Oggi scadono i 30 giorni canonici dopo i quali le sentenze dovrebbero essere pubblicate, ma non è affatto detto che questo accada perché “i termini” che per il comune cittadino sono perentori per il Giudice sono ordinatori, il che vuol dire che è tutto affidato alla scala delle priorità e talora alla buona volontà del Magistrato.
Già questo elimina l’ansia di chi attende la sentenza come una sorta di laica Rivelazione e dà il segno che per ragioni oggettive santificare il valore catartico della sentenza è un eccesso. E quest’ultimo finisce con l’alimentare – spesso ingiustamente – il sentimento di sfiducia o poca fede nella Giustizia.
Quindi oggi quando leggerete, se lo vorrete, questo articolo è probabile che non sia ancora accaduto l’evento!
Ma un’altra considerazione più significativa. Se parlando con amici o semplici curiosi io manifesti fiducia nell’esito del processo che con la sentenza si chiuda – e lo fai perché conosci a memoria gli atti – la maggioranza ti esorta a non essere sicuro di nulla, per atavica e giustificata sfiducia nella Giustizia.
Bisognerebbe dire nei Giudici e questo non è affatto un buon segno. D’altra parte le cronache anche di questi giorni narrano lo scontro virulento tra Governo, Parlamento e Magistratura che non è un bello spettacolo e non aiuta a confidare che giustizia sia fatta.
Ma c’è qualcosa di più. Se il superprocuratore ha detto più volte che ci sono almeno “duecento magistrati corrotti” – cosa che non ci fa stare tranquilli e attacca a testa bassa la politica in blocco perché a suo dire le vuole mettere il bavaglio, come diamine deve sentirsi il meschino cittadino/suddito della nostra beneamata Repubblica?
Sono domande retoriche e le risposte sono solo credute vere o non vere per una specie di tifo da stadio. Ad esempio un tempo Di Pietro per sempre! E sapete come è andata a finire, che il PM VIP sembra abbia deciso di darsi al lavoro dei campi. E temo che in futuro molti santisubito sceglieranno il fascino dell’orto domestico.
Per non farci troppo male sappiate che questo accade quasi ovunque, sia perché i giudici sono sempre fallibili come ogni essere umano e poi perché essi sono pur sempre titolari di un potere non scalfibile, anzi sono un o il Potere come tanti altri che si comportano come la natura del potere impone.