Sulla “C”, C come culto non mariano che è quello di chi come me si è recato a Lourdes 22 volte (non per chiedere miracoli, ma per ricordare che c’è un’umanità di ogni colore che vive nella sofferenza) ma culto diciamo gratteriano, è comparso un servizio dedicato al procuratore a Sanremo. Ho pensato: diamine questo magistrato è arrivato sul palco del Teatro Ariston, dove si esibiscono fior di cantanti partecipanti al Festival della canzone. E ho pensato: che fico!
Poi ho letto che il Procuratore di Napoli era sì a Sanremo nei giorni di apertura del festival, che tiene metà degli Italiani attaccati al televisore per un’intera settimana, ma per parlare di giustizia, della riforma in discussione, che non piace a lui come alla maggioranza dei PM.
Ho continuato la lettura ed ho appreso che il Procuratore si preoccupa, a ragione, della precarietà dei giornalisti, delle intimidazioni che subiscono con una montagna di querele temerarie, cioè infondate, e più in generale della cattiva salute in cui versa la libertà di stampa.
Tutto giusto e condivisibile. Ma poi mi sono chiesto: se Gratteri meritoriamente arriva fino a Sanremo a tutela del negletto art. 21 della Costituzione come mai non sé è accorto che nella sua terra, a Cosenza, un suo amico Walter Pellegrini con altri farabutti s’è fregato una Fondazione privata con Villa Rendano come dote ed ha chiuso con metodo fascista un giornale “inchiesta”, proprio il genere che giustamente sta più a cuore al Procuratore? E come mai più volte sollecitato a far conoscere il suo pensiero, senza neppure doversi sobbarcare ad un lungo viaggio fino quasi ai confini con la Francia, non ha spiccicato parola?
Capisco che nemo propheta in patria, ma insomma la vittima per ora (non volendo neppure pensare per un attimo che qualche manona provi a modificare una sentenza imminente senza averne titolo) sono io, un signore calabrese incensurato che sino a prova contraria ha ben fatto, gratis, e che per quella strana ma nobile parola che si chiama Legalità ci ha rimesso la salute (e non per modo di dire), un sacco di soldi per avvocati che l’hanno pure fregato facendogli però in compenso ricordare che avvocato è pure lui e non proprio fesso, se da quando ha indossato virtualmente la toga il destino di tre processi è radicalmente cambiato. Ed è così convinto la vittima avvocato, solo omonimo dell’amico farabutto del dott. Gratteri, che se sentirà puzza di marcio in Tribunale come dicono a Napoli, che Gratteri ben conosce farà cose e pazz.
Perché la lettera C indica il Gruppo Editoriale che ha dato la notizia, C è il culto devozionale che in molti hanno per Lei dott. Gratteri (meno tra i suoi colleghi), C come cu…. che è la parte più vulnerabile delle persone oneste e non autorevoli, C è la lettera che compare nel verbo inCazzarsi di brutto quando uno deve difendersi da quattro Canaglie.