Rendere pubblica, sia pure in versione ridotta da 2 ore e 50 minuti a 1 ora e 10 minuti, è dal punto di vista giornalistico un azzardo: per la lunghezza e anche perché alcune cose possono non essere colte da chi non è addentro alla storia dell’assalto brigantesco alla Fondazione Giuliani con quello che ne è seguito.
Un bel gruzzolo di reati penali e illeciti civili.
Anche per questo, in meno di 12 ore, ho scritto un e-book che sarà distribuito e promosso da Amazon o gratis o con un prezzo simbolico. Credo invece che sia necessario, per chi vorrà, vedere o ascoltare la videoregistrazione del CdA del 30 maggio 2022, che non ha neppure rispettato la forma, dopo aver frantumato con falsità e stupidità la sostanza.
Ecco i punti che desidero segnalarvi: il prof. Spirito su mio invito sostiene a ragione che una Fondazione che è nata con un capitale di 10.000 euro fino al 2021, quando morto il fondatore riceve meno di 6 milioni di euro, dopo aver sanato il falso passivo costituito da Sergio Giuliani sotto forma di prestiti a lungo termine non ha vita lunga.
Due osservazioni: Giuliani sapeva che, se avesse ridotto come ha poi fatto, il capitale destinato alla fondazione, da difficile diventava impossibile sostenere persino i costi fissi di Villa Rendano che – al netto del personale e delle attività istituzionali – erano pari a 160.000 euro. Ricordo che dal 2017, guarda caso l’anno del testamento, Giuliani dava sotto forma di prestito (che andava ad ingrassare il passivo nominale) 200.000 euro. Cioè nulla.
Egli ha preferito dare legati a cani e porci: 1.600.000 all’avventuriera rumena che lo ha circuito pur assistendolo come un neonato. Un appartamento alla figlia di Giuliani Vittorio che stravedeva tanto per lo zio che rifiutò di andare a vivere nell’appartamento del padre perché contiguo all’amato zio. Valore 2.500.000 euro. Ha dato legati a due cugini, uno deceduto dopo pochi mesi (quindi andando ad arricchire i figli di secondo letto già superfavoriti rispetto alle due figlie della prima splendida e generosa moglie morta in un incidente stradale) ed uno benestante di suo e non meritevole di alcunché.
Poi un legato consistente alla sua compagna milanese.
In conclusione, con 5 milioni e poco più, se anche avessimo avuto un interesse fantasmagorico del 3% pari a 150.000 euro, non avremmo neppure coperto i costi fissi. Tutto questo viene ignorato dai quattro traditori per arrivare a sostenere che, ovviamente per colpa del sottoscritto non retribuito (il solo non retribuito) in poco meno di un anno di gestione dopo la scomparsa di Sergio Giuliani, avrei provocato quasi il fallimento della Fondazione.
Come potere ascoltare dal regista indegno del colpaccio avv. Mungari la soluzione è: licenziare il personale, ovviamente come poi accadrà per le sole professionalità pregiate che con la Cipparrone in particolare aveva costruito buona parte del successo di Villa Rendano. Non fa nomi il traditore da buon viscido democristiano, perché i licenziandi avrebbero dovuto essere i due parenti di Walter Pellegrini, che li aveva assunti uno senza firma e l’altro con sua firma che valeva meno di 0 perché la sola firma legittima era la mia (all’oscuro di tutto perché bloccato per mesi a Roma per problemi di salute).
Sempre Mungari cerca di far passare l’idea che gli investimenti fatti con UBS, seguendo le indicazioni di massima di Giuliani, sono stati un disastro imputabile a me. Peccato che, come risulta dal filmato, alla fine deve riconoscere che la scelta dei titoli su cui investire era stata devoluta a lui che di suo volle un investimento di 500mila euro affidato alle Generali. Risultato prima dello scoppio del covid e poi della guerra Russia Ucraina in 6 mesi UBS ha dato un utile di 135.000 euro, Generali – volute da Mungari – in tre mesi con 500.000 euro hanno prodotto una perdita di circa 4000 euro.
