La settimana prossima, dal 20 ottobre, per il tempo necessario, sarò a Cosenza. Non è un “ritorno a casa”, come avevo creduto fosse quello di inizio febbraio 2020. Quel ritorno non ha fatto piacere a Walter Pellegrini, che mi assicurava da mesi che era alla ricerca di un appartamento per me e mia moglie, mentre appena giunti abbiamo scoperto che solo il giorno prima si era rivolto all’Agenzia Gallo.
Era chiaro che mentre mi sollecitava a venire a Cosenza lasciando Roma, pensava che non l’avrei mai fatto e quindi la sua sceneggiata era opportuna e innocua.
Effettivamente forse non mi sarei trasferito almeno fino a quando Sergio Giuliani fosse in vita. Sapevo che, scomparso lui, avevo il dovere di curare la successione testamentaria, resa difficile per una serie di cause oggettive o provocate da altri.
Il Covid aveva bloccato il Paese e svuotato gli uffici anche pubblici, il notaio che aveva redatto il testamento nel 2017 era andato in pensione, tra l’altro tre giorni dopo la firma del testamento, quando anche io mi resi conto che non era in condizioni fisiche e intellettuali appena sufficienti.
Il testamento era stato depositato all’Archivio notarile dove giacevano centinaia di migliaia di atti.
Non avevamo gli estremi per rintracciarlo con sollecitudine perché la badante, un’avventuriera rumena, beneficiaria di un legato di 1 milione e seicentomila euro, fece trovare la cassaforte di Sergio completamente vuota, lasciando in bella vista solo la donazione modale che Sergio volle darmi non per gratificarmi – nei due testamenti io non comparivo come da mia richiesta, ma avrei apprezzato almeno un “grazie”, soprattutto perché avevo accettato la designazione con atto pubblico a fare le funzioni di “amministratore di sostegno”. Le ho svolte con diligenza e affetto, accompagnando Sergio in ospedali in giro per l’Italia, a fare visite ed accertamenti clinici sino alla morte. Il dott. Gambaro, che su mia richiesta era venuto a casa di Sergio appena tornato in autombulanza da Asti per un intervento salvavita, mi inviava a metà agosto aggiornamenti quotidiani sulla salute sempre più precaria dalla Clinica Columbus dove non potevo accedere perché sede per malati di Covid. È lo stesso Gambaro che da veneziano che non ha capito un ca… si è unito alla banda dei traditori.
Stavo male perché, tra il 2018 e tutto il 2019 e inizio del 2020, ero stato ricoverato in clinica e da ultimo in ospedale in terapia intensiva a seguito di ben quattro interventi di cardiochirurgia resisi necessari per complicanze non previste.
Feci chiedere per iscritto all’avv. Mungari se cugini e fratello potessero sostituirmi nella vicinanza a Sergio, ma nessuno rispose: va da sé che tutti costoro, tranne Claudio Giuliani, erano stati e saranno gratificati con legati e falsi prestiti a lungo termini da Sergio Giuliani. La badante impedì che chiedessi al magistrato di nominare un altro amministratore di sostegno minacciando falsamente di andare via. Era evidente che un estraneo avrebbe potuto verificare che Sergio non era più in condizione di lucidità e quindi manipolabile da malintenzionati. E lei era una maestra nella circonvenzione di incapaci.
Il solo che temeva ero io perché non disattento e sciocco e per anni – me lo diceva lo stesso Sergio – con il supporto del fratello insinuava che io potessi derubarlo. La verifica della mia gestione non retribuita, fatta con la speranza di trovare un euro fuori posto, è stata minacciata e fatta dai quattro traditori con una reiterata pesca a strascico che non ha pescato neppure una triglia.
Da qui la scelta obbligata di lavorare di fantasia ingannando un giudice poi da me ricusato e reso consapevole dei dati veri e reali.
E il processo di fatto già deciso con sentenza rinviata al 2026 ha ora una data fissata per inizio 2025.
Sarebbe stata più ricca la pesca se si fosse applicata a Walter Pellegrini che per il suo ruolo di presenza sul territorio ha legittimamente percepito € 300.000 e firmato contratti di assunzione non avendone titolo per due familiari e la colf di famiglia oltre a firmare contratti con cifre esagerate e chiusi da me appena giunto a Cosenza.
Sono cose che già sapete e altre che se aveste voluto avreste potuto sapere.
