Una PEC inviata alla Prefettura di Cosenza che nega la competenza in ordine alla scalata ostile nei confronti della Fondazione Giuliani che di fatto – è la mia tesi non bislacca – chiama in causa istituzioni territoriali, logge massoniche deviate, interessi convergenti della ‘ndrangheta.
Buonasera,
contesto e respingo la comunicazione in oggetto bizzarramente a firma Area cittadinanza e immigrazione.
Premetto che da novembre è stato inoltrato un esposto contro l’avv. Santo Emanuele Mungari per incompatibilità insanabile art 2399 CC che se accolto, come io credo, comporterà con un successivo passaggio l’annullamento di tutti i provvedimenti a sua firma e quindi lo scioglimento dell’attuale Cda.
Ma io contesto che il Prefetto, in quanto massima espressione sul territorio del Governo nazionale, non abbia le necessarie competenze. La violazione acclarata di ogni principio di legalità e soprattutto la violazione dell’accordo di sussidiarietà orizzontale tra Pubblico (Co117 / Comune di Cosenza) e Privato (Fondazione Giuliani) in spregio all’art 56 del Dgs 117/2017 e nello specifico operato da un soggetto in conclamata incompatibilità – il primo e solo caso verificatosi in Italia che mi obbligherà ad adire Il TAR di Roma la cui sentenza farà dottrina – non può essere ignorato dal Prefetto. Non gli si chiede un intervento sul merito – che questo si è fuori dalle sue competenze istituzionali – ma un preventivo approfondimento che io stesso di fatto dominus della Fondazione e di Villa Rendano polo culturale, civico e museale di rilevanza nazionale mi sono offerto di dare e tramettere alle autorità di vigilanza e istituzionali nazionali di competenza.
L’informazione da fornire alle predette Autorità che avrebbe come contenuto a chi deve assegnarsi la reale ed effettiva responsabilità dell’ azione ostile e illegittima.
Queste appartengono di sicuro in primo luogo agli esecutori materiali ai quali sono riservate 4 processi di cui tre pendenti presso il Tribunale di Roma ma la responsabilità che va ben oltre il caso specifico è palesemente ascrivibile ad un interesse convergente tra soggetti istituzionali territoriali, infedeli, a logge massoniche deviate, a interessi di componenti mafiose “Cosenza citta ‘ndranghetista” (non è una mia definizione) tutte ostili ad un’esperienza no profit e ad giornale on line di inchiesta quindi libero e non condizionabile.
Tutto questo è irrilevante per la Prefettura di Cosenza? Non lo credo perché la conseguenza inimmaginabile sarebbe l’irrilevanza della più autorevole Autorità istituzionale sul territorio.
Per questi motivi reitero la mia richiesta e segnalazione, contestualmente informo il sig Ministro dell’Interno, darò notizia della valutazione del sig Prefetto e del dissenso di un cittadino che da solo sta combattendo una battaglia di legalità in una città dove governa o prevale l’illegalità.
Avv Francesco Pellegrini