In Italia abbiamo la memoria corta perché è più comoda soprattutto per chi di fronte a scenari nuovi e drammatici consente di dire tutto e il contrario di tutto.
La sinistra, che è oggi impropriamente identificata con il PD, che è invece solo un mal riuscito agglomerato post DC, molto meno post PCI, ha dimenticato le parole del suo ultimo vero leader, Enrico Berlinguer, che disse al Corriere che “si sentiva molto più al sicuro al di qua della cortina di ferro – quella cinta carceraria dentro la quale erano obbligati a stare tutti in Paesi dell’Est europeo – piuttosto che al di là. Insomma meglio i paesi di democrazia liberale anche se non erano anch’essi il Paradiso in terra.
Ora il magma che è contro e fuori dalla destra si diletta con citazioni da 1968, ci risparmia per fortuna il ricordo de I ragazzi di Bibiana di don Lorenzo Milani che sembrava inevitabile come Il libretto rosso di Mao, ma appare sempre una nebulosa che con chiunque parli, persone di cultura e spesso militanza di sinistra riformista, sembra attirare più ostilità e irrisione di quel che effettivamente merita.
Ora che tutte le barriere dell’ipocrisia sono crollate è difficile evitare la replica della Torre di Babele.
A parte quella disgrazia nazionale che si chiama Salvini, che la Giorgia che sciocca non è prima o poi farà sbarcare dal governo, non si sa che pesci prendere.
Putin, un autocrate, che manda in galera o in Siberia chiunque osi aprire bocca è duro da digerire. Ma i putiniani da noi non mancano e per chi dirige un giornale che riceve migliaia di commenti spesso demenziali pro Putin servono alcune compresse di Lexotan o citrosodina in dosi massicce. Ma questo è il meno.
Mi consolo leggendo interviste e dichiarazioni di menti lucide e pensanti.
Ad esempio a proposito dell’informazione nazionale – nella quale poco alla volta stiamo entrando anche noi de I Nuovi Calabresi ribattezzandoci Il Sud chiama il Nord (non è il massimo ma anche la creatività di chi scrive ha dei limiti) – su Il Domani Luciano Canfora, un meridionale di cui essere fieri, dice: “Viviamo in un momento di grandi cambiamenti, per certi versi prevedibili in cui si trova anche un elemento di comicità: mi sembra che gran parte della stampa e dell’informazione si stia dando parecchio da fare per riposizionarsi, trovandosi in una condizione non lontana da quella del servo quando cambia padrone. C’è un nuovo padrone e il racconto deve adeguarsi”.
Non è consolante ma vero. Lo spettacolo penoso di chi è obbligato a leggere diverse fonti o vedere alcuni programmi TV – quasi tutti, il più libero e irriverente è “Fratelli di Crozza” su la9 – è duro da reggere. Rinuncio di fatto a leggere la stampa locale calabrese, con poche eccezioni, perché siamo al di là della sopportazione. C’è un marchio che li accomuna quasi tutti. Non esprimere mai un’opinione vagamente intelligente, dare spazio a commentatori e politici al cloroformio e poi non mancare di rendere omaggio a santosubitoGratteri. Un editore importante in Calabria quando appena usci ICalabresi, senza che lo conoscessi, mi telefonò per complimentarsi mi fece una domanda che non capii: “Ma lei cosa ne pensa di Gratteri”. Avrei dovuto rispondere Ma che minchia c’entra Gratteri, non lo feci perché mi sembrava una domanda del cavolo ma a distanza di un paio d’anni ne ho compreso la ragione, sulle sue testate ci sono foto, elogi, omaggi in abbondanza su Gratteri.
Sempre a causa del fatto che forse sono intelligente ma furbo proprio no (sto migliorando però) ho messo in relazione certe dicerie forse infondate ma diffuse sul Gruppo editoriale e la straripante presenza sui suoi giornali del super procuratore. E siccome fesso si ma tre volte fesso no mi sono chiesto: io ho tanti difetti ma non sono “chiacchierato” sono dal punto di vista legale immacolato, non ho mai rubato o fatto volontariamente male a nessuno, perché sento l’ombra di Gratteri alle spalle del delinquente mio omonimo? Perché mi arrivano voci – di cui ho dato conto– senza crederci, che a parte una sentenza recente di un Giudice del lavoro che definire scandalosa è il minimo sindacale (e come mio costume gliel’ho pure scritto), voci mi avvertono di una potenziale sorpresa a proposito della sentenza NON CAMUFFABILE, NON MANIPOLABILE; NON CONTESTABIE su Abuso di diritto che farebbe piazza pulita degli assalitori di Villa Rendano? Faccio fatica a crederci ma intanto ho deciso tra tanta omertà preparare un numero speciale sulla Giustizia o malagiustizia di imminente pubblicazione. Non è che questo sia chissà che cosa ma mi ha suggerito un’ipotesi di una nuova e inedita Assicurazione – di cui non ho bisogno, ma molti altri si- che ho chiamato con poca fantasia “ASSICURAZIONE CONTRO OGNI RISCHIO NG”. Vediamo se trova assicurandi.