a breve di autofinanziarsi con la pubblicità e i contributi pubblici, sarebbero “il danno”, e così il valore patrimoniale della testata e dell’editrice posseduta dalla Fondazione certificato e pari in totale a 500 MILA EURO ignorato per chiudere il giornale e cedere gratuitamente la testata a 4 redattori, in forza di un accordo, che si rivelerà suicida, ignorato dal Direttore e Fondatore de ICalabresi.
Iniziano con una serie di PEC scritte da un livido e ignorante Walter Pellegrini in successione: “accuse” e minacce di indagare sulla gestione affidata a FP come Direttore Generale e presentata quasi a cadenza mensile al CdA presieduto da Sergio Giuliani.
Il primo obiettivo è fare fuori una giovane venuta da Milano con un curriculum raro per una ventiquattrenne assunta dopo aver chiesto al CdA di poter affidare ad una agenzia di Milano la selezione di due risorse professionali pregiate, di cui si ha un assoluto bisogno.
La giovane viene assunta saltando la selezione a pagamento perché da mesi lavorava per un semestre formativo nel Museo multimediale Consentia Itinera e F. Pellegrini colpevolmente poco conosciuta. In pochi mesi realizza e porta a termine per la prima volta un Concorso che “racconta” i borghi più affascinanti, riservato agli studenti superiori della Provincia. Porta a termine la donazione al Comune di Cosenza per dotare di supporti informativi il Museo all’aperto MAB in più lingue scritti e fatti realizzare dalla giovane professionista (che conosce alla perfezione inglese, francese e spagnolo).
Ma è odiata e perseguitata dalla cons. Catanese che per motivi di salute non può guidare il concorso e che non perdona alla giovane che le aveva detto di dover chiedere al Presidente, come da statuto, l’autorizzazione per impegnare almeno 30mila euro per il concorso. La testa della giovane è la prima a cadere.
Seguirà a breve l’assurda e illecita persecuzione a danno della Direttrice del museo multimediale che ha portato, con altri, iniziative di qualità al successo per il quale è stato riconosciuto dal Ministero della Cultura “Museo di interesse nazionale”.
In più con il suo diretto impegno ha ottenuto finanziamenti pubblici per oltre 300mila euro. Sono i primi ricevuti dalla Fondazione. In CAMBIO le viene ridotto lo stipendio, le vengono tolte tutte le competenze extra gestione tecnica per obbligarla a dimettersi. Per ora è fuori ma non ancora dimessasi. Restano solo il genero (o ex genero) il nipote e la colf di famiglia di Walter Pellegrini.
Inizia una faticosa e costosa guerra giudiziaria da parte di Franco Pellegrini chiarendo che in ogni caso non tornerà ad aver alcun ruolo nella Fondazione che ha di fatto creato soprattutto facendo di Villa Rendano acquistata (ma non prevista) da Giuliani, cedendo alle richieste pressanti del Sindaco pro tempore Mario Occhiuto, che a distanza di meno di 10 anni sarà il protettore e il garante del killeraggio della Fondazione e della Villa.
Come scoperto da due verbali del 7 e 8 luglio 2022 che sono stati inviati per sbaglio da un revisore legale che si FIRMA ILLEGITTIMAMENTE ORGANO DI CONTROLLO obbligatorio ma lasciato vacante, per sostenere la guerra giudiziaria mancando motivazioni spendibili, i nuovi vertici fanno un abuso industriale di dati, informazioni, considerazioni radicalmente false e smentite dai verbali del CdA recuperati con fatica contro la volontà dei “pirati”.
A corollario delle falsità che in un caso hanno indotto in errore il Giudice da FP ricusato e poi, respinta come previsto la ricusazione, alla ripresa del processo per abuso di diritto con una dichiarazione registrata integralmente lo stesso Giudice prende atto delle affermazioni false e diffamatorie, accompagnate dalle “presunte violazioni di legge” ignorate dalla Procura perché solo strumentali (sono invece all’esame dei PM tre e ora prossimamente quattro denunce di FP per vari reati).
Ultima scoperta: un Esposto presentato alla Direzione Terzo Setto della Regione Lazio in totale contrasto con la domanda, ma soprattutto con le prescrizioni per un severo esame nel merito del Ministero del Lavoro, le cui competenze sono in fase operativa demandate alle singole regioni, peraltro recepite (e poi ignorate dalla stessa regione), dopo nove mesi di un inutile e non richiesto controllo formale “delle carte”- ovviamente quelle innocue, l’esposto, ripeto, è stato INCOMPRENSIBILMENNTE RESPINTO.
Esso rilevava la macroscopica incompatibilità di Mungari, consulente retribuito della Fondazione e quindi da dichiarare decaduto (lui subito i membri del CdA a seguire).
Con la presunzione che non si venissi a sapere Mungari con Atto notorio dichiara il falso e assicura, assumendone la responsabilità di non avere alcuna incompatibilità prevista dall’art 2399 CC.
FP ha chiesto al Ministero e alla Regione di disporre un’indagine interna che non potrà ignorare i reati gravi imputabili a Mungari e due funzionarie regionali colte con le mani nel sacco.
Se entro fine settembre l’indagine non sarà almeno avviata lo stesso Pellegrini procederà con l’ennesima denuncia esibendo l’atto firmato da Mungari a maggio 2024 quando sapeva che le pressioni avrebbero obbligato le funzionarie infedeli a decidere dopo quasi un anno cosa fare dell’esposto, praticamente impossibile respingere.
Questo è l’avv. Mungari infido, arrogante, convinto con molte ragioni di poter essere un “intoccabile”. Se riuscirà a “svangarla (come usa dire a Roma) anche questa volta vorrà dire che l’Italia è senza legge, senza giustizia, più giungla che nazione.