La Pietas, un termine latino che è più ampio e ricco di significato della nostra pietà, sembra oggi che sia morta o stia sul punto di morire. Storditi da falsi valori, da miti di cartapesta, da una diffusa “disumanizzazione” non ce ne siamo accorti per tempo, non siamo consapevoli delle conseguenze oggi.
C’è un comune denominatore nel modo, quello occidentale in particolare: USA ed Europa. L’odio verso i “diversi” che non identifico con le tendenze sessuali. Personalmente da cristiano dichiaro la mia personale tolleranza, ma non mi sento coinvolto come solo simpatizzante con nessuno in funzione della propria sessualità.
L’odio è un’epidemia incurabile, soprattutto perché colpisce coloro che non vogliono capire una cosa banale: il mondo interconnesso, l’immenso mercato globale ha prodotto effetti, buoni o cattivi, ma inevitabili.
Se prima i disperati dell’Africa o delle altre regioni stremate da siccità e da improvvise piogge torrenziali pensavano che questo fosse il loro destino ora sanno attraverso le immagini televisive o la rete che il destino c’entra ma non è tutto.
Ci sono popoli ricchi o che appaiono ricchi ai loro occhi che producono il 90% dell’inquinamento atmosferico e, siccome con i soldi tutto si compra, è nato uno strano mercato dove i paesi poveri che meno inquinano vendono le loro quote di “salubrità” tale solo a fini statistici a quelli che hanno prodotto “insalubrità”. Alla Borsa del clima che cambia le industrie che bruciano carbone o i paesi con auto che avvelenano con la CO2 il mondo grazie ai “buoni” acquistati in Africa diventano oasi di virtù ambientalista.
Ma ciò che vale a fini statistici, che sono oggettivamente devianti e non corrispondenti alla realtà in questo caso fisica del pianeta, non basta a tenere nei propri paesi bruciati e desertici, dove è penoso o impossibile vivere e quindi a frenare i flussi emigratori sempre più massicci e inarrestabili.
Piuttosto che cercare soluzioni praticamente impossibili, in tutto e per tutto come togliere l’acqua dal mare con un mestolo, occorrerebbe prendere atto della realtà, governarla con politiche per quanto possibili inclusive e non con slogan senza senso e solo portatori di odio o intolleranza. Se c’è un problema, grosso e difficile come nel nostro caso, si deve cercare se non si risolverlo almeno di contenerlo.
È più facile invece alimentare un odio irrazionale che si risolve in un gigantesco inganno. Oggi questo vale nell’America di Trump, nell’Europa che diventa più benevola con rigurgiti nazisti piuttosto che con esseri umani di pelle nera, che oltretutto sono forze lavoro essenziali per la galoppante denatalità e l’avanzata trionfale e insostenibile a lungo termine degli anziani.
Anziché urlare alla luna, inneggiare ad un presidente degli USA che, lui sì, ci minaccia tutti, occorrerebbe mettere in campo i frutti della nostra civiltà senza pari, della nostra cultura, dei nostri valori. Ma può farlo l’Europa che ha respinto il testo della propria Costituzione paneuropea comunitaria, Francia e Olanda in particolare, perché non riconosce le nostre radici giudaicocristiane. Posto che Cristo era ebreo, che il suo messaggio salvifico ha prodotto una religione diversa, ma non solo, ha influito nella nostra arte e nella nostra civiltà, nella nostra storia plurisecolare, come si può votare contro le proprie radici? Ma questa follia l’Europa l’ha compiuta, ed oggi divisa e spaccata ne paga le conseguenze. Abbiamo avuto la lezione del nazismo, quella del comunismo criminale, oggi ci lasciamo sedurre da un’altra offerta criminale e ignari diciamo “Grande Trump” come abbiamo gridato Heil Fuhrer, Duce Duce, Viva il compagno Stalin. Il problema non sono o non sono stati questi personaggi, il problema siamo noi, noi europei, noi italiani, noi meridionali, noi calabresi che abbiamo la cultura, la storia, i valori che hanno forgiato il mondo ed oggi come pecore seguiamo pastori indegni.