Cari amici lettori,
ho scritto una “lettera” aperta ai parlamentari calabresi e come previsto non hanno risposto, dando una nuova prova della loro inutilità di presunti rappresentanti dei loro corregionali.
Ho scritto anche ai Direttori dei giornaloni nazionali e non sono fiducioso che almeno loro facciano conoscere uno degli ultimi sconci verificatisi a Cosenza.
Non ho peccato di ingenuità, perché se non ho capito in trent’anni e più quali sono le “regole” della grande stampa, vuol dire che sono irrecuperabile.
Ora invece ho deciso di scrivere a voi, amici e lettori de I nuovi calabresi, ma non debbo attendere le vostre risposte che avete già dato con centinaia, molte centinaia, di commenti, emoji e condivisioni.
Debbo io colloquiare con voi, in primo luogo per ringraziarvi per la vostra attenzione e stima, ma poi per fare un po’ il punto di “dove siamo arrivati” e come vogliamo continuare.
Lo faccio alla vigilia di un primo provvedimento cautelativo (evitare la spoliazione soprattutto immateriale di Villa Rendano) che avrebbe dovuto essere emesso da almeno trenta giorni. Ma Roma è pur sempre la capitale d’Italia e ne ha i pregi e i difetti. La lentocrazia giudiziaria è una costante.
Ma a me non interessa più di tanto l’esito processuale che, come sapete, può essere il contrario della verità storica. Il giudice può solo decidere se il 30 maggio 2022 è stato compiuto “un abuso di diritto” o è stata realizzata una inaccettabile porcata. Io sono impegnato a dimostrare ai nostri concittadini che per ragioni incommentabili che descriveremo con Ritratti d’autore – il primo è già pubblicato ed è ovviamente riservato al “capo” della porcata Walter Pellegrini la Fondazione si spegnerà e Villa Rendano in capo a pochi anni tornerà ad essere un bell’edificio abbandonato e senza alcuna utilità alla città.
Se non ci sarà l’intervento di un buon numero di personalità autorevoli pronti ad intervenire al posto degli attuali occupanti questo sarà sicuramente l’esito finale.
Considero l’illiceità del furto di una Fondazione che è nata su invito del Sindaco Occhiuto come atto donativo di un cosentino, Sergio Giuliani, e con altra funzione di un altro cosentino, come il sottoscritto, a beneficio dei cittadini, non di alcuni malintenzionati e frustrati.
La successiva chiusura della mia direzione de ICalabresi è intollerabile perché significa che il consenso di centinaia di migliaia di calabresi, e non, non conta nulla per questi cinici e arroganti personaggi.
E questa colpa non si sana con una sentenza. Se sono stati compiuti atti illegittimi e moralmente inescusabili, come di fatto è accaduto, la vera punizione la state dando voi cari amici. Consapevolmente come credo o anche no, ciò che conta che un blog che è di fatto un giornale, ma atipico, perché l’autore degli articoli è quasi sempre lo stesso, cioè chi scrive questa lettera, ha prodotto questi effetti, che non invento in una specie di solipsismo: “volevate negarci di leggere, non necessariamente apprezzare, parole libere e oneste e non ci siete riusciti. Volevate farci credere che Francesco Pellegrini fosse responsabile di chissà di quali imbrogli e noi lettori, sempre con prudenza, abbiamo avuto a disposizione e letto tutta la documentazione sulla gestione della Fondazione, che è stata di F. Pellegrini come presidente, ma con un CdA per meno di 16 mesi, essendo giustamente controllata e verificata dal fondatore Sergio Giuliani fino alla morte (fine 2020)”.
E se potrò non guidare, ma proporre una iniziativa urgente a nuovi e degni amministratori, pretenderò una “due diligence” dalla data della di nascita della Fondazione fino al presente. Come sapete la due diligence non è una generica verifica economica e finanziaria, ma una vera radiografia globale.
E siccome, aggiungo, il bugiardo è obbligato a continuare nella parte, nei prossimi giorni – per chi vorrà – metterò a disposizione una citazione del mio omonimo che è veramente un unicum irripetibile. È fatto di accuse tutte smentite dai verbali del CdA composto dai quattro dell’apocalisse. Arriva a dare per realizzata con successo una specie di “fiera del libro meridionale” che è stato solo una tentata truffa da me compresa e bloccata sia pure con un po’ di ritardo. Ricordo solo che l’editore Walter Pellegrini che l’aveva proposta con l’impegno di contattare e coinvolgere tutte le case editrici da Napoli in giù, a novembre di un anno che non ricordo (2015 o 2016), a pochissimi mesi della apertura della fantasmagorica Fiera disse che si “riprometteva di parlarne al titolare della Libreria Mondadori”!
Ma per fare il ritratto fedele dei quattro congiurati ho bisogno di qualche giorno. Comincerò presto dal capo banda.
Ora, con sentenza o senza sentenza, mi aspetto che alcune personalità autorevoli e al di sopra di ogni sospetto, assumano la responsabilità di salvare la Fondazione e Villa Rendano, dandole una nuova e ambiziosa missione, rendendola quello che con fatica avevamo cercato di fare, un centro di riferimento culturale, cultura civica in primo luogo, andando oltre il Museo multimediale Consentia Itinera, pur ammessa “al Registro nazionale museale”. Luogo di confronto libero su temi alti, non per dibattiti casalinghi di persone che a mala pena i cittadini conoscono spesso per la loro inutilità, con presenza costante e irrilevante del sindaco della città (al quale per rispetto della passata breve “amicizia” ho evitato di inviare credo 700 o 800 giudizi impietosi sulla sua sindacatura).
In conclusione, cari amici, avete con il vostro consenso “salvato l’onore” di Cosenza violato dal silenzio assordante di tutti i padroncini a sbafo di questa città, e nel mio piccolo mi avete dato la forza di non mandare a quel paese, ingiustamente, la mia città natale che avvertivo come corresponsabile di un’azione indegna, rimanendo a viverci almeno per qualche anno. La mia “missione” è ispirata ad una lettura semplice e scontata, quella del Catechismo cattolico: chi si comporta bene merita un premio, chi invece si comporta male un castigo. Quando lo dico, anche chi mi vuole bene fa capire ciò che pensa: “questo è proprio un ingenuo che non ha capito nulla della vita”. Forse ha ragione, ma per carattere preferisco andare dove mi porta il cuore, non la ragione, almeno non sola.
1 Comment
Si ignora qualsiasi commento,non si danno risposte politici,non si preoccupano di nulla,per via di un’informazione che vive di salotti,apparizioni,sempre più simile a una cinghia di trasmissione dei poteri forti. L’informazione è stata delegittimare e tranne pochi giornalisti diventa sempre più difficile in questa jungla arrivare a un minimo di verità. Da noi chi si appende sul petto la medaglia di giornalista,prepara spettacoli teatrali per esibirsi sui palcoscenici in nome di una beneficenza fine a sé stessa. Potrei capire se si dicesse che si vuole difendere Assange zittito e considerato un terrorista peggiore di Bin Laden. Questa società sta implodere e morendo vittima di comportamenti codini