Il collettore di relazioni con tutti, specie se utili a lui e alla sua piacioneria, dovendo far mostra della sua dedizione a Occhiuto, Franz Caruso, Bruno Bossio, più o meno tutti quelli che navigano tra Comune, Parlamento, Regione e Logge varie, sebbene dica a tutti che lui “è un massone in sonno”, ma tutti pensano che sia sveglio come un grillo, dichiara che prima di lui la Fondazione non se la filava nessuno. Ovviamente per colpa mia non potendosi pretendere dal Fondatore ultraottantenne il giro delle sette chiese.
Ora a parte il particolare che il primo incontro dopo la nascita, solo notarile, della Fondazione, è stato per cortesia istituzionale – siamo degli incorreggibili creduloni dell’importanza delle istituzioni – con il Sindaco che nell’ordine ci propose il completamento del Complesso di Sant’Agostino con firma della relativa Convenzione – la prima di una lunga serie rimaste nei cassetti del Comune – a seguire l’acquisto della ex sede della Banca d’Italia, troppo cara, per approdare infine a Villa Rendano che fece andare in brodo di giuggiole Giuliani, mentre a distanza si immaginavano i vaffa, chi fissa, chi pensa di fare, del fratello Vittorio, schierato sull’altro lato della barricata, perché tutto il patrimonio di Sergio lo considerava suo. Credendomi responsabile dell’idea balzana per lui della Fondazione (si sbagliava perché Sergio ci aveva provato più volte e aveva corso il rischio di essere turlupinato) da allora mi ha onorato del suo odio, ha propinato insinuazioni sulla mia “onestà” – un vizio genetico per me – che poi la badante riversava amplificate su Sergio (che si premurava di dirmi di non darle retta) cercando di fare il vuoto assoluto intorno a Sergio, con la mia eccezione, che è stato produttivo di un legato di 1.600.000 euro, che ha contribuito con altre regalie a ridurre alla metà il capitale a disposizione della Fondazione.
Occhiuto fece di più: organizzò il primo incontro con i rappresentanti della SNAM per avviare la trattativa per l’acquisto che in pochi mesi andò a buon fine.
Ma come detto, a smentita delle balle seriali dell’omonimo già nel Cda, uno dei primi, fu “approvato il testo del Protocollo d’intesa con il Comune di Cosenza, dando mandato al solito Pellegrini Franco, di apportare eventuali modifiche chieste dal Comune”.
E siamo a due. E non è finita perché il 12 dicembre 2011 il Cda trattò di iniziative istituzionali con il Comune di Cosenza e non sapendo che il Parco di Trieste, il cui presidente era Corrado Clini ministro e amico di Mario era già promesso a Fincalabria per CalabriaInnova, come al solito si dava mandato al solito Pellegrini per far sapere a Clini e Occhiuto che la Fondazione era interessata unirsi a loro nel progetto. Siamo a tre in pochi mesi.
Il 12 giugno 2012 il Cda approva la proposta di condividere progetti e iniziative con l’Unical, che sino a prova contraria è un’istituzione con i fiocchi. Nella stessa occasione su proposta del presidente vengo dati al Direttore Generale gli stessi poteri ordinari e straordinari del Presidente medesimo.
Anticipo che questi poteri straordinari furono riconfermati in un CdA del 2018 e siccome non sono mai stati revocati – avrei dovuto farli io come presidente – la pretesa bizzarra che nella foga del congiurato s’è inventata WP con a braccetto l’avv. Mungari, per inciso consulente legale della Fondazione dalla nascita che tutti i poteri fossero del CdA e al presidente/direttore generale rimanessero la competenza sulle pulizie, sull’acquisto di carta igienica, sulla chiusura e apertura delle porte di Villa Rendano. Naturalmente quando il Presidente si chiama Franco o Francesco non quando si chiama Walter.
Un breve commento per inciso: onestamente non so come chiamare la pagliacciata eversiva. Delinquenziale (ci può stare), vigliacca, sicuro, idiota e oscena idem, frutto di eccitazione da potere (modesto) quasi certo.
Il problema che questo mistero buffo è stato condiviso da altri tre fedigrafi, e in particolare l’avv. Mungari che da consulente giuridico doveva spiegare cosa si potesse fare e cosa no.
