Cari amici,
nei prossimi giorni vi informerò delle ragioni per le quali lascerò Cosenza, dove ero tornato mal messo in salute, ma con la gioia del ritorno a caso dopo quasi 70 anni. Per ora mi limito a dirvi che ci sono anche ragioni di salute in evidente peggioramento. Ero venuto con la speranza di ritrovare i ricordi della mia fanciullezza, di poter occuparmi, come mio dovere conferitomi da Sergio Giuliani, della Fondazione da lui voluta e da me fin dall’inizio guidata. La cosa non è piaciuta a quattro cialtroni infingardi che hanno costruito un monte di falsità, di cattiveria, di irriconoscenza, come non è piaciuto ai giornalisti che avevano avuto l’opportunità di fare il proprio lavoro, con contratti regolari, retribuzioni più alte della media.
Non è piaciuto al “cazzaro” Mario Occhiuto che pure si era impegnato per l’acquisto di Villa Rendano e aveva elogiato con parole non convenzionali Sergio Giuliani e me stesso. Non è piaciuto il successo di Villa Rendano perché costoro sono squallidi marchettari, non è piaciuto il successo straordinario anche patrimoniale de ICalabresi che l’indegno figlio del carissimo Luigi Pellegrini ha definito “un danno per la Fondazione” e addirittura mi ha citato in giudizio perché avrei dovuto restituire il danno inventato e con altri falsi mi hanno consentito una dettagliata denuncia alla Procura della Repubblica.
Continuerò a pubblicare fino a quando mi sarà consentito I Nuovi Calabresi. La battaglia per la verità e per scacciare i mercanti infidi dal tempio continuerà nei limiti delle risorse personali residue. Mi fermo qui e quando sarò pronto per la partenza, con dolore ma convintamente, ciascuno potrà decidere se stare dalla parte dei delinquenti o almeno prenderne le distanze. Considero responsabili dell’infamia impressa sulla città tutti i poteri, tutta la stampa, tutta la politica, tutte le istituzioni culturali che, ora, potranno liberarsi da un franceschiello qualunque che a differenza loro non si è immerso in una cloaca.
Il seguito se vorrete tra qualche giorno.