La domanda che molti che votano o voterebbero per i partiti di opposizione si pongono con incredulità e un bel po’ di arroganza è sempre la stessa: Perché questi sciocchini degli italiani hanno votato Giorgia e i suoi alleati? Ma dov’è andato a finire l’antifascismo che il valore sul quale è stata scritta la nostra Carta Costituzionale?
La risposta sarebbe facile, ma farebbe male più di quanto faccia il Governo di destra all’“opposizione”, e primo tra tutti il PD.
Allora con pazienza pedagogica ripetiamo non la risposta, ma le risposte che possono tirarsi fuori dal pseudo mistero di cui si nutrano anche in modo esasperato alcuni giornalisti bravi e autorevoli, che appaiono in TV o firmano gli articoli politici della grande stampa nazionale.
La prima ce la fornisce oggi l’OCSE che – come riferisce il Corriere – riferisce che L’Italia però è inviluppata da anni in una storia di salari troppo bassi, come plasticamente evidenziato da questa classifica dell’Ocse su dati Eurostat che vede i redditi medi italiani sotto ai livelli degli anni ’90. D’altronde c’è una vasta area di povertà fatta di chi non ha un contratto fisso, spesso finisce travolto — è il caso dei giovani — nel girone dantesco dei tirocini. L’Inps, registrò l’allora presidente Pasquale Tridico, ritiene che questa area sia composta da «due milioni di lavoratori», fatta anche di contratti stagionali nel turismo e nei servizi in cui la dimensione del «nero» non è irrilevante e le cornici contrattuali scavalcate da illegalità e difese malamente dai pochi controlli.
Per chi non sa cosa sia OCSE: è l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che opera per creare politiche migliori per una vita migliore. Il suo obiettivo è promuovere politiche che favoriscano prosperità, uguaglianza, opportunità e benessere per tutti.
Questa sola risposta può essere completata ricordando che come spiega l’economista Tommaso Monacelli, che “i bassi salari sono la spia di un malessere profondo dell’economia. Che derivano da una crescita anemica della produttività totale dei fattori. I salari fermi sono, a mio avviso, la più grande ferita nel modello di specializzazione produttiva dell’Italia, basata sulle piccole e medie imprese (…)”.
In numeri, i lavoratori italiani sono i soli che hanno visto i propri salari. I salari reali in Italia, secondo l’Ocse, erano già scesi del 2,9% dal 1990 al 2020. L’alta inflazione generata dalla guerra in Ucraina e della veloce ripresa post Covid aggrava un problema che avevamo già.
Nessuno si aspetta che le forze politiche che sono state al governo – per 9 anni anche il PD – faccia miracoli. E nessuno può stupirsi che i Sindacati confederali che hanno iscritti in prevalenza pensionati abbiano tenuto un atteggiamento acquiescente e gregario, mentre danno solo ora un segno di risveglio ma sembra più per dare una mano all’opposizione che per intima convinzione.
La gente non vota il PD e i suoi alleati perché questa loro totale ignavia che si estende anche ai Cinque Stelle la conosce, la giudica una forma di complicità, in ogni caso una sostanziale condivisione.
L’ho scritto tante volte, ma certo la voce flebile de I Nuovi Calabresi non arriva alle orecchie otturate dei cosiddetti dirigenti nazionali e locali. E quindi via con l’antifascismo – che a parte qualche nostalgico squinternato nessuno contesta (il silenzio assenso non vale molto in politica) – e quindi via con il controllo della RAI, che oggi c’è ma c’era anche prima, forse declinato in forme meno rozze e palesi, e quindi via con tutte le sparate di Travaglio che mette insieme tutti i guai d’Italia, che sono veri, ma che coprono almeno un ventennio, non solo il biennio scarso del governo di Giorgia.
Allora la Schlein, se vuole che gli elettori pure non convintamente di centro sinistra non votino per la destra, non può non fare un cambiamento radicale al centro e in periferia del gruppo dirigente. Nessuno crede a nuovi slogan, nuove promesse programmatiche a tanto il chilo, se le facce che vede sono sempre le stesse. In Calabria, ad esempio, se il Pd ha le sembianze del giovane “usato” Pecoraro pensa che sia una controfigura di Nicola Adamo, se deve credere al “fantasma dell’opera” Maria Locanto preferisce ricordare l’ex vice sindaco Maria Pia Funaro, fatta fuori senza una motivazione spendibile dal sindaco impalpabile e candidata ad apparire su “Chi l’ha vista”.
Insomma la gente in parte vota per vocazione gregaria o servile, ma la grande maggioranza usa la testa, giudica quel che vede e turandosi il naso vota persino la Lega, una scelta “contro natura”.
Per non limitarsi alla sola Cosenza, cito anche ciò che è accaduto a Massa Marittima dove vivo ottimamente, molto più piccola della nostra città, da sempre governata dagli ex comunisti, con 2800 massoni su 9000 abitanti. Insomma su questo fronte se la batte con Cosenza, che schiera però non la massoneria storica ma quella ibrida mescolanza con la ’ndrangheta.
Il popolo dice che un giovane boss del PD già deputato e sindaco abbia svenduto il governo futuro della Provincia di Grosseto in cambio di un posto che conti nel Consiglio comunale promesso ad un “repubblicano”, ago della bilancia. Vero o falso? In genere vox populi non sbaglia.
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Tutte chiacchiere e distintivo.solo chiacchiere e distintivo