Sono del tutto fuori strada se penso che la novità esosa di Mungari non sia stata una sua scelta, un discreto consiglio di Walter Pellegrini che con Nicaso/Gratteri si sente in debito?
Lo fa pensare il fatto che la causa che non aveva alcuna possibilità di concludersi con una sentenza sfavorevole alla Fondazione viene invece chiusa con un accordo segreto tra le parti.
Nicaso dopo aver letto un commento su I Nuovi Calabresi mi telefona dal Canada mentre ero a cena con degli amici toscani e mi assicura che lui da quell’accordo non ha ricavato neanche un euro in più Per quanto sappia che ogni accordo si fa solo quando l’esito processuale è del tutto incerto (e non è il nostro caso) e che esso ha sempre un contenuto economico o immediato o promesso con garanzie per correttezza – una parola sconosciuta in tutta questa vicenda – il giorno dopo pubblico la smentita di Nicaso su I Nuovi Calabresi.
E intanto cosa dice o fa su questa storia il sig. Procuratore Gratteri di norma oltre bravo e da molti osannato magistrato inquirente loquace oltre misura e onnipresente dalla TV nazionale alla festa in piazza di uno qualsiasi dei 155 comuni della sola provincia cosentina?
Nun fa e nun dicia nente ma cancella un appuntamento che mi aveva dato con cortesia e sollecitudine per potergli presentare il nuovo giornale d’inchiesta votato alla difesa della legalità.
Da allora neanche un cenno di riscontro a post o mail di sole congratulazioni. Non è un obbligo e tanto meno un reato, ma l’indizio che lui è diciamo “disturbato” dalla presunta bocciatura dell’amico e coautore Nicaso è arbitrario?
No di sicuro, ma una qualche riserva la suscita: un magistrato inquirente solo per forma mentis non dovrebbe informarsi di cosa è accaduto, sentire tutte le campane e poi fare ciò che ha sempre fatto, avere rapporti belli e trasparenti con le persone care e amiche.
Cosa invece comincia a pensare e poi a preparare e infine fare il 30 maggio 2022?
Una cosa è certa. Walter Pellegrini teme che il NO a Nicaso sia un colpo mal digerito da Nicaso stesso e soprattutto Gratteri, per lui e non solo per lui una persona da tenere cara.
Non è il solo che non gli dispiacerebbe avere per interposta persona un buon rapporto con il Procuratore, che si dice abbia sempre evitato di farsi fotografare con personaggi chiacchierati e Mario Occhiuto, giusto o sbagliato che sia è chiacchierato assai. Io stesso quando nacquero ICalabresi, a parte complimenti rituali, ricevetti telefonate dal mondo dell’editoria più importante a livello regionale nelle quali non mancava la domanda (francamente fuori luogo): E lei cosa pensa di Gratteri? (ndr era in corso un maxi processo contro ’ndranghetisti) Come anche: lei ha avuto modo di conoscere e incontrare Il Procuratore?
È venuto il momento di trovare altri indizi robusti per capire quando è venuto nella mente di Walter Pellegrini, l’idea di farmi fuori prima o poi, saputo che a Mungari avevo dato un ruolo decisivo per decidere vita o morte del CdA con il suo presidente in testa, per un eccesso di fiducia ma anche perché quando mi fu proposto mentre mi apprestavo a uscire dallo studio legale ero sommerso dal problema di recuperare il testamento introvabile di Giuliani senza il quale non potevo pagare né stipendi (compreso il compenso di 45.000 euro annuo non più dovuto con il mio ritorno a Cosenza) né bollette per cui anticipai almeno 70.000 euro.
È sicuro che non mi sarei mai trasferito a Cosenza e la prova certa è data dal fatto che mentre per mesi mi diceva che stava cercando un appartamento da prendere in affitto senza riuscire a trovarlo scoprii che era andato in un’agenzia Gallo il giorno prima. Mi moglie che non conosceva bene la città trovò un bell’appartamento ristrutturato con affaccio su Corso Mazzini distante poche centinaia di metri da via Piave dove ero nato e vissuto per 7 anni.
Avrei dovuto tenerne conto ma ricordate che per me i figli di Luigi e Letizia Pellegrini erano al di sopra di ogni sospetto.
Ma il vero inizio del piano portato a termine il 30 maggio 2022 nasce il 21 febbraio dello stesso anno – giorno di compleanno di Luigi e mio – quando viene organizzato un convegno per i 70 anni di vita della Casa editrice con diversi relatori, ma escludendo me. In fondo a parte il legame profondo con Luigi c’era anche il fatto di aver pubblicato il mio libro sulla nascita del movimento socialista in Calabria con prefazione di Giacomo Mancini. E solo grazie allo scritto di Giacomo ricevetti il Premio Villa San Giovanni dal Ministro Taviani e il libro esaurì in poche settimane le 5000 copie stampate. Ma a mio parere essere il Direttore de ICalabresi, un vero caso di successo editoriale, bastava ed avanzava.
Quando scrissi il mio rammarico a Walter Pellegrini questi mi rispose: “Se si fosse trattato di un evento privato mi sarei comportato in modo diverso, ma trattandosi della Casa editrice ho dovuto tener conto della sua politica editoriale”.
Scoprivo che a guida della Fondazione del cui CdA era membro non ero (la fondazione non era) compatibile con la Casa editrice Pellegrini.
Passarono infatti pochi giorni e Walter Pellegrini dichiarò di rinunciare dopo due anni dalla mia venuta a Cosenza al compenso non più giustificato sceso a 35.000 euro.
Sono stato uno sciocco a non toccarlo? No, lo feci consapevolmente sia perché avevo saputo che quel compenso era necessario alla famiglia sia perché mi sembrava corretto non far coincidere la fine del compenso (che avrebbe dovuto essere in parte accompagnato da una vera collaborazione che in realtà non c’è mai stata e se ci fosse stata sarebbe servita come in tante altre occasioni a operare contro la Fondazione). Non mancherò di essere più preciso ed esplicito.
Quello che impedì la mia partecipazione al convegno fu il fatto che tra i relatori era Nicola Gratteri, che evidentemente mi considerava sgradito per “aver mancato di rispetto” (?) nei confronti di Nicaso pubblicando e dirigendo un giornale vincente al posto del foglio grigio proposto dal suo amico di infanzia.
E Walter Pellegrini che già l’aveva capito conclude che deve riparare “l’oltraggio” compiuto inconsapevolmente da me facendomi fuori come misura riparatoria. Gratteri ha preso parte alla congiura? No di sicuro, l’ha approvata, quindi non l’ha osteggiata pur essendo palesemente illegittima? Sicuramente ha fatto l’una cosa e non ha fatto la seconda.
Il seguito in parte inedito e non meno ignobile di ciò che è stato sin qui scritto alla prossima puntata. (continua)