Ho da mesi denunciato Mungari all’ordine degli Avvocati di Roma, che è anche il mio, ma ancora non è successo nulla. Chissà, sarà per il caldo torrido o per qualche manina Opus Dei che mi sorprenderebbe molto essendo cattolico praticante. Se ne avrò l’occasione lo chiederò al senatore Occhiuto, che di Opus Dei a detta di molti se ne intende (ma io non ci credo, proprio per non diventare ateo).
Nel CdA del 15 ottobre fu approvato il Progetto per un Master sulla gestione dell’energia, gemello di quello da tempo realizzato a Roma da SAFE, che rappresentava circa 70 imprese energetiche, con accesso quasi garantito ai partecipanti e che poi confluì in un Progetto coordinato dal Ministero dell’Ambiente, Clini Ministro, con l’adesione del Comune di Cosenza (e daglie!), Unical e SAFE. Il progetto con il testo dell’accordo già firmato si arenò per le note vicende giudiziarie in cui incappò Corrado Clini, ma era molto interessante perché prevedeva la costituzione di un Centro di supporto alle Amministrazioni e di consulenza per progetti comunitari a sostegno dell’economia del Mezzogiorno.
Sempre in tema di rapporti con le Istituzioni nel 2014 fu stipulato un accordo con l’Università di Roma Tre per l’economia dei rifiuti come risorse da utilizzare.
Nel CdA del 26 febbraio 2014 Walter Pellegrini bravissimo nell’immaginare progetti attraenti e fantasmagorici, di norma destinati a rimanere progetti, propone addirittura un festival del libro 2015 denominato Euro Med book fest con la partecipazione dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Ma su questo – che chiamerei evento iconico e identitario di WP torneremo nel prossimo articolo.
CONTINUA…
Con questa serie di articoli (cinque in tutto) che sbugiardano, come altri, Walter Pellegrini che si dà come missione principale della Fondazione di essere “pappa e ciccia” con i soliti noti, chiamati impropriamente soggetti istituzionali, che in 10 anni abbiamo sollecitato invano per non lasciare sola la Fondazione Giuliani, in un Paese civile dovremmo poter denunciare i fatti al Tribunale penale. Ma siamo in Italia e sebbene si dica che la Legge è uguale per tutti, la replica di Davide contro Golia è difficile. Chi crede che vinca sempre il “buono” contro il “cattivo”?
È più vicino alla verità chi è scettico e non ci crede. Personalmente confido un po’ di più nell’informazione fondata come questi articoli sui verbali del Cda della Fondazione dal 2011 al 2021.
Ma non al punto da pensare, come avevo ripetutamente scritto, che personalità stimate e rappresentative di tutte le opzioni politiche, culturali e ideologiche, purché non inquinate dal malaffare, dovrebbero farsi avanti per salvare dal saccheggio morale e fisico Villa Rendano, che questo appello venga accolto per “salvare l’onore e l’immagine di Cosenza”, sarò retorico ma è meglio che essere gonzi, perché non mi risulta che in Italia che non è da tempo culla del diritto e della libertà democratica sia mai accaduto che un ente no profit venga dato in mano, non per valorizzarlo, allo stesso politico che l’aveva proposto e sostenuto con un patto non solo tacito di reciproca lealtà. Non è mai accaduto che un giornale libero e vincente fosse chiuso contro ogni logica come nel ventennio o nella Russia di Putin. Non era mai accaduto, credo, che un avvocato consulente giuridico della Fondazione divenisse il regista di una conquista illecita. Come credo non sia mai accaduto il record della falsità raggiunto da Walter Pellegrini che replicando le parole dette con profonda sincerità dal padre il carissimo Luigi passasse dall’autodefinizione di fratello a livido e bugiardo nemico. Perché? Perché dopo aver gustato il (modesto) piacere di fare il ras pagato di Villa Rendano non ha accettato che il legittimo responsabile (non capo perché in un ente no profit di “capi” non si dovrebbe parlare) tornato a Cosenza gli togliesse, né funzioni né compensi, ma il monopolio dell’egomania e del narcisismo.