Credo che quasi tutti sappiano cosa si intenda per silenzio assenso. In termini generali vuol dire che se il cittadino ha chiesto un permesso o un’autorizzazione, di solito a un organo della pubblica amministrazione, passato un certo lasso di tempo scatta il silenzio assenso. Volgarmente chi tace acconsente.
Ora a Cosenza s’è fatto un uso smodato di questo silenzio, che in taluni casi è legittimo in altri ha altri meno nobili significati. Cominciamo da quelli che sono “falsi” silenzi assenso, perché in realtà sono una violazione di legge. Per non tediarvi vi ricordo solo la legge per la quale ogni cittadino ha diritto di “chiedere l’accesso agli atti” della Pubblica Amministrazione. Qui non si tratta di assenso implicito, ma di assenza di legalità. Al tempo de ICalabresi ho chiesto l’accesso agli atti, in questo caso un contratto, alla Regione Calabria per sapere perché si fossero buttati al vento quasi due milioni di euro per la “porcata” pseudopromozionale di Muccino.
Silenzio assoluto, naturalmente condiviso da tutte le forze politiche. Poi nel PD calabrese si offendono o si incazzano se si scrive che tra Nicola Adamo e Roberto Occhiuto o il sostituto della compianta Jole Santelli non c’è alcuna differenza.
Altro esempio: ho vinto al Consiglio di Stato un ricorso perché il debutto di Villa Rendano fu accompagnato da un bando di concorso regionale truccato per far vincere una fondazione metà del Comune di Catanzaro e metà della Regione, la stessa che aveva emesso il bando. Dopo 5 anni pensavo che questo bastasse e avanzasse. No, errore. Bisogna fare un altro ricorso al TAR di Catanzaro che è stato smentito quasi a male parole. Sono trascorsi altri 5 anni e non è accaduto nulla. Solito accesso agli atti – esito: ignorato.
Come si dice “il pesce puzza dalla capa”.
Ma andiamo a un silenzio assenso più comprensibile. Il 30 maggio è stato compiuto “un crimine” – così nel diritto penale – e un “abuso di diritto” in sede civile con sentenza non lontana.
Il “silenzio” tombale di tutta la Calabria si può chiamare omertà (e già questa fa schifo) o più ipocritamente “silenzio assenso”.
Non ha niente di giuridico questo specialissimo silenzio, ma in compenso conferma che la Calabria è una versione del Far West e che i delinquenti che hanno fatto il colpaccio hanno avuto ragione (a prevederlo e profittarne). E Cosenza merita la pessima immagine che la accompagna fuori dai confini regionali.
Poi c’è il silenzio assenso dei cittadini che somiglia maledettamente alla complicità per… paura (di che?). Il caso dell’Associazione civica che a fronte di molte centinaia di “bene, bravi, uniti si vince” ha avuto 4 iscrizioni non è solo silenzio assenso di pessima qualità ma vera e propria vigliaccheria, che se fossi una persona “normale” mi dovrebbe convincere a farla finita con la libera informazione, che sembra respirazione bocca a bocca con un cadavere.
Ed infine andiamo a un silenzio assenso che sembra e forse è tale, più probabilmente è una carta truccata da Walter Pellegrini, amico di Antonio Nicaso e amico del Procuratore Gratteri.
Io penso, spero che sia così ma non posso negare che il “silenzio” di Gratteri c’è stato, eccome, ma da qui a dire che è stato un silenzio assenso ne corre. Insomma mancano le prove. Forse si potrebbe ipotizzare una “culpa in vigilando” sul perché e sul percome il suo amico, e mio traditore, senza averne titolo – ci sono 3 denunce penali assegnati ai PM di Roma oltre quelle civili che molto incautamente erano state già date come vinte dai traditori, a detta della gazzetta ufficiale impropriamente chiamata ICalabresi (un oltraggio personale) – abbia violato statuto, legge, etica, e buona fede.
In effetti una sentenza prevista per il 2026 e di fatto preannunciata dal Giudice faceva pensare che fossi stato messo KO. Ma è bastato che facessi mettere a verbale che tutte le affermazioni di WP e soci erano false, frutto di un’azione intimidatoria (poi tradotta in una denuncia penale con percorso preferenziale) e la Giudice, resasi conto della trappola in cui era caduta, ha anticipato l’udienza finale al 16 settembre prossimo.
Ma dell’ipotetico “silenzio assenso” di Nicola Gratteri parleremo dal 5 settembre in poi, dopo la pausa agostana.
Non sarà una lettura noiosa ma sarà utile allo smantellamento della più vergognosa azione violenta, immotivata, che rimarrà a marchio della nostra città. Per ottenerlo visto che della Calabria non frega niente a nessuno (figurarsi di me fuori dal cerchio magico dei direttori di giornali con i quali avevo rapporti pressoché quotidiani) mi sono rivolto ad un gruppo di professionisti che saranno messi alla prova da settembre.
3 Comments
Purtroppo la Calabria è una terra difficile, ha la ‘ndranheta” , dicono essere la peggiore mafia del mondo, abbiamo visto di cosa sono capaci e questo seminario il terrore, chiude le bocche di chi vuole vivere 😞
Correggere: ” semina” e non seminario
Aspetto il commento di Gratteri di chimica fido molto.