Ma i quattro congiurati che hanno violato, a parte l’etica, un bel po’ di articoli del codice civile e di quello penale, alterato l’esito scandaloso di un mio esposto con una autocertificazione attestante un falso colossale (l’avv. Mungari) così ottenendo da due funzionarie infedeli della Regione Lazio che non vedessero scritta caratteri cubitali l incompatibilità assoluta dell’interessato nel ruolo che s’era cucito addosso venisse, ottenendo quanto meno un rinvio fino a quando la denuncia penale sarà definita che avrebbe travolto lui e con lui tutto il cucuzzaro.
Questa sintesi parziale avrebbe dovuto provocare da parte dei cittadini di Cosenza una reazione di biasimo, una specie di punizione morale. Non è accaduto se non per pochi “coraggiosi”.
Il risultato finale ve lo anticipo. La Fondazione non ha alcuna possibilità di sopravvivere se non come bancomat a disposizione di cani e porci, Villa Rendano è già stata saccheggiata con il caso limite di aver prima costretto una giovane di eccellenti capacità a dimettersi per soddisfare le fauci della cons. Catanese e dopo una serie di vessazioni mortificazioni intollerabili (ma colpevolmente tollerate dall’interessata che rifiutò il mio aiuto anche legale affidandosi ad un’avvocaticchio ignorante e presuntuosa) hanno fatto fuori Anna Cipparrone che del successo di Villa Rendano è stata grande contributrice e portato in cassa per la prima volta finanziamenti pubblici tra € 300.000 e 400.000.
Cosa di più ignobile potevano fare i quattro traditori per essere messi all’indice? Qui non usa, anzi nel dubbio che se la fanno franca vuol dire che contano, meglio lisciargli il pelo.
Peccato che io la pensi in modo radicalmente diversa, e infatti che trovate su I Nuovi Calabresi potete leggere che per non essere complice della svendita del trasporto merci delle FS agli svizzeri in esecuzione di una “cambiale” firmata con il PDS, che immaginava che l’operazione facesse rinascere il porto di Genova e in compenso rendeva inutile e incomprensibile il traforo del Frejus già in costruzione, ho presentato le dimissioni per la mia dignità e per l’interesse pubblico a 54 anni.
Ora quindi siamo alla fine: tutte le azioni legali in essere e quelle che si renderanno necessarie continuano fino a sentenza, contatti con il sistema editoriale nazionale sono stati avviati (e non per strappare un articolo in quinta pagina), la preparazione di e-book che rendano note a chi vorrà le vergogne che sono ora della città di Cosenza sarà continuata. Il caso di una rapina consumata a danni di un ente no profit con Villa Rendano donata alla città su pressione del sig. sen. Arch. Mario Occhiuto, novello aiuto killer della stessa, sarà con fatica raccontato nei particolari. Non importa quanti lo leggeranno ora, resta a disposizione per il prossimo futuro.
Ora capite bene che non posso lasciare il bell’appartamento in locazione perché non prevedo di tornare a Cosenza che mi ha accolto con tanta grazia e continuare a pubblicare un giornale che ha replicato il successo de ICalabresi ma che in buona sostanza non frega a nessuno, come aveva scritto profeticamente il mitico indovino Mario Occhiuto.
Da lunedì rimarrà la testata a non sarà aggiornata con nuovi articoli. Lo sarà solo per informare i lettori che ringrazio e saluto con affetto delle novità se e quando arriveranno. Un ringraziamento particolare all’amico Alessandro senza il quale i giornali che ho fondato e diretto non sarebbero neppure nati. Alessandro come molti altri amici maremmani, che non aprono le porte a tutti, mi hanno dato da moltissimi anni affetto, stima, amicizia, accoglienza. Mi spiace dirlo, Massa Marittima, un gioiello da piccola Siena, batte la mia Cosenza 3-0.
Ospiterà gli e-book fedeli narratori di una terra e di una città morte o in sonno perenne.
La guerra continua, meglio la guerra sarà più mirata ed efficace.
Come fatto con Cimoli, distruttore seriale di Fs su nomina voluta da Prodi e replicata da Berlusconi per dare il colpo di grazia ad Alitalia, un risultato lo avrà. Renderà visibile anche ai livorosi servi che un anziano cosentino non si lascia mettere i piedi in faccia quattro e più cialtroni e l’immagine di Villa Rendano ora esibita per fare bella figura resterà sfigurata a memoria di un crimine imperdonabile.