Cari amici, esistono due grossi problemi che vanno risolti con chiarezza e rapidamente. Il primo, e per varie ragioni che hanno a che fare con il rifiuto totale e radicale, è quello costituito dall’assalto illegittimo, una vera e propria rapina, portato alla Fondazione Giuliani e per essa a Villa Rendano. Su questo problema non esistono margini di compromesso come non esisterebbero tra un gioielliere la cui vetrina è stata ripulita e saccheggiata e i delinquenti che ne sono stati responsabili.
Il problema è ancora più grave perché ormai si conoscono i nomi dei mandanti, dei favoreggiatori, dei complici omertosi. Non sono personaggetti, alcuni sono non noti, ma addirittura idolatrati.
C’è poi un secondo problema che sembrerebbe essere meno grave perché esso riguarda un giornale ICalabresi chiuso per fare un grosso piacere a tanti, compreso l’idolatrato di cui sopra, in spregio ai dati della realtà, un grande successo editoriale, tale perché libero, non manipolabile dall’esterno, rigoroso nella valutazione delle fonti. La prova? Una querela di un tizio di Catanzaro archiviata e ora riproposta con arroganza perché “io so io e voi nun sete un caz…”. Ad aggravare il caso, il capo dei banditi ha detto che la manleva valida dal luglio 2021 a luglio 2022 per un articolo del 19 luglio 2021 “nun valeva più…” sempre perché anche il boss pensa che “io so io – so amico dell’idolatrato e tu Franco Pellegrini non sei un caz…”.
Qui è in ballo anche quella cosetta che in Calabria sembra una cosa esotica ma nel resto d’Italia si chiama libertà di stampa, che si trova persino in quella – come se chiama? – carta… si Carta Costituzionale che non serve ad incartare il pesce appena comprato al mercato. Anche qui pare che ci sia lo zampino dell’idolatrato ma a me, che son cattolico praticante, gli idolatrati “me fanno – come se dice? – un baffo”.
Ecco perché come dicono quelli che hanno studiato il latinorum i due problemi sicunt stabunt simul cadent. Cioè detto in romanesco che dopo 65 anni ho imparato più che il cosentino “o se risorvono tutt’assieme o nun se ne risorve nessuno.
Embè? Dicheno li poveracci de spirito: a noi che ce ne frega?”.
Domanda giusta. Risposta giusta: “perché puro se so vecchio (meglio anziano che sona mejo) e malandato io non ho perso un vizio come dire genetico. Quando m’encazzo nun faccio marcia indietro puro se m’ammazzeno. So un cosentino riuscito male, nun me piaciono le pecore, nun me ne frega un ca… degli Occhialuti (o come se chiameno) e manco de l’idolatrati che sfonnanno un libro na vorta al mese manco fosse una Vespa qualsiasi”.
Ecco spiegato il quisillibus e nun me state a rompe i cojo… pardon le palle o i cabbasisi. Chiaro?
2 Comments
Purtroppo va sempre peggio si fa a gara a prendere soldi da chiunque. Sono allibita è mi vergogno di avere origini CALABRESI È NE HO BENDONDE. ANCHE IO HO UN PROBLEMA CHE NON RIESCO A RISOLVERE. MA QUESTA NON È LA SEDE GIUSTA
Cara Amica tutti i calabresi che non si piegano alla violenza fisica o morale, che vogliono avere idiritti che più o meno hanno il resto degli italiani ne pagano le conseguenze. Ma credo che la responsabilità sia anche nostra , nessuno ci obbliga ad assistere inerti alla prepotenza , all’ arroganza, a piegarci a falsi miti – ora è il momento di parlare chiaro anche al procuratore Gratteri chiedendogli conto del suo silenzio dinanzi non ad un solo illecito ma ad una cesta di reati . Se non si abbattono le statue di cartapesta in generale nulla mai cambierà . A me che ho pagato un prezzo altissimo , la. perdita di salute ma la rottura del rapporto d’ amore per la mia Cosenza soprattutto non mancherà fino a che campo la derminazione a liberare dai lupi che sono spesso solo orsacchiotti di pelusche un popolo pur se dormiente.