In Italia, tra ferrovieri in servizio, pensionati, amanti dei treni e quelli con cui da bambini giocavamo prodotti dalla mitica Rivarossi, c’è almeno un milione di italiani che capiscono un po’ di come funziona il sistema ferroviario. E altrettanti sanno che per ovvie ragioni di sicurezza ogni lavoro, dal piccolo (che quasi non esiste) a quello più impegnativo, prevede la presenza di un tecnico esperto, molto spesso un ingegnere delle FS.
Tutti lo sanno tranne Salvini che sembra faccia per mestiere a tempo determinato e part time il Ministro dei Trasporti.
Costui, noto per alcune fisse, prima gli italiani (che lo votano), a morte i migranti, anche se al Nord senza di loro non potrebbero fare neppure un metro di laminato, poi parla sempre di solito a vanvera: ieri ha trovato il colpevole del caos ferroviario.
È stata tutta colpa di un operaio di una ditta che aveva ottenuto un appalto che come tutti i lavoratori non conta un ca… e trovato lo strumento con il quale s’è creato cotanto casino.
Ora l’Italia è piena di problemi, ha milioni di persone competenti e serie, perché deve sempre dare spazio ad emeriti imbecilli tossici?
Ora torniamo ai motivi probabili che hanno indotto Salvini a dire l’ennesima cazz…
Prima ipotesi: è veramente convinto che le FS, la più complessa azienda italiana, con un esercito di tecnici e ingegneri che rischiano il processo per responsabilità oggettiva – cioè pagano per un incidente che è accaduto a 500 km dal loro posto di lavoro – sia così malmessa che per un chiodo si blocchi tutto il trasporto ferroviario.
Seconda ipotesi: poiché come in tutte le aziende pubbliche i vertici sono spesso nominati per lottizzazione politica il bauscia vuole parare le terga a un suo protetto?
C’è però una terza ipotesi che a me convince di più e cioè che Salvini, come Attila, ovunque passi fa il deserto e infatti ieri per alcune ore s’è fatto il deserto, il vuoto su mezza rete ferroviaria.