È il caso di ricordare per cominciare “i meriti” di Walter Pellegrini nella distruzione della Fondazione, nella sua caccia al colpevole che non ha trovato perché il primo e non solo colpevole è stato ed è lui.
Sarà una specie di memo prima di ogni sentenza e prima che una massa di vili e servi provi, come già fatto, a derubricare le sue colpe.
- Sorpreso sgradevolmente che avessi deciso di tornare a vivere a Cosenza (da mesi mi assicurava di cercare un appartamento da prendere in affitto, in realtà solo il giorno prima andò dall’ Agenzia immobiliare, poi mia moglie romana trovò casa in meno di 24 ore) non fece in tempo a camuffare contratti non firmati né autorizzati, l’assunzione idem del nipote senza firma e con firma e quella invalidabile del genero, perché apposta senza averne titolo, dal… suocero. Né poté spiegare perché per un paio di anni, come era suo compito e dovere fare (era pagato anche per questo € 45.000 all’anno) non fece nulla per ottemperare a 30 prescrizioni dei VV.FF da eseguire in 30 giorni. Una situazione di grave irregolarità essendo Villa Rendano aperta al pubblico.
- Le uniche assunzioni fatte regolarmente – approvazione dal CdA prima con Giuliani e poi con me – sono state quelle di Anna Cipparrone e di Sara Ausilio. Entrambe fatte fuori o costrette a dimettersi da quel noto bellimbusto di Francesco Kostner. Non ricordo per pudore i meriti e i risultati raggiunti dalle due professioniste.
- Ha presentato un progetto fantasmagorico e quasi rivoluzionario per un giornale di inchiesta cartaceo e mensile affidato a Nicaso amico di Gratteri – inguardabile, e quindi bocciato, 6000 copie teoriche distribuite, € 200.000 di budget. Conoscete i risultati eccellenti de ICalabresi “chiuso perché dannoso per la Fondazione” (cioè un dito nell’occhio di Nicaso/Gratteri).
- Non avendo al momento della mia estromissione dalla Presidenza uno straccio di motivazione vera, il 7 luglio 2022 risulta a verbale che il nuovo CdA si è messo all’opera cercando invano chissà quali truffe e non avendole trovate (come era ovvio) le ha sostituite con una montagna di falsità, invenzioni, patacche, smontate una per una. Ridicolo e patetico il tutto: ho lasciato Le Ferrovie italiane a 54 anni rinunciando ad uno stipendio milionario per non favorire una colossale ruberia a danno dello Stato e poi accetto di realizzare una Fondazione gratis per rubare… un pacchetto di caramelle?
- Ha trasformato Villa Rendano da “casa delle idee” in “casino delle marchette” con un danno ormai irreversibile. Ora nonostante dica a tutti “venghino signori venghino” le sale della Villa sono vuote o sembrano rifugi di dopolavoristi.
- Ha ceduto gratis la testata ICalabresi – valore € 250.000 – a tre redattori, ma legati al guinzaglio. Risultato: qualche mese di sopravvivenza semiclandestina, con I Nuovi Calabresi fondato, diretto, scritto e pagato poco solo da me ma del tutto libero e non manipolabile, che in due anni scarsi si sta avvicinando a tre milioni e mezzo di lettori, certificati.
- Tra crediti non riscossi – un milione solo da Vittorio Giuliani – e generose sanatorie comunque ignote e non quantificate più assunzioni irregolari ho calcolato per difetto 1.500.000 € buttati al vento.
- Se non riusciranno a manipolare l’imminente sentenza – come non credo possibile per la correttezza del giudice – i quattro ladroni saranno perseguiti in tutti i modi possibili perché rispondano in proprio almeno del danno economico procurato. Dulcis in fundo hanno chiesto e ottenuto per assurde spese legali di un processo del lavoro durato 15 minuti, per dignità non pagate da me perché non disponibile a pagare il pizzo, il prelievo del 20% della mia pensione rifiutando persino una rateizzazione dovuta per la riconosciuta invalidità totale che imputo a lor signori.
Questa è solo una breve sintesi della vergogna per la quale il mitico Gratteri, non certo responsabile ma tutor del ladrone e dei suoi compari, chiamato in causa perché dica a noi sprovveduti come cazzo ha fatto o fa a tenere un solido silenzio omertoso. Non è il noto e celebrato eroe della legalità? O si tratta di caso di quasi omonimia onomatopeico Gratteri Nicola e Grattare Walter.