Ho scritto molto anche troppo sulla sporca vicenda iniziata con una manovra di palazzo a fine maggio 2022.
Ogni tanto qualcuno cade dal pero e scrive: Cosa è successo?
Ho provato all’inizio a rispondere con santa pazienza. Ma poi mi sono reso conto che da solo non posso parlare singolarmente con decine di migliaia di persone e fare loro “una specie di lezione dedicata”.
Non ripeto ciò che ho scritto in centinaia di articoli e ora diversi video. Ho scritto alcuni libri per chi volesse essere veramente informato. Alla presentazione dell’ultimo erano presenti forse 20 persone compresi due carabinieri o poliziotti in borghese per impedire eventuali provocazioni. Quel che resterà è presto detto: un caso unico e inedito in Italia, una Fondazione con una gestione trasparente e con soli 200.000 e all’inizio 250.000 euro annuo di contributo sotto forma di PRESTITI (da qui la sua iscrizione alla voce “passivo” che i quattro traditor hanno cercato di far passare come un multimilionario buco, prova di “cattiva gestione” tacendo che essa fino al 2020 compreso era sotto il controllo occhiuto del fondatore, e tacendo anche che la sola gestione dell’edificio Villa Rendano assorbiva 160.000 euro annui).
Ma qualunque cosa scrivessi era inutile: era stato deciso come accade in una riunione mafiosa che Villa Rendano era un bottino da conquistare.
Non occorrevano giustificazioni. Nel verbale del Cda di luglio 2022, un mese dopo il colpaccio, che non doveva essere noto a me per giustificare almeno formalmente la mia defenestrazione si ripete la formula si dà incarico a Tizio o Sempronio di fare un audit (un controllo a strascico) per trovare qualche pur fasulla motivazione contro il presidente, cioè il sottoscritto.
Insomma prima si “spara” e poi si va alla ricerca di un alibi. Ma di tutto questo non frega niente ai cosentini, ai calabresi, agli italiani in genere. Si doveva fare e si è fatto. Tutte le segnalazioni a mezzo mondo- istituzioni nazionali, stampa nazionale, singole personalità che in TV cianciano come cultori della verità e della legalità – rimaste nel cassetto.
La via della Giustizia è stata da subito resa impervia perché i banditi NON AVENDO DATI REALI PER ACCUSARE si sono lasciati andare alla produzione industriale di falsità incredibili e il mio lavoro (quasi da solo perché gli avvocati scelti a Cosenza o altrove lavoravano contro pur essendo lautamente pagati da me con mie risorse) è consistito nello smontarle una per una.
Ora siamo in attesa della sentenza imminente per Abuso di diritto che sbaraccherebbe tutto e tutti.
Sarà equa e favorevole? Lo dovrebbe essere obbligatoriamente ma la sentenza del Giudice del lavoro pubblicata ieri – essendo stata ridicolizzata la prima con un processo di 15 minuti farsa – per la quale il giudice ha fatto “una busca palese conversione ad U” dopo avere amabilmente concesso di depositare una memoria scritta e orale che spiegava nei minimi particolari la truffa ha emesso una sentenza che a leggerla sembra scritta da un marziano.
Leggete la mia mail a lui indirizzata. Cosa sia successo in un paio di mesi non lo so. O meglio fingo di non saperlo. Dietro la vergogna di Villa Rendano comunque distrutta e irrecuperabile c’è tutto il sistema marcio dei poteri oscuri calabresi. C’è anche uno o più magistrati illustri e osannati dal “popolo bue” che se potrà cercherà di interferire e falsare anche la sentenza sull’Abuso di diritto che ne certificherebbe la corresponsabilità.
Ci proveranno? Non lo so. Ci riusciranno? In teoria è difficile ma in Italia quello che è veramente difficile è solo ciò che è giusto e legale. Vedremo.
Cosa posso fare io? Poco o nulla, attendere che altri Organismi decidano se, come e quando intervenire. L’ho scritto perché ne ho avuto diretta esperienza. I cosiddetti servizi di sicurezza, oggi in piena tempesta, è probabile che si faranno sentire e qualcosa accadrà. Perché la Calabria sembra il Far West ma nonostante tutto fa parte dell’Italia che credo in molti ambiti sia più seria più efficiente, più attenta di tanti altri tromboni.
Non so cosa potrò fare io. Ma in ogni caso il velo che copre una vergogna non comune cercherò di strapparlo e allora per alcuni saranno (sarebbero cazzi amari).
Un consiglio: prima che il crimine venga “scoperto e quindi sanzionato” tenevi lontano da Villa Rendano locus criminis o più chiaramente “scena del delitto”, non date spago a Walter Pellegrini che sta in ambasce perché deve dare spiegazioni ai suoi padroni. Se per sbaglio avrò la possibilità il suo nome (che infanga quello stimatissimo del papà Luigi) sarà cancellato anche se scritto sui bagni pubblici.