I Nuovi Calabresi sospenderà le pubblicazioni a fine gennaio, in previsione della sentenza sull’abuso di diritto che dovrebbe essere emessa a metà febbraio.
È una sospensione perché so bene che qualunque sia l’esito – io confermo il mio ottimismo fondatamente – una scadenza che non dovrebbe contare più della verità storica, accertata, provata, sostenuta da molti pavidi e da altrettanti insospettabili spinge molti all’ignavia. Ma ormai quando manca un’informazione degna di questo nome – un quotidiano cartaceo importante per la Calabria e il Mezzogiorno, Il Quotidiano del Sud rifiuta una nota redazionale che per definizione è informazione, di parte casomai, ma non pubblicità mendace – e quindi manca un’opinione pubblica, perché la realtà che non ha il visto della censura “SI STAMPI” dovrebbe contare qualcosa?
E allora se potrò permetterlo vi anticiperò ciò che intendo fare, sapendo che non ho molto tempo a disposizione perché – come ho scritto in una denuncia penale – Walter Pellegrini, Linda Catanese, Santo Mungari e Giovanni Gambaro hanno dolosamente operato contando come opportunità sulla nota e certificata grave precarietà della mia salute.
Sono candidati all’accusa di lesioni gravi con dolo eventuale o qualche accusa più grave.
Bene torno a ciò che vorrei fare, a prescindere dalla citata sentenza.
Il caso della Fondazione violata è la prova che nonostante gli obblighi che vincolano gli enti del Terzo settore, quasi tutti composti da soggetti privati con un rapporto di reciproca collaborazione con quelli pubblici – nel nostro caso il Comune di Cosenza guidato al tempo da Mario Occhiuto – il Codice relativo del 2017 non indica le conseguenze punitive in caso di violazione degli obblighi enumerati.
Ho preso contatto con uno degli Studi legali più prestigiosi, non solo di Roma, per rappresentargli l’idea di un’azione legale civile e/o penale per rendere chiaro se agli obblighi da rispettare corrisponde anche il diritto di essere tutelati in sede giurisdizionale. Si solleverà un caso che difficilmente passerà inosservato perché dopo Cosenza (magari casualmente) escono articoli che segnalano il rischio del brigantaggio a danno degli Enti no profit. E quanto a brigantaggio i calabresi sono dei super esperti anche se nel caso cosentino hanno fatto per arroganza, presunzione, troppa fiducia nei santi protettori magari togati e idolatrati, una montagna di cazzate.
Ma in questa ipotizzata azione legale (e mediatica) che non conta sul favore del pecorume locale le varie denunce penali ora sotto esame diventerebbero componenti di un unico quadro.
E di norma ciò aiuta la forza e l’impatto nazionale dell’iniziativa.
In parole semplici, sia io direttamente o altri da me designati, vi garantisco che i 4 traditori più altri pagheranno un prezzo salato.
Sotto quale forma non sono in grado oggi di saperlo. E l’immagine di Cosenza già malmessa non ne guadagnerà, putroppo.
E non sarà l’omertà o la viltà locale a proteggerli.
E il giornale I Nuovi Calabresi? A certe condizioni continuerà più forte, meno legato alle cazzatelle dei Franz Caruso e simili, avrà bisogno di alcune collaborazioni di giornalisti liberi (come non si sono rivelati quelli de ICalabresi) pagati il giusto, ma non troppo come fatto con ICalabresi ricevendone in cambio mail offensive, minacciose e diffamatorie. Tutto sarà, almeno nelle intenzioni, reso pubblico fuori dalla Calabria che al momento è impenetrabile per la verità.
Il primo anno sarebbe finanziato, potendo, da me, ma contando sul contributo di altri Enti del Terzo settore delle cui istanze il giornale si farà portavoce e sul finanziamento pubblico che oggi viene dato a cani e porci, cioè ad cazzum.
Tutto questo sarà possibile? Non lo so, non so neppure se sarò vivo; ma che questo sia il programma da proporre e affidare ad Avvocati autorevoli e a interlocutori intelligenti e affidabili del Terzo Settore è sicuro.
Il futuro è per definizione affidato o al caso o per noi credenti alla volontà di Dio.