Desidero cessare il mio lavoro di giornalista libero, onesto nelle intenzioni, liberandomi un po’ dalle tossine di cattiveria, rabbia, delusioni che ho accumulato in questi pochi anni vissuti a Cosenza e in ogni caso riferibili ad essa.
Cosenza – in termini generali – è stata matrigna, persecutrice, imperdonabile. Mi avevano avvertito di questo rischio ma non l’ho preso sul serio. La realtà ha superato ogni possibile previsione.
Ho pagato il prezzo che dovevo ma non prevedo di non farne pagare uno altrettanto alto ai miei concittadini.
Siamo andati ben oltre l’indegnità di Walter Pellegrini, Santo Mungari, la jena Catanese, il mona veneto Gambaro, il narcisismo cinico di Mario Occhiuto e di tanti mediocri come lui.
Ora sono fisicamente lontano, cerco di dimenticare di essere nato in quella che era una dolce e accogliente città ed oggi appare come una piccola ma rivoltante Gomorra.
A chi e a cosa debbo essere grato? Ad una comunità della Maremma Toscana che ho imparato a conoscere e ad amare prima trascorrendovi alcune settimane, poi mesi ora permanentemente, un gioiello di bellezza, Massa Marittima. Che non è sul mare ma ne dista una manciata di chilometri ed è vicina a tutte le perle della Toscana, Firenze, Siena, Pisa, ecc…
Ma Massa Marittima è molto di più. Ha fama di essere sospettosa con i forestieri. Ha un terzo della popolazione iscritta alla massoneria, ma non ho mai dovuto registrarne la presenza e l’ostilità.
Anzi. Ciò che mi è stato negato dalla mia città natale, Massa me l’ha dato con iniziale prudenza ma poi con generosità, amicizia e affetto.
Tutti qui conoscono la porcata fatta a Villa Rendano, a ICalabresi e a I Nuovi Calabresi e tutti la considerano per quella che è: una porcata, una manifestazione di natura mafiosa, hanno capito chi sono i 4 traditori, cosa è di immondo la coorte dei complici, tutti con nome, cognome e professione. Ma soprattutto cosa mi hanno offerto: potrei fare i nomi, ma chi mi legge si riconosce, mi hanno assicurato che Paola che probabilmente rimarrà sola, cioè senza di me, non lo sarà mai effettivamente. In tanti mi hanno detto che loro saranno la compagnia, la protezione, la tutela della mia dolcissima compagna di vita. E siccome viviamo a pochi chilometri dal paese in mezzo alla natura spettacolare di Maremma mi hanno raccomandato di acquistare un piccolo appartamento al centro del paese, per poter correre in aiuto di Paola ogni volta che serve e in pochi minuti.
Non garantisco che cesserò di essere rabbioso con la mia natia Cosenza, ma sono sicuro che i lupi silani staranno lontani, le jene non usciranno dalle gabbie, i falsi profeti di giustizia ne usciranno denudati e non basteranno 5, 10 libri sul magnifico eroe dell’antimafia a farne l’idolo da venerare. Sia che arrivi la sentenza giusta sia che non arrivi perché taroccata dalle solite mani occulte che ho imparato a conoscere in questa lurida vicenda anche giudiziaria.