Il prof. Spirito correttamente dice che non avendo un sufficiente reddito da capitale (fino all’inizio 2021, 10.000 euro!) le soluzioni sono non ridurre il personale (due solo professioniste non parenti di nessuno e assunte con tutti i crismi della regolarità) che anzi pesa poco, ma tagliare le prestazioni di terzi (le consulenze)”.
Bene, nessuno dice che a parte le consulenze obbligatorie per la gestione amministrativa e fiscale quella che pesa di più (e da due anni non giustificata essendo io a Cosenza) è quella di Walter Pellegrini pari a 45.000 euro lordi, poi ridotta a 35.000 da me e nel 2022 chiusa da Walter Pellegrini solo a marzo perché era stato programmato l’assalto al palazzo: In totale WP è costato 300.000 euro.
Ma non basta: nei costi per prestazioni di terzi rientrano i 56.000 euro in due anni (bloccati da me appena arrivato a Cosenza) per un contratto a tempo indeterminato per cambiare due loghi e rinfrescare la pagina FB. Operazioni non ripetibili. Per farvi capire l’enormità di questo contratto NON firmato vi informo che Alessandro Poli per il progetto grafico del mensile cartaceo di Nicaso (poi bocciato, ma non gratis) e de ICalabresi credo che non abbia ricevuto più di 5000 euro.
Quindi i costi da tagliare erano tutti quelli imputabili a Walter Pellegrini e in buona parte cancellati il mese dopo essere arrivato a Cosenza.
Ma come vedrete Spirito ha fatto delle proposte: una è quella di mettere a profitto gli spazi di Villa Rendano per Progetti formativi.
Il prof. Sciarrone, dopo una lunga interlocuzione con me, ha illustrato un ambizioso progetto legato alla fase di transizione ecologica che avrebbe fatto di Villa Rendano il centro propulsore di altre sedi del centro storico, con una proiezione già garantita a livello internazionale. Alla domanda di Mungari quando il prof. Sciarrone avrebbe quantificato le risorse da dare a Villa Rendano fin da primo anno e con il limite dei tre anni egli ha risposto “entro il mese di giugno”. Ma i traditori avevano già deciso di sbaraccare tutto il 31 maggio dimettendosi in blocco senza motivazione.
Sempre Spirito aveva quantificato il contributo economico che sarebbe arrivato alla Fondazione da ICalabresi a partire dal 2023, 250.000 euro, non poco per un giornale definito da WP “un danno per la fondazione”, il solo investimento attivo veniva chiamato costo, 200mila euro per un mensile cartaceo con 6000 copie annue distribuite, ma a firma Nicaso + Gratteri (amico di), un “investimento”.
Dalla videoregistrazione si ricava una rappresentazione dal vivo di un crimine, di un’operazione distruttiva della Fondazione, dell’avvio dell’epurazione con intenso mobbing di Sara Ausilio, data in pasto alla jena Catanese, ricompensata con la vicepresidenza, e soprattutto di Anna Cipparrone alla quale si deve metà e più del successo e prestigio di Villa Rendano.
Non so come finiranno tre processi civili e quattro inchieste penali, arriveranno comunque a babbo morto.
Poiché considero responsabile e/o complice di questa oscena vicenda Cosenza, sarà essa a fare la figura peggiore a partire dall’e-book che uscirà a breve e che sarà distribuito al minor costo possibile (spero gratuito) e promosso in tutt’Italia da Amazon a mie spese.
La battaglia solitaria che sto conducendo da due anni e più, rimettendoci la salute e i miei risparmi, sarà sempre più forte, chi vorrà sostenerla potrà anche se non sono convinto con un contributo economico. Se non ci sarà – non sarebbe una novità visto che l’analoga iniziativa per ICalabresi con 30.000 followers portò in cassa poco più di 1000 euro – non cesserà la guerra contro una massa indegna, ma programmerò la chiusura de I Nuovi Calabresi quando, spero presto, sarà inutile perché il numero dei lettori aumenta sempre di più, ma il coraggio civile per la nostra dignità langue.