Ho scritto più volte su I Nuovi Calabresi che venuto a Cosenza dopo mesi di ricovero e vari interventi chirurgici speravo che il sogno cullato per quasi tutta la vita del “ritorno a casa” mi aiutasse in una difficile ripresa, fisica e psicologica.
Non è andata cosi, dopo meno di due anni, s’è consumato un tradimento impensabile che mi ha obbligato per regioni morali a reagire – mentre circolavano le prime ricostruzioni integralmente false e inventate (la falsità in tutti i sensi è la costante nell’assalto a Villa Rendano).
Sul piano giudiziario, all’inizio ho dovuto scansare un avvocato illustre locale, ma somigliante non al mio difensore, ma al mio accusatore. Questo ha comportato – anche per alcune citazioni dei pirati del tutto campate per aria, aria tossica per di più – un forte impegno economico, ma soprattutto una condizione di stress e pressioni che un bravo e onesto cardiologo di Cosenza volle certificare per iscritto prevedendone gli effetti anche letali.
Non sono tipo che si arrende alla prepotenza, al malaffare, al tradimento personale. E perciò aule di Tribunale a Roma, poco affidabili perché i giudici sono ignari del contesto massomafioso cosentino e calabrese in genere (loro giudicano come se Cosenza fosse la stessa cosa di Belluno o Cuneo). Poi la mossa vincente: dotarsi di uno strumento nato senza grandi aspettative, che alle falsità cattive che hanno progressivamente coinvolto persino molti dei giornalisti che avevano collaborato con me, facendo de ICalabresi un successo editoriale pressoché unico, ha opposto la scelta della massima trasparenza rendendo pubblico tutto o quasi tutto per rispetto della privacy.
Ora come ho scritto non per autocompiangermi la perdita di salute s’è compiuta tutta.
A Santo Mungari, avvocato e traditore, al quale avevo chiesto e ottenuto l’impegno ad assistere mia moglie in caso di necessità, avevo scritto quel che accadeva al mio fisico. Mi rispose che gli “dispiaceva” ma che lui e i suoi compari – che non sono solo i traditori che sedevano nel CdA della Fondazione, ma anche Mario Occhiuto, Franz Caruso e tanti altri che hanno condiviso un progetto delinquenziale a danno dei cittadini – le decine di migliaia che hanno affollato, frequentato, apprezzato quanto realizzato e proposto a Villa Rendano – che potrei identificare con una sola o al massimo due: tutti o quasi tutti i padroni impresentabili di Cosenza e Calabria.
Ora per dovere di informazione rendo nota la certificazione di invalidità totale “grave” – a ragione senza benefici economici – che mi è stata anticipata con un messaggio dell’INPS e che poi mi è stata illustrata con una raccomandata.
Caso ha voluto che ben prima di conoscere la valutazione sanitaria dell’INPS avevo incaricato un autorevole penalista di Roma di denunciare le vessazioni dolose da parte di alcune iene camuffate da amici anche quarantennali, come Walter Pellegrini in quanto figlio del mio “fratello maggiore” Luigi, galantuomo, editore e intellettuale.
Le ipotesi di reato diventano oggi reati. Che il giudice li punisca non mi interessa più di tanto. Chi s’è mosso con dolo e cattiveria contro una persona che aveva creduto di essere utile alla sua città natale troverà ben altri giudici, senza toga e tocco ma ben più autorevoli e severi, pur nella misericordia del Padre.