Questa proposta che, avendone titolo e alla vigilia di una sentenza relativa all’abuso di diritto, ho avanzato a personalità stimabili del mondo laico e a un pastore autorevole della gerarchia cattolica (di cui non rendo noti i nomi per ora) ha incontrato in un caso una bizzarra e ridicola eccezione: “Bisogna aspettare la sentenza di un processo civile” di cui sono stati resi noti tutti, dico tutti, gli atti con la caratteristica che quelli degli usurpatori di Villa Rendano sono stati provati TUTTI FALSI.
ORA in via meno parossistica di quanto sembri, il giorno che il Padre celeste dovrà giudicarci, non considererà se la nostra vita è stata degna e generosa, ma CI CHIEDERÀ DI ESIBIRE IL CERTIFICATO DEL CASELLARIO GIUDIZIALE che, lo dicano i laici in malafede o i vili pesci in barile, è normale sarebbe grave se lo dicesse o lo pensasse un Uomo autorevole della Chiesa.
Insomma altro parossismo, mentre anche ingiustamente il prestigio dei magistrati è in caduta libera (a parte il santo subito Gratteri), si ignorano i fatti noti e provati e comportandosi da complici ottusi di un bel gruppetto di delinquenti (sono tali chi lo ha dimostrato con atti e scritti criminosi e falsi), si invoca la famosa sentenza. Strano perché al tempo del predecessore di Gratteri (altra pasta), tale Di Pietro, nessuno ha detto che si dovesse aspettare l’esito del processo e ora con conclamate conclusioni dei magistrati inquirenti che preannunciano il deferimento al GIP il ministro Santanchè pontifica, irride mezza Italia, è innocente fino al terzo grado che arriverà a babbo morto cioè a Giustizia morta.
Eccellenza Monsignore,
avendone già oggi i titoli e a poche settimane da sentenza del processo civile per Abuso di Diritto che – pur non i margini di dubbio fisiologici – le ho inviato una mia volontà donativa ove ne sussistano le condizioni di legge in quanto ex presidente e direttore generale, parte attrice contro coloro che hanno documentalmente operato contra legem e ogni valore etico.
Per essere chiaro riassumo l’essenziale: nelle intenzioni e nelle decisioni assunte o preannunciate Villa Rendano è deprivata di ogni contenuto culturale, civico, museale ed editoriale (ICalabresi). La sentenza del Giudice inizialmente di fatto decisa in anticipo rispetto alla data fissata nel 2026 sulla base di produzione da parte della controparte di documenti radicalmente falsi, non veritieri e tali da indurre ad errore il Giudice dolosamente. Dimostrato quanto sopra, è stata anticipata a inizio 2025 e soprattutto sono state dimostrate infondate e solo strumentali le false motivazioni di 4 membri del CdA da me nominati. Ovviamente con una azione mediatica e investigativa da me voluta e gestita, l’esito del processo potrà essere in toto o parzialmente favorevole al sottoscritto che non ha alcun interesse personale presente e futuro.
Il progetto che le ho presentato in linee generalissime si fonda sul conferimento della Fondazione alla Chiesa Cattolica nelle sue indicate sedi territoriali ma soprattutto con una missione declinabile ma non modificabile nella sua essenza identitaria.
Ciò che ho chiesto è una testimonianza pastorale di interesse e apprezzamento che anche con accertamenti di merito della ricca documentazione prodotta e in mio possesso possa essere supportata da una conoscenza non dubitabile.
Da Cattolico praticante non più domiciliato a Cosenza perché inaccettabile che un Ente del Terzo settore sia stato aggredito anche con complicità ormai note di soggetti istituzionali, compreso un Magistrato inquirente oggetto di un culto parossistico, desidero che Villa Rendano che pure è divenuta un sito noto e apprezzato in tutt’Italia con partner prestigiosi europei divenga, in tutte le modalità opportune e possibili che la Chiesa deciderà, la Casa dell’umanità, intendendo la parola nella sua accezione umanitaria, solidaristica e caritatevole.
Per questo NON OCCORRE AVERE IN MANO UNA SENTENZA che pure ci sarà, imminente, ma credere, con verifiche possibili hic ac nunc, alla sincerità, alla natura e alla qualità della proposta da definire nei particolari. Come ho risposto ad alcuni esponenti della Massoneria che nulla hanno a che fare con la sua degradazione mafiosa che se occorre un giudice per scegliere tra bene e male, tra buona fede e malizia, tra delinquenti conclamati (per i quali sono state presentate e NON archiviate cinque denunce penali) posso fare anche da solo e con persone oneste e di buona volontà.
Ma io ho chiesto altro anche a Lei e attendo da Lei un riscontro di adesione e apprezzamento che è per sua natura sempre sub judice.
Non voglio favorire equivoci. La mia duplice condizione di giornalista con una lunga e prestigiosa esperienza e di giurista avvocato solo PRO BONO mi impegna ad attendere alcuni giorni per un contatto da remoto, ovviamente libero nelle decisioni, prima di dare vita ad una vera e propria denuncia mediatica a partire da I Nuovi Calabresi che ho fondato per non accettare vilmente la chiusura de ICalabresi, straletto ed apprezzato, al quale Lei rilasciò una lunga e non usuale intervista che ho reso nota a molte migliaia di cittadini onesti in tutt’ Italia confidando che le sue parole aiutino tante persone credenti e non ma tutte timorose perché non sentono parole coraggiose di verità.
Con i saluti più cordiali
Francesco Pellegrini