Cari amici,
la mia intenzione – anticipata in un post – era quella di comunicare che per motivi di salute dovevo sospendere per il tempo necessario la pubblicazione de I Nuovi Calabresi (non chiudere definitivamente). Poi mi sono ricordato di ciò che mi è stato riservato dalla mia città natale. Provo a farne l’elenco:
- Sono venuto con Sergio Giuliani per incontrare il sindaco del tempo – era il 2011 – per presentargli la Fondazione appena costituita, con un progetto tutto sommato modesto ma comunque ispirato dalla volontà di ricordare il nome della madre e del padre e soprattutto di mettere a diposizione del Comune una somma importante. Sapete come è andata a finire: acquistata Villa Rendano senza un progetto a disposizione abbiamo prima dovuto scansare trappole e bugie di Mari Occhiuto. Conoscendo il personaggio credo che nessuno si sorprenda.
- Dal nulla, in tempi rapidissimi, il sottoscritto ha dovuto assicurare la ristrutturazione totale della Villa in un tempo, 8 mesi, compresa la fase autorizzativa che da sola comporta spesso anni, e consentirne l’inaugurazione tra gli applausi dei cittadini e l’esibizione delle autorità.
- Facendo il piccione viaggiatore senza pretendere una retribuzione, nel 2016 avevamo in cantiere grazie ad un geniale e generosa signora di Torino, Anna Martina, un Progetto di Casa civica come in poche altre città del centro nord.
- Il 2017 parte il progetto Consentia Itinera, un gioiello che era solo a Cosenza. Assumiamo un’eccellente Storica dell’Arte come direttrice che fino a fare riconoscere dal Ministero della Cultura in pochi anni fa scalare la classifica del museo multimediale con l’ammissione nel Registro dei grandi musei nazionali. Ora fatta fuori questa generosa professionista si attende che si calmino le acque per prendere al suo posto il primo cliente da piazzare.
- Per lunghi periodi nel 2018 e 2019 sono assente da Cosenza e senza il gatto, i topi ballano (sarebbe il caso di dire che il topo Walter Pellegrini balla). Trovo contratti esosi non firmati e assunzione di famigli del topo assunti senza firma o con firma falsa – i soli contratti approvati dal Cda su mia proposta sono stati due, quelli di Cipparrone e di Sara Ausilio, entrambe fatte fuori. Ovviamente li blocco appena trasferito a Cosenza risparmiando circa € 120.000.
- Morto Giuliani, tra testamenti che non si trovano, copie fatte sparire da una pseudo badante rumena che riceverà un legato di € 1.600.000, mentre il fratello Vittorio che fino all’ultimo ha odiato Sergio e con un inganno – facendo credere che fosse quasi indigente lo stesso Sergio anche l’ambasciatore inconsapevole ora defunto! – ottiene sotto forma di prestito un assegno di € 1 milione che viene inserito con tanto di copia nel testamento del 2012. Come obbligo di legge, l’avv. Mungari scrive più lettere all’Unicredit di Corso Mazzini che fa orecchi da mercante e come primo atto del CdA del topo Pellegrini abbuona – senza averne diritto – il debito al povero milionario.
- Sapete cosa è accaduto nel CdA del 30 maggio, 4 traditori senza una motivazione (che cercheranno ex post, senza trovarle, perché il gatto F. Pellegrini è fesso e pure onesto sino all’eccesso) fanno decadere CdA e Presidente e da lì inizia la cosa più difficile: far vincere la verità mentre la banda si fa paladina delle falsità, vere e propri racconti.
- Viene chiuso il giornale on line che aveva registrato un successo da record e tutti, persino i 4 redattori che avevano condiviso quel successo – un caso clinico – si uniscono alla masnada che li aveva massacrati contro di me, il direttore che li aveva assunti con contratti regolari, tutt’altro che miseri (come usa in Calabria € 5 a pagina o per x battute), per un giornalismo libero e di qualità.
- Inizia la battaglia giudiziaria che io pago con soldi miei mentre i banditi pescano a piene mani nella cassa della Fondazione. La situazione cambia verso quando decido di essere avvocato di me stesso. Nei prossimi tre mesi vedremo i primi risultati.
