La nostra città è così, “conca d’oro e lingua di serpente” diceva il nostro Santo e non credo sia cambiata in meglio nel corso dei secoli, anzi, ho l’impressione che sia peggiorata ulteriormente. Ha, infatti, ormai acquisito tutti i peggiori difetti delle grandi città senza conquistarne i pregi e mantenendo al contempo tutti i difetti della cittadina di provincia e perdendone i vantaggi.
Oggi Cosenza è un mostro unico nel suo genere.
Sono partito e tornato più volte e finalmente, nel 2013, ho gettato la spugna e me ne sono andato per sempre, pur mantenendo stretti i legami di affetto e radicali che mi legano indissolubilmente ad essa.
Avevo pertanto seguito con entusiasmo l’avventura de “I Calabresi”, apprezzando la qualità eccelsa dei suoi articoli, mai banali e mai scontati e con una caratteristica di forte identità e intrinseca robustezza di impianto.
Non ho seguito la vicenda (che appare triste, meschina e turpe) che l’ha vista suo malgrado vittima di un vero e proprio “sistema” che tiene la città in un limbo fuori dallo spazio e fuori dal tempo.
Ammiro la sua forza d’animo e la sua energia ma, temo, che sia una lotta degna del miglior Don Quixote che non scalfirà il muro di gomma che, probabilmente, è ben peggiore dei mulini a vento.
Le auguro ogni bene.
Io non ci torno, preferisco Torino, dove abito, ché, perlomeno, qui conosco poca gente e non mi faccio il sangue amaro.
La saluto con affetto e ammirazione.
Caro sig. D’Ermoggine,
le sono molto grato per le sue parole alle quali non potrei aggiungere altro.
Mi offende che persone che si dichiarano amiche e lettori convinti non abbiano avuto il coraggio di versare € 5,00.
Io penso che il problema non sia il denaro (spiccioli), ma da un lato il menefreghismo di molti e dall’altro “il timore” (chissà mai perchè) che qualche agente segreto possa penetrare nel cervellone del sistema bancario e scoprire che il tizio o il tale hanno osato dare qualche spicciolo ad un blog volutamente non registrato, come dovrebbe, come giornale on line. Era già accaduto con ICalabresi e tutti i pavidi si sono precipitati a saltare dalla barca e genuflettersi ai propri carnefici. Ora, una volta per tutte, tra qualche giorno presenterò con un noto avvocato una citazione da me scritta: per la metà è contro il Comune di Cosenza nelle persone di Mario Occhiuto e per il principio di continuità Franz Caruso. Usciremo dal cortile con quattro gaglioffi per cercare di fare diventare la città con le sue istituzioni responsabile di aver violato i principi di lealtà, correttezza, coprogrammazione, condivisione con la Fondazione Giuliani. Qui non si tratta di dare ragione a Pellegrini 1 o Pellegrini 2, ma dichiarare se nella fattispecie che tengo volutamente riservata il Comune cioè la città è stata la prima e sola a violare una norma giuridica recente, ma di grande valore innovativo.
F. Pellegrini