Sono decenni che si parla di riforma della giustizia, sono state apportate modifiche non decisive, i nodi, non i soli, essenziali che negano nei fatti un reale ed efficace accesso al servizio Giustizia sono tutti restati. Quali sono i nodi, le anomalie fondamentali che entrano nella guerricciola permanente tra politica, specie di centro destra, senza alcun effetto per le persone che non hanno altra tutela se non andare da un avvocato, primo passaggio non esente da difficoltà e rischi e affidarsi a lui per poter chiedere giustizia.
Sottolineo che non scrivo con il punto di vista di chi il diritto lo conosce, nei Tribunali è entrato spesso come “parte”, ma anche come avvocato. Le idee, le opinioni, giuste o sbagliate, sono per quanto possibile quelle di un cittadino comune.
Innanzi tutto, ribadisco che le periodiche guerre tra Magistrati e Politici sono state e sono scontri tra “poteri” che vedono i cittadini nella veste di spettatori o al massimo tifosi degli uni o degli altri.
Non c’è dubbio che i Magistrati godano di una sostanziale immunità, salvo casi così eclatanti, per i quali la difesa corporativa deve cedere qualcosa.
I libri scritti sulla giustizia e sull’Organo di autogoverno il CSM – non sono molti – pur se quasi mai imparziali, ma non fandonie, come è il caso di Luca Palamara, descrivono un quadro di lottizzazione per cordate o per collocazioni politiche, non solo un fenomeno italiano, e sono deprimenti. Lo stesso Gratteri ha parlato di almeno 200 magistrati corrotti o corruttibili, secondo il parere di molti un numero in difetto.
Il Magistrato se scrive una sentenza, viziata anche di parzialità, illogica e contraddittoria rischia poco o nulla. La difesa che la legge concede al cittadino è quella di fare appello, cioè fare un nuovo processo la cui sentenza arriverà a babbo morto.
L’ho scritto su I Nuovi Calabresi, nelle scorse settimane un mio ricorso al giudice del lavoro, al quale avevo chiesto di ricevere le retribuzioni da Direttore Generale della Fondazione, mai percepite fino a quando non sono arrivati i barbari, che non contestavano il mio diritto, ma ripetevano una bufala descritta come tale da ogni testo di diritto che una donazione da avuta da Giuliani come fatto con amici e parenti “serpenti”, ma nel mio caso “a malincuore”, ha respinto la mia domanda perché non avevo citato una decina di sentenze (anziché due o tre) per provare ciò che è pacifico e ovvio che il DG è un subordinato o parasubordinato al Cda. Se avesse concesso, come per prassi si fa di norma, di avere il diritto alla fase istruttoria questa presunta carenza si sarebbe sanata, ma la Giudice ha negato anche questo.
Puoi difenderti? Sì, facendo appello il cui esito arriverà tra anni. Fesso e gabbato. Sterile consolazione scrivere una PEC alla signora con un sostanziale, anche se ben vestito “vaffa in c….”.
Ora abbiamo la cosiddetta riforma Cartabia, che dovrebbe accorciare i tempi dei processi (pura speranza), ma che per ora ha ridotto drasticamente la possibilità di difesa alle parti in causa.
Oggi funziona così: nella prima udienza devi inviare tutti i documenti per via telematica. Poi, dopo che hai depositato il dovuto, accadono eventi o si apprendono cose che prima ignoravi.
Chiedi di poterli produrre. Il giudice quasi sempre risponde: no, grazie. Le potrai scrivere nella memoria che chiude il processo.
L’avvocato di norma – salvo eccezioni relative – a parte scrivere atti che speri il Giudice legga con la dovuta attenzione in tutto il processo è abilitato a pronunciare una ventina di parole:
1) mi rifaccio agli atti depositati e ne confermo la validità;
2) chiedo di presentare una memoria integrativa, anche per cambiare un teste con un altro. Riposta del Giudice incontestabile e non con obbligo di motivare il Si o il NO;
3) siamo alla conclusione, l’avvocato presenta per via telematica la memoria finale e se logorroico dice: mi rifaccio alla memoria conclusionale e riconfermo la domanda principale o nella denegata ipotesi quella subordinata.
In sintesi, è stata introdotta nelle aule di Tribunale una vera parità, tra persone parlanti (se glielo consentono) o persone mute. Il risultato cambia di poco.
Rispondo in anticipo ai “puristi” del diritto e della procedura che ho sottolineato i toni, non scritto frottole.
Insomma i tempi non sono stati per ora tagliati (una causa per la quale era stato richiesto un provvedimento sospensivo urgente – traduco: chiudete per un po’ le stalle prima che le mucche spariscano – è stata rinviata a fine 2025), in compenso è stata tagliata drasticamente il diritto di usare la lingua quando occorre.
Ribadisco il mio suggerimento: se andate in causa” partite già con il 50% di penalità!