- Aiuterebbe la giustizia se il Proc. Nicola Gratteri tra un libro e un altro ci facesse saper se la ricostruzione in cui sarebbe stato coinvolto da topo Pellegrini (ma se confermata almeno con un silenzio assenso di troppo sulla base della ricostruzione dei fatti illeciti e delittuosi) per essere sicuro che nessuno avrebbe detto una sola parola – come è accaduto – scontata la complicità deboluccia di Occhiuto e di tutta la congrega al seguito.
Prima di andare alle conclusioni il topo Pellegrini, la volpe Mungari, la jena Catanese, la talpa Gambaro, ricordo che nello svolgimento della storia ci sono stati una ripetizione ossessiva della donazione modale con atto pubblico del 2014, che con una bestialità incommentabile hanno sbandierato come prova che per 11 anni di lavoro sarei stato retribuito (e molti, colleghi ignoranti e irriconoscenti, avvocati locali in mala fede, hanno finto di prendere sul serio dimenticando solo che essa si chiama modale da modus, in questo caso l’obbligo da parte mia di “guidare e assicurare il futuro della Fondazione fino a quando lo consentano le mie condizioni fisiche, un obbligo totalmente valido cui debbo ottemperare pena la revoca della donazione. E quest’obbligo sarà ottemperato come da atto notarile sottoscritto nelle scorse settimane).
Ma ora è il momento di non prestarmi al gioco al massacro dei quattro animali che chi vuole sapere sa perché ho reso pubblico tutto. La giustizia come si dice ottimisticamente “farà anche a breve il suo corso” ma due brevi considerazioni.
La prima è che per viltà, ignoranza e malafede si continua a dire “che il contrasto tra i due Pellegrini, dimenticando che io rappresento a pieno titolo il patrimonio dato alla città da Giuliani con Villa Rendano, una realtà non un’idea, le disposizioni testamentarie che nascono così come sono dalla garanzia che io, come ho fatto, le avrei rigorosamente rispettate e il topo è solo un aggressore.
È inaccettabile che Cosenza lo dimentichi e caso unico credo in Italia si mettono sullo stesso piano “il gioielliere” rapinato e aggredito e i rapinatori aggressori. E qui non posso non invitare il Procuratore Gratteri a dire la sua opinione perché essa, mai espressa, sta funzionando come legittimazione di un evento che con più denunce è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Roma. Come ben sa il giudice non deve solo essere imparziale, ma deve anche apparire tale.
Andiamo alle conclusioni: ho sprecato troppo tempo pensando di avere bel meritato per la mia città.
Ho sprecato molto tempo – e alla mia età il tempo è prezioso – mettendo in secondo piano i problemi ben più seri con le mie figlie; ho sprecato molto tempo sottraendolo a mia moglie e ad amici cari. Ora chi vuole faccia la sua parte, mentre la Giustizia con il tempo dovuto si pronuncerà.
Ho sprecato troppo tempo per una terra che amiamo ma se ne fotte dell’amore perché gode nell’essere serva di qualcuno.
Sudditi non cittadini. Alla fine anche a breve non servirà il silenzio omertoso e servile ma questo non è un problema che mi riguarda. Ho fatto il mio dovere, le belve hanno fatto il loro mestiere. Nessuno creda che non so quando che questa storiaccia di barbarie giuridica, morale e umana sarà dimenticata. Scontato che non lo sarà da parte mia, ma soprattutto da coloro che decidono da soli quando ricordarsene.
LA SOLA ECCEZIONE AL SILENZIO DEL GIORNALE VI SARÀ A SEGUITO DI EVENTI NAZIONALI E INTERNAZIONALI CHE MERITANO UN COMMENTO INFORMATO E LIBERO. ATTRAVERSO FACEBOOKSARETE INFORMATI SE DI VOSTRO INTERESSE. INCREDIBILMENTE OGGI I NUOVI CALABRESI È, SE NON IL SOLO, UNO DEI POCHISSIMI LIBERI IN CALABRIA. CHI LEGGE IL RICHIAMO SOTTO LA TESTATA E HA OPERATO O CONSENTITO CHE ALTRI OPERASSERO CONTRO QUELLE PAROLE HA MOTIVO DI VERGOGNARSI, NESSUNO ESCLUSO.