Questo è il racconto chiaro sul colpo di mano del CdA del 30 maggio 2022.
Il merito va a Iacchitè che ha commentato senza reticenza la “storiaccia” di Villa Rendano.
Non la ricordavo neppure ma do atto che il Direttore di Iacchitè, con il quale i rapporti furono pochi e non proprio affettuosi per anni, è stato il solo giornalista che ha rotto il muro del silenzio e di questo, sia pure in ritardo, lo ringrazio.
Qualche giorno fa abbiamo pubblicato una lettera di Franco Pellegrini, fatto fuori da Presidente della Fondazione Giuliani da tre “amici” e un “fratello” che il meschino con poca lungimiranza aveva nominato membri del CdA.
Dalla lettera del Pellegrini “trombato” – lui dice “per adesso” perché confida, speriamo per lui con maggiore oculatezza nel Tribunale di Roma, che deve decidere se nella defenestrazione si sia consumato “un abuso di diritto”.
In cosa consiste questo “abuso” è presto detto: nel Consiglio di amministrazione di una società o anche di una Fondazione su cinque membri, uno, Franco Pellegrini appunto, sta antipatico o fa ombra a qualche prima donna. La soluzione c’è tu hai il diritto di votargli contro a prescindere, ma se questo diritto ti serve per toglierti dalle scatole un presidente diventato solo scomodo perché ha deciso di venire a vivere a Cosenza allora commetti “l’abuso”. Se i giudici sono d’accordo gli atti, quello di morte del vecchio CdA e di nascita di quello nuovo, impreziosito niente di meno dal sen. Occhiuto, plurinquisito e sotto processo, sono carta straccia. Sono nulli o annullabili.
Cosa abbiamo capito dalla lettera che abbiamo pubblicato del Pellegrini trombato? Due cose: che è incazzato nero – e questo non è una notizia – e che a parte la solita massoneria e qualche politico a disposizione, Occhiuto senza dubbio (carta canta) e il sindaco ombra di Cosenza, che il socialista Pellegrini su ICalabresi ha pure trattato con “i guanti bianchi”, Walter Pellegrini da “fratello autonominatosi” è diventato un clone di Giuda iscariota.
Pellegrini non parla molto ma abbonda in post e commenti su FB. Da questi – fatti i necessari approfondimenti – si ricava che WP, vero protagonista della congiura, ha visto come fumo negli occhi FP che a Cosenza gli toglieva le luci della ribalta, e per un piacione come lui non è cosa da poco; gli toglieva la possibilità di fare piaceri ai familiari assumendoli e agli amici con collaborazioni ben pagate. E da ultimo di incassare come consulente diverse decine di migliaia di euro.
Sugli altri consiglieri sappiamo poco ma quel tanto che basta:
il possibile reo di “abuso di diritto” è un avvocato consulente da sempre della Fondazione, una consigliera s’è dedicata quasi a tempo pieno nel perseguitare una giovane a detta di tutti molto brava ma che si era forse macchiata della colpa di lesa maestà, di fatto costringendola a dimettersi. Del terzo abbiamo solo saputo che è un bravo clinico veneziano scelto perché aveva più volte curato e salvato il fondatore Sergio Giuliani.
Insomma una bella compagnia di giro che è possibile faccia incazzare anche il mite Sergio dott Giuliani.
A proposito di Sergio Giuliani, che in questa specie di guerra dei Roses è stato messo in una specie di cono d’ombra nonostante sia stato lui a volere la Fondazione, comprare e restaurare Villa Rendano e donare “alla città” circa 13 milioni di euro, è stato dimenticato che la cosa che più lo inquietava non erano sollo gli innamoramenti fatui e passeggeri dei cosentini “per bene” ma soprattutto che sparito lui e il cugino Franco Pellegrini la Fondazione seguisse a ruota.
Franco Pellegrini non gli ha potuto garantire la sua immortalità ma che avrebbe per tempo trovato una soluzione che all’occorrenza assicurava una nuova guida. E così è stato fino a quando quella soluzione è stata tolta di mezzo per facilitare il golpe degli amici fidati.
E ora, chi è così ingenuo da credere che il Pellegrini piacione si farà in quattro per tener fede all’impegno chiesto e ottenuto da Giuliani? Giuda ne ha tradito uno solo, ma non uno qualunque, ma sempre uno, il clone di giuda iscariota cosentino si fermerà ad uno, a due, a tre o fino a quando troverà una seggia assai comoda? Tanto i morti non parlano, non twittano e nemmeno ci provano ad andare per Tribunali, conoscendoli dall’alto dei cieli.
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Colgo l’occasione per ringraziare il Dott. Carchidi per il suo giornale e per i suoi articoli che ci rendono edotti su tante “porcherie” che altrimenti nulla sapremmo. Continui la sua, che poi è la nostra, battaglia per il bene comune.