Il “ritratto” del quarto congiurato è un mistero. Una scelta immotivata, ingiusta e inutile. Parlo del prof. Giovanni Gambaro, nefrologo, che avevo conosciuto per una visita di controllo e che, chiamato da me, accorse con urgenza a casa di Sergio Giuliani steso in terra privo di sensi con un’infezione renale che un dottore presente valutò grave e a rischio vita.
Quel suo accorrere con urgenza sulla base della telefonata di un semisconosciuto fu l’inizio di un rapporto tra noi di grande stima divenuta nel tempo amicizia, soprattutto da parte di Giuliani.
Con queste motivazioni proposi che il prof. Gambaro, veneto, che nulla conosceva di Cosenza, entrasse a far parte del CdA.
Dopo la scomparsa di Sergio gli rinnovai l’invito, che egli accettò come segno del rapporto amicale con Giuliani e me.
Sul mio cellulare ci sono decine di messaggi, gli ultimi dell’agosto 2020, che erano dei report quotidiani delle condizioni di salute di Sergio Giuliani, che non potevo acquisire direttamente perché la pandemia non consentiva l’accesso in ospedale.
Gambaro è il più diretto e informato testimone di quanto impegno, affetto e fatica ho speso in giro per ospedali in mezza Italia, perché la sola designazione notarile ad Amministratore di sostegno, senza il provvedimento di convalida del Magistrato, è stata da me interpretata come vincolante e valida. Quando, ammalato io stesso, feci chiedere da Mungari se qualcuno volesse prendere il mio posto, gli interpellati, tutti, fratello e cugini gratificati con molta generosità in vita e per via testamentaria non risposero neppure.
Gambaro ha partecipato ai CdA sempre da remoto, più volte in viaggio in treno da Verona, dove era stato nominato primario in uno dei più importanti ospedali, a Venezia dove abitava, quindi con frequenti interruzioni per caduta del collegamento telefonico.
Come e perché abbia aderito alla congiura non riesco a spiegarlo.
Ma questo non lo rende meno colpevole e il fatto che sia rientrato nel nuovo CdA mi obbliga a pensare o che non ha capito, colpevolmente, nulla, in particolare le ragioni della trappola preparata dagli altri consiglieri, o ha semplicemente deciso che l’amicizia e la stima ostentata per una decina d’anni, evidentemente fasulla, non fosse più utile.